Un topo

Un topo ubriaco, che divenne uno spaccone

 

C’era una volta un topo di casa
del tutto comune.

Una bella mattina capitò
– come faceva spesso –
in una cantina
e vi trovò una brocca colma di vino
della migliore qualità.

Il vaso non era ben sigillato.

Il topo ne leccò un pochino
e il vino gli piacque.
Era un vino forte e ardente come il fuoco.

Quando la brocca fu del tutto vuota,
questi si levò, gonfiò il petto e,
facendo il viso feroce, gridò:
«Dove sei, gatto?».

Riflessione e preghiera

Che stupida bestia!

Ma anche gli uomini,
esseri del tutto ordinari,
esplorano il mondo, lo sfruttano,
lo trasformano e s’inebriano in esso,
e alla fine rovinano non solo se stessi
ma anche il mondo.

Si comportano, allora, come quel topo,
come se fossero essi soli
i signori di questa terra.

Fa’, Signore,
che oggi mi comporti con tutti
usando modestia, misura e riconoscenza,
così com’è giusto che io mi comporti,
prima che il vaso in cantina
non si vuoti del tutto.

Friedrich Dietz, «Gatto e topo», in
«Prima che il giorno cominci.
101 racconti e preghiere»,
Edizioni Messaggero Padova, 1996, p. 12.

Foto: Le Tre Cime di Lavaredo
viste dal Monte Paterno / pinterest.it

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