Una novità parigina

Una novità parigina

 

Una novità parigina – «Scoprire
il Vangelo»;
«Ritornare al Vangelo»;
«Vivere il Vangelo».

Quanto volte queste frasi,
o frasi simili,
ricorrono nei discorsi
e nelle letture di ogni giorno!
E non si tratta,
si badi bene,
di frasi fatte,
ormai vuote di vivo significato.
Si tratta di parole che esprimono,
ripetono e riconfermano
una realtà insopprimibile.
Che, cioè,
la «scoperta» del Vangelo
è ancora e sempre
uno dei fatti essenziali
nella vita di ogni uomo.

Il mondo corre,
e magari precipita.
La vita fluisce,
e magari travolge.
Tra migliaia di nuove idee;
tra miriadi di audaci scoperte;
come tra miliardi di parole
dette e scritte;
c’è una scoperta sempre nuova
e una parola non ancora logora:
quella che il Vangelo,
dopo duemila anni,
è tuttora capace di dire all’uomo.

Una novità parigina

Ogni generazione,
e forse più volte
nel corso di una stessa generazione,
non può evitare
l’incontro con il Vangelo,
accettandolo o ripudiandolo,
in parte o in blocco.

Non può infatti
fare a meno del Vangelo
neanche chi lo nega
o lo combatte;
riconoscendolo quindi
come un tenace antagonista,
che non è facile ignorare.

O con esso
o contro di esso,
tutti siamo costretti
a incontrarci e a misurarci
con questa non umana pietra
di paragone dell’uomo:
per alcuni,
segno di contraddizione;
per altri,
testimonianza della vera luce.

***

Una novità parigina – Fa
una singolare impressione
pensare che le parole che seducevano,
e magari infuriavano
gli olivastri ebrei di Gerusalemme;
e gli irrequieti greci di Antiochia;
come gli ampollosi latini di Roma
e i biondi barbari della Germania,
sono le stesse parole
che ancora seducono o dividono
le folle delle nostre metropoli,
gli uomini dell’età
dell’atomo e dell’astro.

Basta che
un pastore più paterno;
o un missionario più generoso;
un oratore più efficace;
uno scrittore più originale
sappia dare
a quelle antiche parole
la forza della sua persuasione
e il fuoco di una rinnovata carità,
perché migliaia di anime
si sentano attratte
dalla luce di quelle verità che
sembravano offuscate dalla cenere,
non propria,
ma dei secoli e dell’indifferenza.

Una novità parigina

Gli esempi di questa scoperta
che di continuo si rinnova
e continuamente conquista,
sono di tutti i giorni
e di tutti i paesi.

A noi piace ricordarne uno
accaduto nella Francia del Re Sole;
ma che invece della Parigi del ‘600,
avrebbe potuto avere come sfondo
qualunque altra città
del mondo cristiano,
dieci secoli prima
come dieci secoli dopo.

***

Una novità parigina – A Parigi, dunque,
sotto Luigi XIV,
aveva molto successo un predicatore,
il Padre Nicola Letourneux,
uomo assai devoto
e soprattutto eloquente,
tanto da meritarsi un premio
dell’Accademia di Francia
e una pensione reale.

Il successo del predicatore,
in mezzo a quella società
aristocratica e cortigiana,
di solito
ritenuta frivola e superficiale,
non era soltanto mondano.
Se molti frequentavano
le sue prediche come
un passatempo alla moda,
molti altri
vi giungevano spinti
da una curiosità più alta
e guidati
da un desiderio di rinnovamento,
che spesso
dava frutti di pentimento
e di conversione.

Una novità parigina

Il Re Sole,
incuriosito da tanto scalpore,
volle conoscere le ragioni
di quegli insoliti successi.

Al poeta Boileau,
Luigi XIV chiese perciò
chi fosse quel predicatore
di cui tutti parlavano,
che cosa dicesse
e perché la società parigina
ne fosse conquistata a tal punto.

Il poeta Boileau,
autore di Satire letterarie
e di Epistole critiche,
era noto per la sua lingua
pronta e sarcastica.

Anche quella volta
non seppe trattenersi
dal dare al sovrano
una risposta finemente ironica.

In fondo
che cosa diceva
quel famoso predicatore?
Non faceva che ripetere
verità vecchie di diciassette secoli,
che ogni sacerdote cristiano
aveva insegnato e insegnava,
e che ogni fedele,
non soltanto a Parigi,
avrebbe dovuto conoscere
da lungo tempo.

***

Una novità parigina – Ma
insieme alla risposta ironica,
il Boileau non si accorse forse
di esprimere una profondissima
e consolante verità:
quella della continua scoperta
e della perpetua attualità
dell’insegnamento evangelico.

«Sire
– egli rispose infatti al Re Sole,
sul conto del predicatore Letourneux, –
si tratta di uomo pio
che spiega il Vangelo».

«E – aggiunse, –
Vostra Maestà sa quanto Parigi
ami le novità».

Piero Bargellini, «Il libro degli esempi»,
Vallecchi Editore, Firenze 1963,
pp. 13-15.

Foto: Dimorphoteca
(chiamata anche Osteospermum
o Margherita Africana) /
jardineriaon.com

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