Melchìsedek

Melchìsedek – SS. Corpo e Sangue di Cristo – Gn 14,18-20 – Anno C

Melchìsedek – Contesto della prima lettura

Melchìsedek – La prima lettura di oggi
è tratta dal cap. 14 del libro della Genesi,
che presenta una strutturazione così composta:

nei vv. 1-11 si offre anzitutto un resoconto
dello scontro militare
che scuote la regione attorno al Mar Morto.
Tale scontro è causato praticamente
da una ribellione di 5 principi vassalli
al re Chedorlaomer dell’Elam.

Perciò, costui, alleatosi con altri sovrani,
marcia contro i ribelli
e infligge loro una pesante sconfitta.
Inoltre, in occasione del rastrellamento
compiuto dai vincitori
è coinvolto anche Lot, il nipote di Abràm.

I vv. 12-17 riportano, invece,
una storia di liberazione:
un messaggero comunica la notizia allo zio,
il quale, affidandosi anche al sostegno di alcuni alleati,
organizza un piccolo esercito di almeno 318 persone.

Con una mossa fulminea e a sorpresa,
Abràm riesce a recuperare,
non solo l’intero bottino di guerra dei quattro re,
ma pure il nipote Lot e anche i suoi beni,
con le donne e il rimanente personale.

Infine i vv. 18-20 (il nostro testo odierno)
ricordano l’incontro di Abramo con Melchìsedek.

Prima lettura

A dir il vero, la prima lettura mette in scena
un episodio che tuttavia non ha stretta attinenza
con ciò che precede e ciò che segue.
Inoltre il lessico risente del contesto cultuale,
tipico del culto sedentario
a cui appartenevano i sacerdoti.

Il primo personaggio è Melchìsedek,
il cui nome significa anzitutto «Il mio Dio è giustizia»;
dapprima è indicato come re (melek) di Salem,
che chiaramente presenta la stessa radice
del termine shalòm (pace),
e verosimilmente può ritenersi l’antica Gerusalemme.
Inoltre, egli è anche sacerdote (kohen) del Dio Altissimo

L’esercizio delle funzioni regale e sacerdotale
da parte di un solo uomo,
inducono a ritenere che si tratti perlomeno
di un sistema monarchico sacrale.

L’attenzione dell’autore del nostro brano
si sofferma primariamente sul dono del pane e del vino
da parte di Melchìsedek nei confronti di Abràm (v. 18):
è chiaramente il pasto d’onore offerto al vincitore;
e anche il segno dell’accoglienza e della gratitudine
concesso a chi ha prevalso sui re
che rappresentavano una minaccia anche per Salem.

Il re sacerdote pronuncia anche la benedizione (brk)
nei confronti di Abràm, da parte di Dio Altissimo
che ha creato il cielo e la terra.

Il richiamo è chiaramente
all’atto della creazione, descritto in Gn 1,
e anche alla benedizione di Dio ad Abràm,

contestualmente alla promessa
di fare di lui una grande nazione (Gn 12,2):
nelle parole di Melchìsedek si compendiano
gli inizi e della storia della salvezza
e del ciclo dei patriarchi.

La vittoria militare
riportata da Abràm sui suoi avversari
è ovviamente propiziata da Dio: è lui infatti
che ha messo nelle sue mani i suoi nemici (v. 19).

A questa dichiarazione corrisponde poi l’offerta di Abràm
della decima del bottino di guerra (v. 20),
che legittima in questo caso il tributo corrisposto dai re
ai sacerdoti al tempo della monarchia in Israele.
Corrispondendo una percentuale dei beni ottenuti,
Abràm riconosce infatti a Melchìsedek
l’esercizio della sua autorità regale-sacerdotale.

In conclusione

Nel nostro brano,
risalente nella sua composizione definitiva
presumibilmente all’epoca monarchica
(X-IX secolo a.C.),
si riflettono in particolare due interessi:

anzitutto, si segnala la centralità
del culto praticato a Salem,
che d’altro canto prefigura la liturgia
praticata nel Tempio di Gerusalemme;

inoltre, Melchìsedek è ritenuto un illustre antenato
della discendenza davidica,
la cui legittimità a governare le sorti del popolo d’Israele
è riconosciuta già in forma embrionale
dal primo dei patriarchi, Abràm.

Che attinenza ha tuttavia la prima lettura
con la solennità odierna
del SS. Corpo e Sangue di Cristo?

Al fine di rispondere a questo quesito,
occorre tenere presenti,
come su uno sfondo,
le letture odierne.

L’Eucaristia vi appare soprattutto
nei suoi segni e nella sua realtà.
Ed è attraverso le tre letture infatti
che è possibile comporre una sequenza
che dai segni ci conduca alla realtà.

La liturgia odierna inizia, dunque, con un segno antico:
precisamente quello presentato nel racconto della Genesi,
riguardante Melchìsedek, re e sacerdote di Salem.

Il simbolo del pane e del vino
offerto dal re ad Abramo
è, in realtà, espressione di ospitalità e di accoglienza,
ma è anche garanzia di sicurezza e di permesso di transito.

Melchìsedek
Melchìsedek offre del pane a Dio, Mosaico, sec. VI, San Vitale, Ravenna / heiligenlexikon.de

Tuttavia appare un’allusione significativa:
sono mani sacerdotali in effetti
quelle che offrono pane e vino
e inoltre il gesto
è accompagnato da una benedizione.

È per questo motivo
che il segno ha acquistato così un valore nuovo
nella rilettura cristiana del testo.

Nel Canone eucaristico romano,
la Chiesa prega, infatti, così:

«Tu che hai voluto accettare i doni di Abele il giusto,
il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede
e l’oblazione pura e santa di Melchìsedek,
tuo sommo sacerdote,
volgi sulla nostra offerta
il tuo sguardo sereno e benigno».

Di conseguenza il pane e il vino sono trasfigurati
alla luce dell’Ultima Cena.

È per questo motivo che nei mosaici
di S. Maria Maggiore a Roma (V sec.)
la scena di Melchìsedek è del tutto staccata
dalla serie logica dei racconti biblici
ed è collocata invece vicino all’altare
al fine di sottolineare il legame con l’Eucaristia.

Il re misterioso Melchìsedek,
il cui nome significa «re di giustizia»,
la cui città porta il nome di «città della pace»,
il cui Dio è l’Altissimo,
la cui offerta è pane e vino,
e la cui parola è benedizione per tutti i popoli,
ha perciò in Cristo il suo nuovo e perfetto ritratto.

Davanti a lui, allora, e al suo segno
possiamo ripetere l’”inno di Melchìsedek”
composto da p. Turoldo:

«Nessuno ha mai saputo di lui,
donde venisse, chi fosse suo padre.
Questo soltanto sappiamo:
che era il sacerdote del Dio altissimo.

Era la figura di un altro, l’atteso,
il solo re che ci liberi e salvi:
un re che preghi per l’uomo e lo ami,
un re che vada a morire per gli altri;

uno che si offra nel pane e nel vino
al Padre altissimo in segno di grazie:
il pane e il vino di uomini liberi,
dietro Abramo da sempre in cammino».

Foto: Nicola di Verdun,
Melchìsedek riceve le decime da Abràm,
1181, Decorazione d’altare Klosterneuburg, Austria /
fineartamerica.com

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