Il Corsaro Nero

Il Corsaro Nero come Totò
«Ha fatto il militare a Cuneo»

Il Corsaro Nero – Ma Ventimiglia come la prenderà,
adesso che Cuneo gli contende
il suo illustre cittadino,
al quale ha persino dedicato di recente
un monumento in piazza: il Corsaro Nero?

Il conte Emilio di Roccabruna,
alias il più funebre dei corsari,
nasce infatti dalla fantasia inesauribile di Salgari
come «signore di Ventimiglia e di Valpenta »:
non ci piove.

E tuttavia la goliardica,
ma serissima, associazione cuneese
degli «Uomini di mondo»
sta ugualmente tentando il colpaccio – un vero
colpo di mano degno del celebre filibustiere letterario –
al fine di annetterselo sulla base di nuovi studi storici.

Dunque: basta aver prestato anche un sol giorno
di servizio di leva nella Provincia Granda
per aver diritto alla tessera della confraternita
che prende spunto da Totò
e dalla sua immortale battuta
«Sono un uomo di mondo:
ho fatto tre anni di militare a Cuneo!».

E per l’appunto, come hanno accertato recenti studi,
il personaggio salgariano sarebbe ispirato alla figura
di un seicentesco comandante militare
della famiglia Làscaris, che deteneva sì la signorìa di Ventimiglia,
ma serviva per i Savoia e abitò i castelli di Vernante e Caraglio,
appunto nel cuneese;

senza voler contare il torinese Palazzo Làscaris
che ora ospita il Consiglio Regionale subalpino.

Su queste basi l’associazione cuneese,
creata nel 1998 e attualmente presieduta dal disegnatore
e vignettista Danilo Paparelli,
ha dunque annunciato solennemente

di voler annoverare tra i suoi ben 15.000 soci
(tra cui ad esempio Enrico Mentana e Lapo Elkann,
i fu Mago Zurlì e Pannella,
Jovanotti e il presidente Mattarella…)
pure il Corsaro Nero.

Ma fu ligure o piemontese,
il mitico capitano della Folgore?
Non è dilemma da poco,
anche turisticamente parlando.

Si sa anzitutto che il veronese Salgari,
il quale abitò a Genova e morì a Torino,
alimentava la foga di scrittura
con disparate letture di archivi e biblioteche,

per cui la ricerca della possibile reale identità storica
del terribile Corsaro Nero è stata viva tra gli specialisti
fin quasi dalla sua prima apparizione
in 23 dispense nel 1898
(a Genova, tanto per continuare
a confondere le carte…).

Com’è noto, il romanziere ambienta
la vicenda a metà Seicento
e immagina che la decisione
dei tre gentiluomini Rosso, Verde e Nero
di farsi pirati derivi dal desiderio di vendetta
a causa della morte di un quarto fratello,

il maggiore, ucciso proditoriamente
durante una spedizione militare francese – realmente
avvenuta – cui i sabaudi parteciparono
contro gli spagnoli nelle Fiandre (1672).

In effetti genealogisti e studiosi
hanno rinvenuto in quella guerra un Làscaris,
il conte Giovanni Paolo (1637-1696),
comandante del battaglione sabaudo «Marina» – reparto
di fanteria imbarcata su navi,
antesignana dei marines americani
e dunque compatibile con gli arrembaggi del Corsaro Nero –
nonché cavaliere di Malta:

un ordine che all’epoca
conduceva anche la guerra cosiddetta «di corsa»,
per la quale gli Stati non avevano scrupolo
a conferire apposite «patenti» autorizzative.

Guarda caso, Giovanni Paolo ebbe tre figli
(di cui uno morto eroicamente in battaglia)
e forse un quarto illegittimo,
che si trasferì in Martinica, nelle isole Antille
base ovviamente dei corsari.

Altri indizi utili all’identificazione:
anzitutto la folgore appare anche nel motto dei Làscaris,
Roccabruna sarebbe inoltre l’omonima località cuneese
e non la Roquebrune in Costa Azzurra,

Infine, Giovanni Paolo sposò in seconde nozze
una contessa di Valperga
(da cui il salgariano «signore di Valpenta»)
presso Torino, e infine nel romanzo il protagonista
dichiara esplicitamente di possedere
«castelli ancora e vaste terre» in Piemonte…

Insomma, secondo gli «Uomini di mondo»
ce n’era abbastanza perché lo scorso ottobre
alla Fiera nazionale del Marrone
(che, inteso come colore,
non sarebbe proprio da pirati…)

il Corsaro Nero potesse marciare
nella patria dei dolcetti al rhum – il tipico liquore dei pirati –
ormai arruolato «con le ragioni della mente,
ma soprattutto del cuore»
tra gli illustri che fecero il militare a Cuneo:

da Giuseppe Garibaldi coi suoi Cacciatori delle Alpi,
a Napoleone sconfinato in Provincia Granda
durante la campagna d’Italia;
da Annibale (che sarebbe calato con tanto di elefanti
da una delle valli che approdano in città)
a Charles de Batz de Castelmore conte d’Artagnan,
che accompagnò il cardinale Mazzarino nella vicina Cherasco.

E così da Salgari
siamo approdati a Dumas:
l’avesse immaginato Totò!

Roberto Beretta, «Il Corsaro Nero come Totò.
“Ha fatto il militare a Cuneo”», in
“Avvenire”, domenica 2 gennaio 2022, p. 22.

Foto: Copertina de Il Corsaro Nero di Emilio Salgari /
libreriapeterpan.it

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