Cristoforo Colombo

Cristoforo Colombo è nato a Pradello di Bettola (PC)?

Cristoforo Colombo «il grande navigatore, non è nato a Genova,
come è quasi universalmente riconosciuto,
tanto meno nella lontana Spagna o in Portogallo, come alcuni credono,
ma qui vicino, nella piccola frazione di Pradello,
dove si trova ancora la sua antica casa, chiamata da sempre la Torre di Colombo.

Noi tutti siamo fieri di aver dato i natali a un personaggio
cosi importante per la storia dell’umanità. Per questo nel 1992,
in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America,
avvenuta il 12 ottobre 1492, ricorderemo degnamente
il grande navigatore nostro concittadino.

Certo non potremo dedicargli grandi manifestazioni
come quelle in programma a Genova, la città nostra “rivale”
che si attribuisce i natali di Colombo:
noi siamo un comune povero, privo di mezzi finanziari adeguati.

Ma questo non ci spaventa sapremo fare onore a Cristoforo Colombo.
È nella tradizione plurisecolare di Bettola e della sua frazione Pradello:
il 12 ottobre è il giorno più importante dell’anno e va festeggiato adeguatamente».

Sono le sorprendenti parole di Luigi Pancera,
67 anni, vicesindaco del comune di Bettola,
un simpatico paesino abbarbicato tra le colline della Val di Nure,
a trenta chilometri da Piacenza.

Pronunciate a pochi mesi dall’inizio dei festeggiamenti
per il cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America
e dall’inaugurazione della grande esposizione internazionale
denominata Colombo ’92 che Genova dedicherà proprio a Colombo,
queste parole faranno senza dubbio molto discutere.

Ma per il signor Pancera, che ha dedicato lunghe e accurate ricerche storiche
alle origini familiari del più grande navigatore di tutti i tempi, non ci sono dubbi:
Cristoforo Colombo non era affatto genovese, come riportano i testi scolastici.
E nemmeno spagnolo o portoghese, come sostengono alcuni storici di quei Paesi.

Torre dei Colombo a Pradello / tripadvisor.it

Per Luigi Pancera il navigatore avrebbe avuto i natali a Pradello,
una piccola frazione del comune di Bettola,
dove si i cittadini di Bettola e di Pradello sono tutti convinti trova ancora la sua casa.

«È bene precisare», dice Luigi Pancera
«che ‘io non sono l’unico a sostenere questa tesi:
i cittadini di Bettola e di Pradello sono tutti convinti
che Cristoforo Colombo sia nato tra queste colline.
E infatti lo considerano come il più illustre dei loro concittadini del passato.

Non è una scoperta recente: è una tradizione
che si tramanda di bocca in bocca da cinquecento armi.
Io mi sono limitato a rintracciare le conferme storiche di una tradizione orale».

Ma è davvero possibile che lo scopritore dell’America,
il navigatore esperto e coraggioso
che ha osato attraversare per primo l’Oceano Atlantico,
sia nato a Pradello, un piccolo e semisconosciuto paesino del piacentino,
situato a grande distanza dal mare, in pieno Appennino?
E come avrebbe appreso l’arte della navigazione?

Perché poi mezzo mondo continuerebbe a sostenere
che Colombo è nato e cresciuto a Genova,
città di cui è divenuto il simbolo?

Per saperlo siamo venuti a Bettola,
dove abbiamo incontrato Luigi Pancera.
Il vicesindaco ci accoglie nella piazza del paese,
dove si erge una statua di Cristoforo Colombo.

La statua dedicata a Colombo nella piazza di Bettola / ilpiacenza.it

«Fu posta dall’amministrazione cittadina in occasione
del quattrocentesimo anniversario della scoperta dell’America, nel 1892»,
spiega Pancera. «È stata realizzata da un artista piacentino, Enrico Astorri».

«Signor Pancera, ma come fa a sostenere che Colombo sia nato a Pradello?».

«Diciamo subito che il paese non si chiama più soltanto Pradello:
dalla fine della seconda guerra mondiale,
per ribadire il proprio legame con l’illustre navigatore, l’amministrazione comunale
e i cittadini hanno deciso di chiamarlo Pradello Colombo.
E questo è oggi il nome che si trova ovunque.

Noi siamo convinti che Cristoforo Colombo sia nato nel nostro paese
per una serie di riscontri storici e di documenti ufficiali
che ne fanno esplicitamente menzione».

«Quali per esempio?».

«Tra i primi a occuparsi delle origini di Colombo c’è un grande storico del passato,
Pietro Maria Campi, vissuto tra il 1500 e il 1600.
Basandosi su informazioni e documenti raccolti negli archivi del tempo,
Campi ha scritto che a Pradello vi erano diverse famiglie Colombo
che possedevano case e terreni.

Tra questi possedimenti c’era anche la Torre
diventata famosa come Torre di Colombo,
che risale come costruzione al quattordicesimo secolo.

Secondo i documenti citati da questo eminente storico,
un certo Bartolino Colombo, bisnonno del navigatore,
visse a Pradello nel 1350.
Fu lui stesso a recensire per primo i beni posseduti dalla famiglia.

Bartolino ebbe un solo figlio, Giovanni,
padre a sua volta di Niccolò e Domenico.
Dal primo discesero i “rami” dei Colombo
che hanno popolato Pradello e i paesi vicini fino a oggi.
Da Domenico nacquero invece il nostro Cristoforo, Bartolomeo e Diego:
abitavano tutti nella Torre a Pradello».

«Sarà, eppure lo stesso Colombo, nel suo testamento,
si definisce civis genuensis, cittadino genovese».

«È vero, ma non contraddice quanto ho detto.
Cristoforo Colombo si trasferì da Pradello a Genova intorno al 1440 con il padre:
il suo paese, come la vicina Piacenza, faceva parte allora del Ducato di Milano.

In quegli anni vi furono diverse scorrerie dei soldati viscontei,
che cercavano di imporre nuove e onerose tasse ai sudditi.
Così furono in molti a lasciare le proprie case per la vicina Repubblica di Genova,
con la quale la nostra valle ha sempre avuto contatti commerciali.

Ed è proprio allora che inizia la “storia genovese” di Colombo,
divenuto in seguito “l’Ammiraglio del mare Oceano”
per la sua mirabolante impresa:
come tanti altri “oriundi” del piacentino,
Colombo assunse la cittadinanza genovese».

«I genovesi affermano che Colombo è nato nel 1451, a Genova: chi ha torto?».

«Nessuno: la verità è che, purtroppo,
non esiste alcun certificato di nascita di Colombo.
Gli unici documenti esistenti sono atti notarili,
rogiti dai quali si deduce l’età di Colombo in una determinata epoca,
e da questa l’origine del navigatore.

I genovesi affermano che Cristoforo Colombo sia nato nella loro città
ma non possono provarlo. Lo stesso Colombo ha sempre lasciato nel mistero
la sua origine, evitando di svelare ai suoi stessi familiari la città in cui era nato.

Nemmeno il secondogenito di Cristoforo Colombo,
Fernando, conosceva l’origine del padre.
Lo storico Pietro Maria Campi ha riportato le parole di Fernando.
Vale la pena di citarle:

“Volle Iddio”, dice Fernando “che la patria e l’origine dell’Ammiraglio mio padre
fosse men certa e conosciuta. Per lo che alcuni che in una certa maniera
pensano oscurare la sua fama, dicono che fu di Nervi,
altri che di Cugureo (Cogoleto), e altri di Bugiasco (Bogliasco),
che sono tutti luoghi piccioli presso la Città di Genova, e nella stessa Riviera;

e altri che vogliono esaltarlo di più dicono ch’era Savonese, e altri Genovese;
e ancor quelli, che più sagliono sopra il vento, lo fanno di Piacenza,
nella qual città sono alcune onorate persone della sua famiglia,
e sepolture con arme, e lettere di Colombo,
perché in effetti questo era già stato il cognome dei suoi maggiori”.

Questa ultima affermazione è soltanto apparentemente oscura.
In Spagna, dove si era trasferito per trovare fortuna,
visto che í genovesi non volevano aiutarlo nella sua impresa,
Cristoforo Colombo cambiò nome:
per gli spagnoli si chiamò, e si chiama tutt’ora, Cristobal Colón,
nome che rimase ai suoi discendenti del ramo iberico».

LA “TERRA ROSSA”

«Insomma, se l’origine di Colombo rimane un mistero,
come potete affermare che sia nato a Pradello?».

«Nemmeno noi possiamo affermarlo con matematica certezza, certo.
Però abbiamo una lunga serie di indizi
che rendono plausibile la nostra tradizione
che, ricordiamoci, non potrebbe essere sopravvissuta
a cinquecento anni di storia senza un minimo di fondatezza.

Colombo, secondo recenti studi,
ha compiuto studi di cartografia presso l’Università di Pavia.
Ebbene, a Pavia si recavano allora i giovani del piacentino,
non certo i genovesi, che dovevano frequentare invece l’Università di Pisa.

Colombo, poi, era solito firmarsi
Christoforus Columbus de Tera Rubra, cioè di “terra rossa”.

Questa “stranezza” può essere spiegata facilmente:
nella mappe catastali di Bettola esiste un possedimento
denominato appunto “Terra Rossa”, che sarebbe appartenuto anticamente
proprio alla famiglia di Colombo.

La prima moglie del navigatore fu Felipa Monez Perestrello,
figlia di nobili piacentini la cui famiglia
si era trasferita in Portogallo nel 1381: il navigatore la sposò
perché la donna condivideva le sue stesse origini nazionali.

Infine, i reali di Spagna, gli unici che avevano accettato di finanziare l’impresa,
nel concedere a Colombo, in premio per la sua scoperta,
di fregiarsi di uno stemma nobiliare,
lo autorizzarono a inserirvi il simbolo della famiglia Colombo di Piacenza:
fascia azzurra in campo oro, col capo cucito di rosso.
E questo stemma è giunto fino a noi».

«Tra poco più di un anno cadrà il cinquecentenario della scoperta dell’America:
non avete pensato di festeggiarlo con i genovesi?».

«Non credo sia possibile: tra Genova e Bettola,
da sempre, c’è una specie di “guerra fredda”.
Non sono mancate le “scaramucce”
tra alcuni dei nostri cittadini e visitatori genovesi:

una volta questi ultimi
hanno addirittura cercato di abbattere la statua di Colombo
che si trova nella piazza di Bettola.
Per fortuna non ci sono riusciti:
per noi la statua è un simbolo
che riassume una tradizione antica di cinque secoli».

I bettolesi, così, sono convinti, forti della loro tradizione,
che Cristoforo Colombo sia stato un “loro concittadino”.
Ma questa loro convinzione non manca di suscitare polemiche
ogni volta che viene riproposta.

Soprattutto ora che mancano pochi mesi al “via”
delle grandi manifestazioni organizzate dalla città di Genova
per celebrare il cinquecentenario della scoperta dell’America,
considerata frutto dell’ingegno di Cristoforo Colombo,
illustre “figlio” del capoluogo figure:
guai a mettere in discussione le origini del navigatore.

Sulla questione, il senatore genovese Paolo Emilio Taviani,
che è considerato uno dei massimi studiosi di Colombo,
non ha mai nutrito dubbi.

«A Genova e a Savona», ha dichiarato recentemente
«si conservano settanta e più documenti di sicura autenticità
riguardanti la famiglia di Cristoforo Colombo,
figlio di Domenico, laniere di Ponticello.

Fra questi almeno sette comprovano in maniera inequivocabile
che il Cristoforo Colombo, figlio del laniere genovese,
è la stessa persona dell’Almirante (ammiraglio, in spagnolo)
Cristobal Colón, il conquistatore dell’America.

«Di fronte a questi documenti cade ogni altra ipotesi sul suo luogo di nascita.
Ma la genovesità di Colombo non è solo anagrafica, è culturale.
Nella cultura, nella tradizione marinara di Genova,
nell’esplosione del Rinascimento italiano stanno le radici del suo genio.

È giusto che Genova celebri il suo figlio più importante
con una manifestazione degna del nome di Cristoforo Colombo».

Paolo Saloni, «Colombo è nato qui, vicino a Piacenza»,
in “Gente”, 6 giugno 1991, n. 22, A. XXXV, pp. 31-32.35.

Foto: Sebastiano del Piombo, Ritratto postumo di Cristoforo Colombo,
olio su tela, 1519, MOMA, New York / it.wikipedia.org

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