Calisto Tanzi

Calisto Tanzi, morto a 83 anni
Inventò e distrusse Parmalat

Calisto Tanzi. Nato a Collecchio il 17 novembre 1938,
fu per oltre 40 anni proprietario del Gruppo
di cui poi causò la bancarotta.
Per il crac ha subito una condanna a 17 anni
e si trovava ai domiciliari.
È stato anche proprietario del Parma

È morto a 83 anni Calisto Tanzi,
imprenditore la cui parabola
è iniziata con la crescita della Parmalat
ed è terminata con il crac del 2003
e i processi che ne seguirono.

Nato il 17 novembre 1938 a Collecchio,
piccolo paese a due passi da Parma,
in cui poi costruì il suo impero,
Tanzi si diplomò dapprima in ragioneria,
successivamente interruppe gli studi alla morte del padre
al fine di sostituirlo nella direzione
di una piccola azienda familiare di salumi e conserve.

Aveva appena 22 anni
quando fondò nel 1961
la sua impresa del latte
prendendo la vecchia azienda del nonno,
a conduzione familiare,
e trasformandola in una multinazionale
con oltre 130 stabilimenti in tutto il mondo.

Tanzi aveva di fatto inventato il latte a lunga conservazione,
ma l’ambizione lo portò ad allargarsi dal settore alimentare
al turismo, alla tv, e pure al calcio.

Nel 1973 il giro d’affari era pari a 20 miliardi di lire,
saliti a ben 550 nel 1983.
Inoltre legami a doppio filo
anche con il mondo della politica e della finanza.

Cavaliere del lavoro nel 1984 (poi “declassato”
dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano),
ha investito nella sua città risorse ingenti
per sponsorizzazioni e restauri.

Negli anni Novanta poi arriva la quotazione in Borsa
che di fatto nascondeva le prime difficoltà industriali e finanziarie.
Ma ciononostante proseguirono le acquisizioni spericolate
con un massiccio ricorso al credito
e ai collocamenti obbligazionari che hanno coinvolto, e anzi in molti casi
ridotto sul lastrico, migliaia di piccoli risparmiatori.

Di conseguenza venne fuori un passivo di 14 miliardi di euro
a fronte dei 5 dichiarati in bilancio.
Iniziarono quindi i processi che porteranno alla condanna.

Nel 2003 Enrico Bondi inizia il risanamento e rilancia il gruppo,
capendo anzitutto che la struttura industriale è sana
e che i problemi erano solo nella finanza.

Inoltre è convinto che il problema di Parmalat non sia solo Tanzi,
comincia perciò diverse battaglie legali
recuperando dalle banche oltre un miliardo di euro.

Bondi fa allora di Parmalat un public company,
senza un azionista forte e con una notevole liquidità
(quasi 1,5 miliardi) che attira le mire di altri gruppi.

Ad avere la meglio è la francese Lactalis
che lancia un’opa da 4 miliardi
e conquista così il gruppo italiano nel luglio 2011.

R.Eco., «Morto a 83 anni Calisto Tanzi.
Inventò e distrusse Parmalat», in
“Avvenire”, domenica 2 gennaio 2022, p. 19.

Foto: Calisto Tanzi / bergamonews.it

Da sapere

Da patron del Parma conquistò l’Europa

Tre coppe Italia, una Coppa delle Coppe, due Coppe Uefa,
una Supercoppa europea e una Supercoppa italiana.

Calisto Tanzi, come proprietario dal 1989 al 2003 del Parma,
ha scritto di fatto la storia del club emiliano e conquistato l’Europa.
Una storia che inizia dopo la promozione in serie A del Parma.

Il 14 maggio 1992 arriva il primo trofeo nazionale:
il club emiliano conquista infatti la Coppa Italia
battendo in finale la Juventus.

L’anno dopo, il 12 maggio del 1993,
il Parma al Wembley Stadium di Londra
batte l’Anversa per 3 a 1
e si aggiudica così la Coppa delle Coppe
incassando in questo caso il primo trofeo internazionale del Parma.

Nel febbraio del 1994 poi
il Parma conquista la Supercoppa europea
battendo a San Siro il Milan.

Il 4 maggio del 1994
il club emiliano non riesce tuttavia
nell’impresa di aggiudicarsi un bis.

Nel 1999 però arriva la seconda Coppa Uefa.
Il Parma, con in panchina Alberto Malesani,
batte infatti l’Olympique Marsiglia per 3-0.

In quell’anno poi arriva anche
una nuova vittoria in Coppa Italia.
Il club emiliano in effetti
batte durante la stagione 1998-1999
nella doppia finale la Fiorentina.

Infine nella stagione 2001-2002 arriva la terza Coppa Italia.

Da “Avvenire”, domenica 2 gennaio 2022, p. 19.

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