Congar

Congar – Ricordo del Cardinale Yves Congar

Congar – Il Cardinale Yves Congar, O.P.,
era nato a Sedan (Ardenne),
in Francia, precisamente
l’8 aprile 1904.

Yves Congar ricordava
due momenti contrastanti
della sua adolescenza
nel corso
della Prima Guerra Mondiale.

Da una parte, un costante senso
d’oppressione, durante l’occupazione
della sua città natale
da parte dell’esercito tedesco,
e contemporaneamente un’aria di libertà
che si respirava in seno
alla vita ecclesiale della sua parrocchia.

Tutta la sua vita è stata segnata,
in seguito da simili alternanze.
Ed anche costante è stata in lui
una commossa venerazione
per l’amata madre.

Dopo aver iniziato i suoi primi studi
nel collegio municipale di Sedan,
li concluse (1919-1921)
nel Seminario di Reims.

Seguirono poi
tre anni di filosofia
presso l’Istituto Cattolico di Parigi.

Dopo qualche mese d’istruzione
nella scuola ufficiali di Saint-Cyr,
il suo anno di servizio militare
(1924-1925) si concluse, infine,
tra le truppe francesi d’occupazione
in Renania.

Il 7 dicembre 1925 Yves Congar
aveva ricevuto a Amiens
l’abito dei Frati Predicatori,
con il nome religioso
di Frere Marie-Joseph.

Dopo aver emesso la Professione
1’8 settembre 1926,
aveva successivamente proseguito
la sua formazione in Belgio,
nel convento del Saulchoir,
vicino a Tournai.

Qui, il 25 luglio 1930,
aveva ricevuto il sacramento
dell’Ordine sacro
come sacerdote domenicano.

In seguito,
nell’ottobre del 1931
aveva iniziato
ad insegnare Ecclesiologia.

Inoltre, a partire dal 1935,
assunse il Segretariato
della «Revue
des sciences philosophiques
et théologiques».

Ancora in quello stesso anno,
aveva inaugurato
la sua carriera di scrittore
redigendo la conclusione teologica
di una inchiesta condotta
da «La vie spirituelle».

Tale inchiesta verteva, chiaramente,
sulle motivazioni
della mancanza di fede
nella società contemporanea.

Poco dopo, nel 1936,
tenne una serie di conferenze
presso il Sacré-Coeur de Montmartre
durante la Settimana di Preghiera
per l’Unità dei Cristiani.

Ciò, senza dubbio, fornì a Congar,
da tempo preoccupato a causa
della divisione delle confessioni cristiane,
l’occasione di precisare i principi
su quali la Chiesa Cattolica poteva trovare
sicuramente un posto nel dialogo
appena iniziato tra le Chiese.

Frutto di questa riflessione, l’opera
«Chrétiens désunis» reca indubbiamente
un attivo contributo al movimento
che condurrà poi alla creazione
di un Segretariato per l’Unità dei Cristiani
(1960).

L’opera, come di fatto altri testi
della stessa collana «Unam Sanctam»,
aveva segnato, inoltre, per l’autore l’inizio
di un fecondo periodo di produzione
teologica ed ecclesiale precorritrice
che successivamente preparerà il terreno
per il Concilio Vaticano II.

Strappato al suo lavoro
dalla mobilitazione dell’esercito francese
nel settembre del 1939,
il sottotenente del Corpo dei cacciatori,
Congar, qualche mese dopo
si era ritrovato, oltretutto,
prigioniero di guerra.

Come è stato dimostrato, Congar,
solidale con gli altri prigionieri
nella loro ostilità al nazismo,
aveva condiviso con essi,
dal 1941 al 1944, le condizioni
di prigionia particolarmente dure
dei campi di Colditz e di Lubecca.

Effettivamente la fedele amicizia
che nutrono ancora oggi
per Padre Congar
numerosi sopravvissuti
di quel tempo d’eroismo,
testimonia l’autenticità
dei legami allora creatisi.

Al termine del periodo di prigionia,
Padre Congar era ritornato
alla sua Facoltà di Teologia del Saulchoir
(trasferita dal 1939 a Étiolles,
vicino a Parigi).

In Francia, negli anni 1945-1950,
si respirava un «clima ecclesiale
di libertà ritrovata,
e di creazione meravigliosa
sul piano pastorale».

Ed è precisamente in questo clima
che numerosi scritti
e conferenze di Congar
mostrano la sua preoccupazione
di rimanere in contatto
con il popolo cristiano.

A dire il vero, è precisamente
la vita di questo popolo
a divenire l’oggetto
di quelle inchieste storiche
e di quella pratica teologica
che portano a due grandi opere:

«Vraie et fausse réforme
dans l’Eglise» (1950)
e «Jalons
pour une théologie du laicat» (1953).

Numerosi loro temi e orientamenti
si ritrovano poi nei Documenti
del Concilio Vaticano II.

Ciononostante,
non siamo ancora arrivati al Concilio.

Alle critiche e agli attacchi
di cui il teologo domenicano
era oggetto già da diversi anni,
succedono, nel febbraio del 1954,
al tempo della questione dei sacerdoti operai,
misure più severe.

Anzitutto
l’interdizione dall’insegnamento
e, conseguentemente, un lungo esilio:
quattro mesi a Gerusalemme,
altrettanti a Roma, circa un anno
a Cambridge, prima della sede fissa
di Strasburgo (1956-1968).

A questo periodo di paziente attesa
appartengono alcune note pubblicazioni.

Dapprima il «Mystère du Temple» (1958),
dove l’ecclesiologia esplora
le sue radici bibliche.

Poi la «Tradition
et les traditions» (1960, 1963),
ricerca intrapresa prima dell’annuncio
del Concilio (gennaio 1959),
ma che trova nella sua convocazione
la carica di entusiasmo necessaria
al fine della sua definitiva redazione.

Alla fine, nel luglio del 1960,
Padre Congar venne a sapere
che il suo nome figurava
nella lista dei «consultori» nominati
da Giovanni XXIII (5 giugno 1960)
presso la «Commissione teologica
preparatoria» del futuro Concilio.

Così dette inizio,
in modo discreto,
a una fase privilegiata
di mobilitazione spirituale
e intellettuale.

Credeva completamente allo Spirito Santo
per non cogliere
le opportunità di partecipazione
che gli venivano offerte,
per quanto limitate potessero apparire
all’inizio.

Di fatto, si era impegnato
sempre più da vicino
nella preparazione
e nella redazione
dei testi più importanti.

La Lumen gentium,
soprattutto il capitolo II
sul Popolo di Dio;
poi la Dei verbum sulla Rivelazione.

Ma anche la Chiesa nel mondo di oggi,
e poi la libertà religiosa, le missioni,
il ministero presbiteriale.

La preparazione di un Concilio
è certamente tanto importante
quanto il suo svolgimento.

Davvero Padre Congar
aveva partecipato attivamente,
mediante le parole e gli scritti,
a questa difficile fase
degli Anni Sessanta.

Inoltre il posto di Congar
nel gruppo di redazione
di Concilium (1965)
fu chiaramente il segno
della sua volontà
di essere presente e vivo
nelle ultime ricerche della teologia.

Nel 1968, Padre Congar
lasciò definitivamente Strasburgo
al fine di andare a vivere
nuovamente a Etiolles,
prima di essere destinato
(nel novembre del 1972)
al convento Saint-Jacques di Parigi.

Nel frattempo, la malattia neurologica,
di cui Congar aveva avvertito
i primi sintomi nel 1936,
durante la sua predicazione
della Settimana per l’unità,
aveva già ripreso da vari anni
il suo inesorabile iter.

Essa limitò dapprima
le possibilità di movimento
di Padre Congar
e poi anche di scrittura.

Di conseguenza, finì per rompere
i ritmi della sua esistenza quotidiana
con ricoveri sempre più lunghi.
fino alla sua immobilità totale
presso l’Hótel des Invalides
di Parigi (estate del 1986).

Privato praticamente di quasi
tutta la sua autonomia fisica,
Congar aveva, di fatto,
conservato una totale autonomia
di spirito e di cuore.

Per chi andava a trovarlo,
la professione di fede di Congar
può sempre essere ricondotta
a qualche espressione
usata come titolo
dei numerosi suoi scritti.

Ad esempio:
«moi, j’habite l’Eglise»
(io vivo nella Chiesa),
«cette Eglise que j’aime»
(questa Chiesa che amo).

O, altrimenti:
«Eglise de Dieu, ma mère»,
(Chiesa di Dio, mia madre).
«vaste monde, ma paroisse»
(vasto mondo, mia parrocchia).

Il Card. Yves Congar è stato anche
direttore alle «Editions du Cerf»
della collana «Unam Sanctam»
fin dall’inizio
della sua fondazione nel 1937.

Inoltre aveva pubblicato,
sempre in questa collana,
sei importanti volumi
e quattordici contributi
a numerosi Studi che riflettono
la sua appassionante tensione
teologica ed ecclesiologica.

Nella collana «Cogitatio Fidei», poi
aveva pubblicato sette volumi
collaborando a due interessanti ricerche
sulla teologia di oggi e di domani
e sulla teologia del rinnovamento.

Infine, in altre collane, Congar
aveva pubblicato ben ventuno opere.

Citiamo tra le altre
«La Pentecoste» 1956;
«La Chiesa una, santa,
cattolica, apostolica», 1970;
«Ministeri
e comunione ecclesiale», 1971.

Da ultimo,
non va dimenticata
la sua collaborazione anche
al «Vocabolario Ecumenico»
edito nel 1970.

Tra i più grandi teologi
della Chiesa del XX secolo,
Padre Congar, anche da ammalato,
aveva girato il mondo
al fine di predicare a tutti
la Parola che porta salvezza
ad ogni uomo di buona volontà.

Era stato creato Cardinale
da Giovanni Paolo II
e reso pubblico nel Concistoro
del 26 novembre del 1994,
Diacono di San Sebastiano
al Palatino.

«La scomparsa del Cardinale Yves Congar»,
in “L’Osservatore Romano”,
venerdì 23 giugno 1995, p. 4.

Foto: Joseph Ratzinger e Yves Congar.
(Foto Religione digitale) / ihu.unisinos.br

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