Qasym-Jomart Toqaev scioglie il governo e decreta lo stato di emergenza
Kazakhstan. Il caro gas accende la rivolta
Qasym-Jomart Toqaev. L’aumento dei prezzi di gas e carburanti
incendia le piazze in Kazakhstan fino a spingere il presidente Qasym-Jomart Toqaev
a sciogliere il governo nella speranza di sedare la protesta
che ha assediato da ieri i palazzi delle istituzioni.
La “capitale” finanziaria kazaka, Almaty,
ha vissuto ore di scontri fra reparti della polizia
e massicce colonne di manifestanti
che si scioglievano e si riaggregavano imprevedibilmente,
in marcia nelle vie principali del cuore economico del Paese.
Gravi disordini anche all’altro capo del Kazakhstan,
la provincia di Mańğystau, ai confini occidentali.
Contemporaneamente sui mercati europei
saliva la febbre dei prezzi del gas:
+7,6% per l’area Ue, +8,5% per quella britannica.
Per tentare di disinnescare proteste ed escalation dei prezzi,
sul mercato interno ma anche su quello internazionale,
il presidente Qasym-Jomart Toqaev ha sciolto il governo
ed imposto lo stato di emergenza e coprifuoco ad Almaty
e nella provincia di Mańğystau.
Sarà il vice primo ministro Alikhan Smailov a reggere l’interim.
Suo mandato d’emergenza è trovare il modo di calmierare i prezzi del Gpl
(gas di petrolio liquefatti) che è stato percepito dai cittadini
non solo come l’ennesimo aggravio ma anche come il sicuro annuncio
della crescita dei prezzi dei generi alimentari.
Al momento in cui si scrive
continuano ad arrivare notizie sull’uso di granate stordenti
e lacrimogeni contro i manifestanti.
Ad Almaty la polizia ne avrebbe fatto un massiccio uso
per disperdere un migliaio di persone che muoveva
all’assedio di uno dei palazzi dell’amministrazione cittadina.
I manifestanti sarebbero riusciti a penetrare nell’edificio.
Dalla vicina Russia è giunto l’appello «al dialogo»
e non alla «sommossa».
Da “L’Osservatore Romano”, mercoledì 5 gennaio 2022, p. 4.
Foto: Qasym-Jomart Toqaev / wikidata.org