Pompei

Pompei – La tv fa riesploderne il mito

Pompei – L’ondata di morte
provocata dal Vesuvio nel 79 dopo Cristo
è stata per la verità notevolmente vitale
per la storia dell’archeologia.

In effetti, senza quella devastante eruzione
che causò migliaia di morti
e seppellì Pompei, Ercolano,
Stabia e Oplontis

non avremmo certo oggi uno dei siti archeologici
più importanti del mondo,
che permette di ricostruire dettagliatamente
la vita dei romani del primo secolo
e che suscita ancora grande interesse
da parte della televisione.

Ad eccezione di Stanotte a Pompei
di Alberto Angela
(indubbiamente pietra miliare sul tema,
sempre a disposizione su RaiPlay),

un ritorno di fiamma
c’è stato anche al giorno d’oggi
con l’intera serata,
sabato scorso, su Sky Arte,

che ha proposto dapprima
il docu-film di Pappi Corsicato
con Isabella Rossellini voce narrante
Pompei – Eros e mito
e a seguire il documentario
Pompei – Dopo l’eruzione;

inoltre ieri sera su Rai Storia
con Gli invisibili di Pompei
per la serie di Rai Cultura
Italia, viaggio nella bellezza.

Dei tre, a parte la particolarità
del docu-film di Corsicato
che rivisita Pompei in chiave moderna
con ricostruzioni a mo’ di fiction,

è apparso, a dire il vero, assai più interessante
il documentario di Rai Storia
a firma di Brigida Gullo
con la regia di Eugenio Farioli Vecchioli
perché propone l’ultima scoperta sotto la cenere:

la stanza degli schiavi a Civita Giuliana,
portata alla luce quasi del tutto intatta
nel novembre scorso.

Un ambiente che, in ogni modo,
offre uno spaccato del tutto unico
della realtà quotidiana della classe più umile
grazie anche all’ottimo stato di conservazione.

Da lì, con il commento di esperti
come il direttore del Parco archeologico
Gabriel Zuchtriegel,
inizia un viaggio nei luoghi meno conosciuti
e raccontati dei dintorni della città
da quelli ovviamente dei ceti più bassi
della società romana
fino alle ville di Stabia;
per finire al Museo “Libero D’Orsi”
da poco inaugurato.

Andrea Fagioli, «La tv fa riesplodere il mito di Pompei»,
in “Avvenire”, martedì 4 gennaio 2022, p. 25.

Foto: «La stanza degli schiavi» a Civita Giuliana /
napoli.repubblica.it

Lascia un commento