Napoleone

Napoleone – Tra il Cristianesimo e qualsiasi altra religione
c’è la differenza dell’infinito

 

Napoleone è il padre di questa affermazione
dettata al generale Bernard,
uno dei fedeli che lo ha seguito a Sant’Elena.

Si trova nelle Conversazioni religiose di Napoleone
(Conversation religieuses de Napoleon),
cap. V, Della Divinità di Gesù Cristo, pp. 117-118.

Opera

Napoleone si trova esiliato a Sant’Elena
e i suoi compagni d’esilio sono soliti
mettere per iscritto le conversazioni
avute con lui, conversazioni raccolte, appunto
nelle Conversaton religieuses de Napoleon.

In questo libro di memorie
vi è un denso capitolo (il cap. V),
in cui sono raccolti osservazioni
e pensieri dettati da Napoleone,
tra i quali alcuni sulla vita e l’opera di Cristo.

***

Ne trascrivo alcuni, dettati al generale Bernard.

«Io conosco gli uomini e le dico, generale,
che Gesù non era un uomo.

Gli spiriti superficiali vedono una somiglianza
tra il Cristo e i fondatori degli Imperi,
i conquistatori e le divinità di altre religioni.

Questa somiglianza non c’è:
tra il Cristianesimo e qualsiasi altra religione
c’è la distanza dell’infinito».

***

Napoleone – «In Licurgo, Numa, Confucio,
Maometto, io vedo altrettanti legislatori,
ma nulla in loro che mi parli di divinità…
fra Cristo e le creature più privilegiate
ed eroiche della terra non esiste
alcun termine ragionevole di confronto: è unico…

L’unico »che abbia osato affermare
“Io sono Dio!”.
Egli ha ottenuto quel che è più difficile
su questa terra: l’amore degli uomini».

***

Napoleone – «Lei, generale Bernard,
parla di Confucio, Zoroasto, Giove
e Maometto.

Ebbene, la differenza tra loro e Cristo
è che tutto ciò che riguarda tutti gli altri
denuncia la natura terrena (…)
Cristo affida tutto il proprio messaggio
alla propria morte: come può essere ciò
l’invenzione di un uomo?

Infatti, non lo è, ma è piuttosto
un segno strano, una fiducia sovrumana,
una realtà misteriosa (…)

Ma l’impero di Cesare quanti anni ha durato?
Per quanto tempo Alessandro si è sostenuto
sull’entusiasmo dei propri soldati? (…)

I popoli passano, i troni crollano,
ma la Chiesa resta.
Allora, qual è la forza che tiene in piedi
questa Chiesa assalita dall’oceano furioso
della collera e del disprezzo del mondo? (…)

Il mio esercito ha già dimenticato me,
mentre sono ancora in vita (…)
Ecco qual è il potere di noi grandi uomini!».

***

Napoleone – Dopo altre profonde osservazioni
sul Salvatore, che sorprendono e mortificano
la nostra freddezza, Napoleone,
di fronte al silenzio del suo fedelissimo,
confuso da tanta grandezza, conclude:

«Se voi non potete comprendere
che Gesù Cristo è Dio, io vi dico
che ho avuto torto a farvi Generale».

Giudizio sulla religiosità dell’imperatore

Napoleone Bonaparte, si è sempre scritto,
fu quello che fu, e politicamente agì come agì,
ovvero in forte senso anticattolico.
Di fatto esportò i pessimi principi
della Rivoluzione francese
nell’intera Europa.

Ma quando fu definitivamente esiliato
sull’isola di Sant’Elena, ebbe modo di riflettere
sulla sua vita, si riconciliò con la Chiesa,
e morì ricevendo i Sacramenti.

In altre parole,
secondo questa versione predominante,
Napoleone probabilmente di convertì
in fin di vita.

***

Napoleone, però, dalle «Conversazioni»,
risulta, in realtà, che si è sempre
considerato cristiano cattolico.

Eccone alcune testimonianze:

Al medico personale O’Meara,
che vide Napoleone
leggere il Nuovo Testamento
e gli faceva notare che
«correva voce che fosse un miscredente»,
Napoleone rispose:

«Non è vero, non sono mai stato ateo!
Quando ero a capo del governo,
appena ho potuto, ho tentato
di ristabilire la religione,
che è una grande consolazione per il credente,
soprattutto negli ultimi istanti della sua vita».

***

E nel 1817,
quando il medico informava l’imperatore
che si era diffusa la voce
che Napoleone fosse un cattolico romano,
Napoleone replicava:
«È vero, io credo ciò che crede la Chiesa».

Il dottor Antonmarchi ricordava,
nelle sue «Memorie»,
che Napoleone gli disse:
«Io non sono né medico, né filosofo;
io credo in Dio;
sono un cristiano, cattolico, romano».

Quando nel folto di una battaglia
la situazione si volge al peggio
e il generale Bernard cerca consiglio
nello sguardo dell’imperatore
per capire come agire,
Napoleone riesce ad esclamare:

«Io credo in Dio,
a causa di ciò che vedo
e di ciò che sento!».

***

A Sant’Elena, poi,
rivolto all’abate Vignali,
Napoleone disse:

«Sono nato nella religione cattolica,
voglio adempiere ai doveri che ne derivano,
e ricevere i conforti
che essa fornisce ai suoi figli.

Lei celebrerà tutti i giorni la santa Messa
nella stanza accanto,
ed esporrà il Santissimo Sacramento
durante le quarantore.

Dopo la mia morte,
lei porrà l’altare dalla parte delle mia testa,
nella camera ardente,
continuando a celebrare la Messa
e tutte le cerimonie del rito cattolico
che lei terminerà solo quando
sarò sepolto».

***

E al generale Bernard,
che gli chiede se abbia mai visto Dio,
Napoleone replica
che anche il genio umano
non si vede direttamente,
ma si vede l’effetto

«e da questo si risale alla causa,
e si crede che questa causa esista,
insomma che essa sia reale».

Foto: Gerbere rosse / foto dal cellulare

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