Giuseppe Antonio Tovini

Giuseppe Antonio Tovini (1841-1897) – Padre di famiglia e Terziario francescano –
16 gennaio

Giuseppe Antonio Tovini,
uno dei principali protagonisti del cattolicesimo sociale italiano del secondo Ottocento,
nasce a Cividate Camuno, in Valle Camonica (BS),
il 14 marzo del 1841, da Mosè e Rosa Malaguzzi, primo di sette fratelli,
in una famiglia di condizioni economiche modeste.

Fin dall’infanzia riceve un’educazione particolarmente austera,
secondo le tradizioni religiose e morali del luogo,
influenzate da un sottile giansenismo,
diffuso un po’ dovunque in Val Camonica e nel suo paese.
A ciò si aggiunge inoltre la ferrea disciplina delle scuole elementari
frequentate a Cividate e poi a Breno.

Nel 1852 a 11 anni, Giuseppe Antonio Tovini
entra nel Collegio municipale di Lovere (BG) dove rimane per sei anni
(fino al compimento della prima classe liceale nell’estate del 1858),
ricordato quale alunno esemplare, dotato intellettualmente e moralmente.

Ma le condizioni economiche della famiglia,
non gli permettono più di restare a continuare gli studi intrapresi;
perciò interviene in aiuto uno zio sacerdote
che gli fa ottenere un posto gratuito presso il Collegio per giovani poveri,
fondato a Verona dal Servo di Dio don Nicola Mazza,
frequentando gli ultimi due anni del liceo nel seminario diocesano.

Nel luglio del 1859, con la morte del padre,
Giuseppe Antonio Tovini si ritrova a 18 anni con cinque fratelli minori da mantenere,
essendo frattanto deceduto l’ultimogenito.

Ciononostante, conseguita la licenza liceale nel 1860,
Giuseppe Antonio Tovini si iscrive come privatista
alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Padova, per gli anni 1860-1864.
Lo zio sacerdote lo aiuta ancora a rimanere ospite del collegio “Mazza”,
trovandogli successivamente un lavoro presso uno studio legale veronese.
il piccolo stipendio viene arrotondato dando lezioni private.

Sul finire degli studi universitari, il 31 marzo 1865, muore anche la madre,
per cui Giuseppe Antonio Tovioni passa da primogenito a capofamiglia.

Nonostante tutto, nell’agosto 1865,
si laurea brillantemente all’Università di Pavia,
dove si è trasferito un anno prima,
al fine di poter conseguire un titolo che gli consenta di lavorare nel Regno d’Italia.

Nei mesi successivi si avvia alla professione
presso uno studio legale e uno studio notarile a Lovere.
Contemporaneamente accetta il gravoso incarico di vicedirettore
e di docente nel collegio municipale della cittadina locale, dove era stato studente.

In questo incarico, durato due anni, con la soddisfazione di tutti,
Giuseppe Antonio Tovini si distingue
perché è il solo a recitare la preghiera prima e dopo le lezioni
e far la Comunione ogni domenica.

Successivamente, nel 1867, si trasferisce a Brescia,
ospite dapprima di mons. Pietro Capretti,
quindi, come “praticante”, presso lo studio dell’avvocato Giordano Corbolani,
conseguendo l’abilitazione all’esercizio della professione nel 1868.

Il 6 gennaio 1875, il giorno dell’Epifania, nella chiesa di S. Agata in Brescia,
Giuseppe Antonio Tovini si unisce in matrimonio con Emilia Corbolani,
figlia del titolare dello studio dove lavora,
di dodici anni più giovane di lui, conosciuta sette anni prima.
Dalla loro unione nascono ben 10 figli,
di cui uno diverrà gesuita e due religiose.

Nel frattempo, è eletto sindaco della natia Cividate Camuno,
che gli dedicherà poi un monumento nella piazza.

In questo incarico, che tiene dal 1871 al 1874,
promuove varie iniziative per attuare opere di pubblica utilità:
dapprima sgrava il Comune dai molti debiti;
poi fonda nel 1872 la Banca di Val Camonica in Breno (di cui stende lo Statuto),
a sostegno delle imprese produttive;
infine inizia gli studi per la progettazione di una ferrovia che va da Brescia a Edolo,
che colleghi cioè la valle al capoluogo bresciano,
togliendola così dall’isolamento e risollevarne l’economia
(opera che sarà realizzata dopo la sua scomparsa).

Ma il centro dell’impegno politico di Giuseppe Antonio Tovini
si svolge a Brescia contro la dominazione laicista
che guida i consigli comunali e provinciali della città dall’unificazione d’Italia,
sotto il controllo di Giuseppe Zanardelli (1826-1903),
esponente di grande rilievo nazionale della sinistra liberale,
acceso anticattolico, ministro guardasigilli e presidente del Consiglio,
oltre a essere “padrone” assoluto della politica bresciana.

Sono gli anni successivi all’unificazione del paese,
compiutasi nel 1870 con la conquista di Roma.
Anni difficili soprattutto per i cattolici,
che vedono la patria guidata politicamente da un gruppo liberale ostile alla Chiesa
e il Papa prigioniero in Vaticano,
che non possono partecipare alle elezioni politiche per il divieto della Santa Sede,
ma che cominciano a organizzarsi per cercare di guidare i Comuni
attraverso la partecipazione alle elezioni amministrative.

Così, Giuseppe Antonio Tovini promuove,
con altri cattolici bresciani, l’Associazione Elettorale Cattolica,
per cui è eletto, prima consigliere provinciale del mandamento di Pisogne (BS),
e poi, nel 1882, primo e unico consigliere cattolico al Comune di Brescia.

Dopodiché, nel 1895, due anni prima della morte,
si compirà il trionfo politico con la definitiva sconfitta degli zanardelliani
e conseguentemente la conquista della maggioranza del Comune e della Provincia
da parte dei cattolici alleati ai liberali moderati.

Consapevole dell’importanza dell’informazione,
Giuseppe Antonio Tovini fonda inoltre periodici popolari
come «La madre cattolica» e «La voce del popolo»,
e contribuisce in modo determinante
alla fondazione del quotidiano cattolico Il Cittadino di Brescia,
che si pubblica a partire dal 13 aprile 1878, e di cui diventa amministratore.

Contemporaneamente, Giuseppe Antonio Tovini
prosegue nella sua vulcanica attività sociale a favore di singoli o categorie in difficoltà.
Nel settore caritativo sollecita le cucine economiche,
sostiene le “Conferenze di san Vincenzo”,
l’ “Istituto dei derelitti” e quello “delle convertite”.

Fra le iniziative più importanti e ricche di conseguenze nella storia italiana
vi sono, nel settore economico-finanziario,
oltre alla già menzionata fondazione della Banca di Val Camonica, nel 1872,
quella della Banca San Paolo di Brescia, nel 1888,
e del Banco Ambrosiano, nel 1896.

In quest’ultima iniziativa, quasi al termine della sua esistenza terrena,
Giuseppe Antonio Tovini impegnerà tutte le sue forze
– secondo quanto riportato da un suo biografo, il padre oratoriano Antonio Cistellini –
al fine di difendere la scelta che la banca abbia anzitutto finalità apostoliche
a sostegno delle opere del movimento cattolico e della scuola in particolare,
contro chi la vuole banca d’affari caratterizzata anzitutto dal momento economico.

Preoccupato inoltre della possibilità che la Chiesa perda il contatto con le masse operaie
in crescita con lo sviluppo dell’industrializzazione,
Giuseppe Antonio Tovini promuove la fondazione di Società Operaie Cattoliche
che cominciando da Lovere si estenderanno in tutta la Lombardia,
tanto che nel 1887 queste fiorenti Società possono celebrare il loro primo congresso;
inoltre nel 1885 propone la fondazione
dell’Unione Diocesana delle Società Agricole e delle Casse Rurali.

L’attività più geniale e pionieristica di Giuseppe Antonio Tovini,
tuttavia, è nel settore dell’educazione e della scuola,
dalla scuola materna all’università:
per cui si sente apostolo e missionario, dice: «le nostre Indie sono le nostre scuole».

Divenuto, inoltre, Presidente del Comitato diocesano dell’Opera dei Congressi, nel 1878,
da lì in poi, il ruolo di Giuseppe Antonio Tovini
nelle attività e iniziative istituite dalla diocesi,
diviene di primaria importanza;
di conseguenza percorre tutta la Provincia per promuovere ben 145 comitati parrocchiali.
Nel 1888 il Comitato Permanente dell’Opera apre a Brescia la Terza Sezione,
appunto dedicata all’istruzione e all’educazione, e ne affida a lui la direzione.

Contemporaneamente, il Governo fa chiudere il Collegio
dedicato al nobile bresciano venerabile Alessandro Luzzago (1551-1602),
che Giuseppe Antonio Tovini aveva fondato nel 1882;
ed egli allora intraprende la battaglia per la sua riapertura, finalmente ottenuta nel 1894
sotto il nome del poeta neoclassico bresciano Cesare Arici (1782-1836).

Giuseppe Antonio Tovini fonda, nel 1882
dapprima l’asilo Giardino d’infanzia S. Giuseppe,
poi il collegio Ven. A. Luzzago;
inoltre il Patronato degli studenti presso i padri della Pace nel 1889;
e infine l’Opera per la Conservazione della Fede nelle Scuole in Italia nel 1890,
dotandola di un periodico, Fede e Scuola.

Ancora, nel 1892 promuove la creazione di Circoli universitari cattolici
e collabora alla fondazione dell’Unione Leone XIII di studenti bresciani,
da cui nascerà la Fuci.
Per gli insegnanti, Giuseppe Antonio Tovini
propugna la compagnia di assicurazione “Lega per insegnanti cattolici”,
che opererà con il nome di Unione magistrale.

Successivamente, il 5 aprile 1893 fonda la rivista «Scuola italiana moderna»,
primo periodico a livello nazionale di carattere pedagogico e didattico, tuttora pubblicato.

Nel 1896, sostenendo la causa della Federazione universitaria cattolica,
al congresso di Fiesole, ripropone il progetto di un’Università cattolica in Italia
che completerà proponendo una raccolta di fondi a tal fine.
Sarà padre Agostino Gemelli a realizzarla.

Nel frattempo, Giuseppe Antonio Tovini entra nel Terz’ordine francescano.
Si avvicina al francescanesimo non soltanto per un motivo ascetico personale
ma come espressione di ecclesialità.

Il dinamismo di Giuseppe Antonio Tovini si rivela veramente sorprendente,
se si considera la sua gracile costituzione fisica
e le cagionevoli condizioni di salute,
che a partire dal 1891, andranno man mano peggiorando.

Giuseppe Antonio Tovini, oltre che uomo d’azione,
è soprattutto uomo di Dio:
uomo di preghiera, devotissimo all’Eucaristia e alla Madonna,
e ha spiccato il senso della Chiesa,
unito a una visione francescana della vita.
Mentre fonda banche e casse rurali,
promuove un’associazione per l’adorazione notturna al Santissimo Sacramento
e trascorre anche lui una notte alla settimana nella chiesa di San Luca con gli amici.

Personaggio di caratura nazionale,
Giuseppe Antonio Tovini alla domenica fa catechismo ai bambini della sua parrocchia.

Giuseppe Antonio Tovini muore il 16 gennaio del 1897, a soli 55 anni,
logorato da una malattia polmonare e dalle fatiche di una vita intensissima,
lasciando in tutti la certezza della sua santità.

La sua salma il 10 settembre 1922 è solennemente traslata
dal cimitero alla chiesa di S. Luca in Brescia, dove riposa tuttora.

È beatificato da san Giovanni Paolo II il 20 settembre 1998, a Brescia.

Nell’omelia pronunciata in occasione della Messa per la beatificazione del servo di Dio
celebrata nello Stadio Rigamonti di Brescia, Papa Giovanni Paolo II così lo descrive:
«Fervente, leale, attivo nella vita sociale e politica,
Giuseppe Antonio Tovini proclamò con la sua vita il messaggio cristiano,
fedele sempre alle indicazioni del Magistero della Chiesa.

Sua costante preoccupazione fu la difesa della fede,
convinto che – come ebbe ad affermare in un congresso –
“i nostri figli senza la fede non saranno mai ricchi,
con la fede non saranno mai poveri”.

Visse in un momento delicato della storia italiana e della stessa Chiesa
ed ebbe chiaro che non era possibile rispondere in pieno alla chiamata di Dio
senza una dedizione generosa e disinteressata alle problematiche sociali.

Ebbe uno sguardo profetico,
rispondendo con audacia apostolica alle esigenze dei tempi che,
alla luce delle nuove forme di discriminazione,
richiedevano dai credenti una più incisiva opera di animazione delle realtà temporali».

A Cividate Camuno esiste la casa di abitazione della famiglia
e il monumento alla memoria.

Numerose istituzioni, sia scolastiche sia assistenziali,
sono intitolate a Giuseppe Antonio Tovini,
in particolare la Fondazione Giuseppe Antonio Tovini di Brescia,
attore insieme con altri enti della Causa di canonizzazione.

È possibile ricordare per il territorio camuno
anche l’intitolazione del Consultorio famigliare di Breno,
del Biennio del liceo sempre di Breno
e della scuola secondaria inferiore dell’Istituto comprensivo di Darfo.

La festa liturgica è il 16 gennaio, giorno della nascita al cielo di Giuseppe Antonio Tovini.

Foto: Giuseppe Antonio Tovini / papalartifacts.com

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