Giovanni Paolo I visto da Vitali

Giovanni Paolo I visto da Vitali
Nel cuore del Concilio

 

L’esperienza e la conoscenza del Vaticano II
sono state fondamentali
nella visione teologica e pastorale di Luciani

Giovanni Paolo I visto da Vitali – Esistono
molti luoghi comuni su Giovanni Paolo I,
che finiscono per nascondere
il profilo di questo papa.

Il pontificato troppo breve
– trentaquattro giorni soltanto –
concluso da una morte improvvisa
ha scatenato le fantasie.

Laddove si riesca – faticosamente –
a riscattare quegli eventi
da congetture infondate,
rimane il cliché semplificatorio
della dolcezza o della bontà.

“Papa del sorriso”
è l’equivalente di “papa buono”
coniato per Giovanni XXIII:

in un caso e nell’altro,
l’immaginario collettivo
si ferma a una rappresentazione
troppo riduttiva delle due figure,

private completamente
dei contenuti complessi
che emergono dietro
e oltre i luoghi comuni.

***

Giovanni Paolo I visto da Vitali – Certo,
la grandezza di Giovanni Paolo I
non può essere colta
nel breve periodo del pontificato.

Nei pochi atti compiuti
nel settembre del 1978
è possibile intravedere
la direzione di un pontificato
che Albino Luciani,
appena eletto,

ha indicato nel discorso
al collegio cardinalizio,
trasmesso Urbi et Orbi
via radio il 27 agosto 1978.

Qui sono elencati i «sei vogliamo»
che costituiscono il programma
del pontificato.

Nella volontà di obbedire
al mandato di Cristo che gli chiede
di confermare i suoi fratelli (cfr Lc 22,32),

Giovanni Paolo I dichiara anzitutto
di «voler perseguire sine intermissione
l’eredità del Concilio Vaticano II,
le cui sapienti norme
bisogna ora portare ad effetto».

Bisogna vigilare – dice il papa –
«perché una spinta,
generosa forse ma improvvida,
non ne travisi i contenuti e il senso,
ma anche perché forze frenanti e pavide
non ne rallentino l’impulso
di rinnovamento e di vita».

Il richiamo forte al Concilio

Giovanni Paolo I visto da Vitali – Non è
senza significato che il primo dei sei volumus
gli altri riguardano la riforma della Chiesa,
l’evangelizzazione, l’impegno ecumenico,
il dialogo con il mondo,
l’azione in favore della pace –
riguardi il Concilio.

Il pontificato di Giovanni Paolo I
iniziava a soli tredici anni
dalla chiusura del Vaticano II,
al quale egli aveva partecipato
come vescovo di Vittorio Veneto.

Non stupisce, quindi,
trovare in quel discorso
un diffuso rimando al Concilio
quale evento decisivo
per il cammino della Chiesa,

e ai testi conciliari
come punto di riferimento
per la comprensione
della sua natura e missione.

Papa Luciani, ricordando Paolo VI,
afferma che «la sua repentina morte
ha messo nella giusta luce
questo grande e umile uomo
a cui la Chiesa deve lo splendore raggiunto
in questi quindici anni,
pur tra le contraddizioni e le ostilità,

nonché la sua opera immane,
infaticabile, senza soste,
affinché il Concilio Vaticano II
venisse portato a compimento
e affinché nel mondo
fosse salvaguardata la pace,
la tranquillitas ordinis ».

***

Giovanni Paolo I visto da Vitali – D’altra parte,
non è irrilevante la scelta del nome
– Giovanni Paolo –
che unisce in una sola memoria
i due papi che hanno fatto il concilio:

colui che con atto profetico
lo ha convocato;
colui che con paziente tessitura
lo ha portato a conclusione.

Giovanni Paolo I visto da Vitali
Interno della basilica di San Pietro durante il Concilio Vaticano II / santegidio.org

Quindi, nel discorso Urbi et Orbi,
il papa cita quattro brani
della costituzione dogmatica
Lumen Gentium (9. 11. 23. 46).

Due di questi
costituiscono gli snodi decisivi
dell’ecclesiologia conciliare.

Il primo si riferisce alla Chiesa
come popolo di Dio,
intrecciando stralci
di Lumen Gentium 9:

«Come ha detto il Concilio Vaticano II,
la Chiesa,
“dovendosi estendere a tutta la terra,
entra nella storia degli uomini,
benché allo stesso tempo
trascenda i tempi e i confini dei popoli.

Nel suo cammino
attraverso le tentazioni e le tribolazioni,

la Chiesa è sostenuta
dalla forza della grazia di Dio
che le è stata promessa dal Signore,
di rinnovare se stessa,
finché attraverso la croce
giunga alla luce
che non conosce tramonto”.

Nel piano di Dio,
che “ha convocato tutti coloro
che guardano con fede a Gesù,
autore della salvezza
e principio di unità e di pace”,

la Chiesa è stata da lui costituita
“perché sia agli occhi di tutti
e di ciascuno sacramento visibile
di questa unità salvifica».

***

Giovanni Paolo I visto da Vitali – Il secondo
si riferisce ai vescovi della Chiesa,
i quali «rappresentano la propria Chiesa
e tutti insieme con il papa
rappresentano la Chiesa universale
nel vincolo della pace, dell’amore
e dell’unità» (LG 23),

sottolineando come sia sua intenzione
«rinsaldare fortemente la collegialità,
avvalendoci della loro opera
nel governo della Chiesa universale,

sia mediante l’istituzione sinodale,
sia attraverso le strutture della Curia Romana,
a cui essi partecipano di diritto
secondo le norme stabilite».

Alla ricchezza delle immagini
che descrivono la Chiesa
nei capitoli I e II di Lumen gentium
– vigna, famiglia, gregge, popolo di Dio –

Giovanni Paolo I si riferisce
nel discorso ai cardinali
del 30 agosto 1978,
dove torna sull’aiuto
che i vescovi possono dare
alla Chiesa universale,

«nel clima instaurato
dal Concilio Vaticano II»,
che egli cita a braccio,
manifestando una vera conoscenza
della costituzione dogmatica sulla Chiesa.

Albino Luciani, padre conciliare

Giovanni Paolo I visto da Vitali – Emerge
da queste citazioni un aspetto,
che va tenuto presente
per capire Albino Luciani:
egli fu padre conciliare,
in quanto vescovo di Vittorio Veneto.

Su questo dato va fatta
una riflessione pacata.

Nelle narrazioni
del Concilio Vaticano II
grande enfasi è data
ad alcuni protagonisti di quell’evento:

i due papi in primis,
addirittura mettendo in tensione
se non in contrapposizione
il loro operato,
poi i teologi,
e alcuni tra i padri più influenti.

Raramente si è data importanza all’aula,
di solito presentata
come passiva e influenzabile.

Si dimentica, con questo giudizio
tanto supponente quanto superficiale,
che è la sancta Synodus
– l’assemblea dei vescovi –
il soggetto che ha fatto il Concilio.

Lo studio, sempre più frequente,
della partecipazione dei singoli vescovi
mostra come nell’aula conciliare
fossero presenti figure di tutto rispetto,
che hanno contribuito
in maniera decisiva
alla riuscita del Vaticano II.

***

Giovanni Paolo I – Tra queste
va senz’altro annoverato
il vescovo di Vittorio Veneto,
uno tra i più giovani padri
presenti in aula:

consacrato a quarantasei anni
nel 1958,
entrò in aula a soli cinquant’anni.

Come ogni vescovo
portava in dote la sua storia,
il suo ministero a servizio
di una diocesi di media grandezza,
le sue competenze,

e come tale
offriva il suo contributo di discernimento,
anche solo con il voto.

A questo sembra limitarsi la partecipazione
di Luciani al Concilio.
Non fece parte di commissioni,
non intervenne in aula.

Il solo testo
registrato negli Acta Synodalia,
volume II, tomo II, 798-802,
è una animadversio scripta,
cioè un contributo
inoltrato alla segreteria del Concilio,
che tratta il tema della collegialità.

Se l’effettiva partecipazione
ai lavori conciliari si misurasse
dal numero degli interventi in aula,
bisognerebbe concludere
che Albino Luciani fu una figura
di secondo piano
nel panorama del Vaticano II.

***

Giovanni paolo I visto da Vitali – La lettura
del testo rivela però qualcosa
di particolarmente interessante,
che lo studio delle carte di archivio
conferma ampiamente.

In quattro pagine densissime
emerge una padronanza
del metodo teologico,
che lascia trasparire
il profilo del professore di dogmatica,

formato alla scuola della Gregoriana,
dove aveva conseguito il dottorato
nel 1947 con una tesi su
L’origine dell’anima umana
secondo Rosmini. Esposizione e critica.

Ognuno dei passaggi dell’argomentazione
intreccia con maestria
una conoscenza profonda
della storia del dogma,
ma anche un’informazione puntuale
delle nuove posizioni teologiche.

Se corrisponde a verità
che il Vaticano II si è rivelato
il più grande corso di aggiornamento
a cui l’episcopato cattolico
abbia partecipato,

il vescovo Luciani è stato
uno degli iscritti
più partecipi e interessati:

sempre presente alle congregazioni,
annotando gli interventi,
chiosando gli schemi di documento,
sempre approfondendo le questioni
su una ricca bibliografia,
continuamente aggiornata.

***

Giovanni Paolo I visto fa Vitali – Nell’archivio
della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I
il materiale sul Concilio è ampio:

anzitutto i due volumi degli schemi
che ogni padre aveva ricevuto,
ampiamente chiosati
con una scrittura minutissima,

dove Albino Luciani
mostra una memoria prodigiosa,
con rimandi continui alla Scrittura
e ai testimoni della Tradizione.

A questi si accompagna
il Diario del Concilio,
nove quaderni
dove il vescovo di Vittorio Veneto
annotava le relazioni sui documenti
e gli interventi più interessanti:

una miniera che merita
di essere conosciuta e studiata.

Né vanno trascurate le agende,
dove affiorano,
non solo nel periodo conciliare
ma anche in seguito,
approfondimenti e commenti
ai documenti conciliari,

relativi soprattutto alla Chiesa
e alla sua missione,
nonché alla riforma della Chiesa,
tema che ritorna
con sorprendente frequenza
nelle note del futuro papa.

Pastore in ascolto

Giovanni Paolo I visto da Vitali – Questo
ricco materiale rivela una modalità
di partecipazione al Concilio
che costituisce ancora oggi
una lezione straordinaria.

Se tutta la vita di Albino Luciani
risulta essere un esempio
di apertura allo Spirito,

la stagione conciliare
è l’espressione esemplare
di come un pastore,
nella costante apertura all’ascolto
– di Dio e degli altri,
di Dio negli altri,
degli altri in Dio –

si lasci permanentemente forgiare
per essere uomo di Dio
all’altezza del compito
che Dio gli ha affidato.

Un tesoro in vasi di creta (cfr 2 Cor 4,7),
data la gracilità del corpo
e la salute cagionevole.

Ma con una forza e una tempra
che il collegio cardinalizio
aveva riconosciuto,
con una delle votazioni in conclave
più rapide e con un consenso larghissimo.

Il nome scelto rimandava
all’eredità del Concilio.

Dopo il volume sui testi
e i documenti del pontificato,
uno dei volumi dell’Opera omnia
a cura della
Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I
riguarderà proprio i Diari del Concilio
e tutto il materiale relativo al Vaticano II:

una autentica miniera per la conoscenza
non solo di Albino Luciani,
ma dell’evento conciliare stesso,
che il giovane vescovo di Vittorio Veneto
può aiutarci a comprendere più in profondità.

Dario Vitali (docente di Ecclesiologia,
Pontificia Università Gregoriana),
«Nel cuore del Concilio»,
in “Luoghi dell’Infinito”,
Mensile di Itinerari Arte e Cultura
di “Avvenire”,
settembre 2022, n. 275, pp. 48-51.

Foto: Giovanni Paolo I, in
“S.S. Giovanni Paolo I – Albino Luciani” /
facebook.com

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