Eurosia

Eurosia Fabris Barban (1866-1932) – Madre di famiglia, terziaria francescana – 8 gennaio

Eurosia Fabris nasce il 27 settembre 1866 a Quinto Vicentino,
grosso Comune a otto chilometri da Vicenza,
da Luigi e Maria Fabris, contadini.

È battezzata tre giorni dopo la nascita.
In casa tutti la chiamano Rosina.

Nel 1870, i genitori, insieme ai sette figli, si trasferiscono a Marola,
frazione del comune di Torri di Quartesolo (Vicenza),
dove Eurosia rimarrà per tutta la sua vita.

Qui frequenta solo le prime due classi elementari tra il 1872 e il 1874,
dovendo aiutare i genitori nei lavori dei campi
e la mamma nel disbrigo delle faccende domestiche.

In un tempo, in cui l’analfabetismo femminile supera il 75%,
è comunque una fortuna per lei poter imparare a leggere,
scrivere e far di conto;
la lettura è la sua passione:
i fratelli affermano che trascorre diverse ore a leggere, soprattutto la Storia Sacra.

Eurosa cresce nel clima cristiano della famiglia,
che ogni sera si riunisce per recitare il rosario.

Conduce la sua adolescenza e giovinezza nella preghiera,
nel lavoro, nella semplicità e nell’innocenza.

Nel 1885, quando Eurosia ha 19 anni,
la casa della famiglia Barban, vicina a quella dei Fabris,
è colpita da un grave lutto:
muore Stella Fiorina Fattori, moglie di Carlo Barban,
lasciando due figliolette, Chiara Angela e Italia, di 20 mesi la prima e 4 la seconda.

Assieme a loro vive il nonno Angelo, anziano e ammalato,
e il fratello di Carlo ancora minorenne, Benedetto.

Eurosia è richiesta di aiutare per le faccende domestiche
e la cura delle bambine.

Per tre mesi lavora in casa Barban, senza chiedere alcun compenso.

Un giorno, Carlo Barban le presenta la sua proposta di matrimonio.
Eurosia prende tempo, prega
e si consiglia con i suoi parenti e con il parroco di Marola.

Entrando nella famiglia Barban,
Eurosia è cosciente che non va a “fare la signora”.
Carlo possiede dei buoni e produttivi campi,
ma suo padre Angelo si è lasciato truffare,
lasciando il figlio in una pesante situazione debitoria.

Alla fine accetta,
prendendo la vita di famiglia come un dovere e una missione.

Il matrimonio è celebrato il 5 maggio 1886
nella loro chiesa parrocchiale di Marola:
tutti lo considerarono uno squisito gesto di carità.

Intanto la sua famiglia aumenta;
perde i primi due bambini,
ma poi ne ha altri sette,
tre dei quali si consacreranno a Dio come sacerdoti.

A questi, nel 1917, si aggiungono altri tre orfani di una nipote, Sabina,
morta mentre il marito è al fronte nella prima guerra mondiale.
Nessuno dei parenti vuole occuparsene,
ma Eurosia e Carlo non hanno tentennamenti e li accettano in casa.

Al marito, preoccupato di come si possa andare avanti, lei risponde:
«Coraggio Carlo,
pensiamo che il Signore ci vede e ci ama;
penserà lui a toglierci dalle necessità;
ci soccorrerà di certo, almeno per i nostri bambini,
egli che ama tanto l’innocenza».

Nel 1916 è istituita nella parrocchia di Marola
una comunità del terzo Ordine francescano.
Eurosia e il figlio Sante Luigi sono tra i primi ad iscriversi.

L’ordine francescano secolare [OFS] è una scuola di spiritualità:
seguire Cristo, osservando il santo Vangelo,
vivendo in povertà, obbedienza e castità.

San Francesco d’Assisi aveva adottato questo principio
applicandolo in tre forme diverse:

una scelta radicale per uomini consacrati totalmente a Dio,
l’Ordine dei frati Minori;

una proposta radicale per le donne
che volevano consacrarsi totalmente a Dio nella contemplazione, le Clarisse;

e il terz’Ordine francescano
per chi voleva rimanere nel mondo,
tra gli impegni quotidiani della vita, incluso il matrimonio:
Eurosia si mette alla scuola di San Francesco.

L’apostolato di Eurosia è spicciolo:
la sua testimonianza di vita cristiana ben vissuta,
con la preghiera assidua e la parola detta nel momento opportuno.

Prima di sposarsi è come il punto di riferimento per i fratelli
quando sorgono discussioni e dissapori.

Da ragazza quindicenne fa catechismo.

Dopo sposata, vive il matrimonio come una missione.
Difende i valori Cristiani che propone continuamente ai suoi figli
e a tutte le persone che avvicina.

«L’indomani, appena svegliati – racconta la figlia Italia –
voleva che ringraziassimo il Signore per la buona notte passata,
come lo pregassimo per il buon giorno che s’apriva;
e alla sera, lo stesso prima di coricarci, ma in ordine inverso».

Eurosia riassume tutto nel servizio.

La fonte della sua attività è la preghiera.
Approfitta dei momenti di silenzio per pregare.
Le attività domestiche e quella del cucito
sono accompagnate dalla meditazione.

La prima preoccupazione di Eurosia è la conversione dei peccatori;
prega e fa pregare per loro.
I poveri sanno che a mezzogiorno possono usufruire di una scodella di minestra
che Eurosia prepara per loro.

Qualsiasi occasione si presenti per fare del bene,
mamma Eurosia non se la lascia sfuggire.

Il 31 maggio 1930 muore il marito Carlo, dopo 45 anni di matrimonio.

Da quel momento, Eurosia si raccoglie ancora di più nella preghiera.

Confida al figlio don Giuseppe
che il Signore le ha rivelato il giorno della morte: mancano 19 mesi.
Si prepara sempre più alla morte, intensificando la preghiera.

Nell’autunno del 1931 si manifestarono i primi dolori reumatici
che invadono le giunture delle mani e dei piedi.
Il male progredisce estendendosi alle spalle e alle ginocchia
fino a costringerla a letto.
Non si lamenta dei dolori, anche se è palese che soffre.

I primi di gennaio del 1932 si manifesta una polmonite,
il respiro si fa progressivamente affannoso,
accompagnato da colpi di tosse sempre più frequenti.

Spira alle 21,30 dell’8 gennaio 1932, poco dopo che la si sente dire:
«Nelle tue mani, Signore, raccomando l’anima mia».

È sepolta nella chiesa di Marola, in attesa della Risurrezione.

Subito incominciano a manifestarsi le grazie
ottenute da quelli che invocano la sua intercessione come pure qualche miracolo.

Il 3 febbraio 1975 si apre il processo informativo
presso il Tribunale ecclesiastico di Padova.
Il 23 aprile 1977 si conclude il processo diocesano
e tutto il materiale è inviato a Roma
alla Congregazione delle cause dei santi.

Il 7 luglio 2003 papa Giovanni Paolo II attribuisce a Eurosia il titolo di Venerabile.

Il 22 giugno 2004 lo stesso Pontefice fa promulgare
il decreto sulla autenticità di una guarigione miracolosa di una donna
attribuita all’intercessione di Eurosia.

Qualche mese dopo è fissata la data della beatificazione: il 24 aprile 2005.

Tutto rimane fermo per la morte di Giovanni Paolo II
e il nuovo pontefice, Benedetto XVI
stabilisce che la beatificazione abbia luogo a Vicenza,
diocesi di nascita e di residenza di Eurosia.

Il rito della beatificazione avviene durante l’Eucaristia
celebrata nel pomeriggio del 6 novembre 2005
presso la cattedrale di Santa Maria Annunciata a Vicenza.

A presiederlo, in qualità di delegato del Santo Padre,
il cardinal José Saraiva Martins,
all’epoca Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

Si tratta della prima beatificazione in diocesi,
ma anche sul territorio italiano,
dopo le nuove indicazioni pubblicate nel 2005,
secondo le quali il rito si deve svolgere nella diocesi
che ha promosso la causa o in altra località idonea.

Il 13 settembre 2009,
l’allora vescovo di Vicenza mons. Cesare Nosiglia
la proclama “Patrona dei Catechisti”.

Il 14 maggio 2017 è proclamata Patrona dei Terziari francescani del Veneto.

Foto: Eurosia Fabris Barban / eurosiafabrisbarban.it

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