Chiesetta Madonna delle Vette

Chiesetta Madonna delle Vette
nella Val di S. Nicolò

 

Origine

Chiesetta Madonna delle Vette – A Trento
esisteva una strana Associazione studentesca,
la “Juventus”, nata nel 1919
per la formazione cattolica,
culturale e sociale dei giovani.

Ne furono animatori don Oreste
(quello che diventerà il vescovo Rauzi),
don V. Pisoni (è il “Don Zio”,
catechista al liceo Prati di Trento
a cui è dedicato
il rifugio SAT
sul Monte Casale)
e don Onorio Spada,
cappellano degli Alpini
(poeta e guida spirituale
di molti giovani
nel “secolo breve”).

Madonna delle Vette, in Val di S. Nicolò (con la neve)1 – commoms.wikimedia.org

In città
si sentiva il bisogno
di dare un riferimento estivo
per il riposo
e la vita comunitaria
dei giovani.
Ma anche
per dare spazio al
“pensiero forte e libero”
contro il “pensiero unico”,
che era stato imposto,
per decenni, dal fascismo.

Prima un pugno di tende,
una baita
e infine una chiesetta:
così il sogno divenne realtà.

Chiesetta Madonna delle Vette
Madonna delle Vette in Val di S. Nicolò (con la neve)2 – Foto di Syrio in it.m.wikipedia.org

Madonna delle Vette

È stata costruita nel 1964.
Gli studenti “iuventini”
la vollero a forma
di tenda-aquilone;
piantata nel prato
e pungente verso l’alto.

«Un tetto per pochi,
un riferimento per molti;
contemporaneamente protettivo
ed inquietante»,
scrissero coloro
che ne costruirono
la filosofia simbolica,
prima delle pareti di sasso
e di legno.

È dedicata
alla Madonna delle Vette.

Oggi,
ospita gruppi
e singoli di passaggio.

Madonna delle Vette in Val di S. Nicolò (interno) – it.m.wikipedia.org

Ambiente

Madonna delle Vette – Sulla strada
che porta alla chiesetta
della Juventus, si incontra
lo storico edificio
del “Crist de la Mont de Poza”,
preceduto da una “Via Crucis”
del XVIII sec., chiamato
“Cappella del Crocifisso”
(o Malga Crocifisso).

Dal ‘500 in poi,
segnava la conclusione
di un itinerario votivo,
che era percorso dai fedeli
per propiziare
la protezione divina
contro i troppi nubifragi
e le disastrose alluvioni
che tormentavano
la Val di Fassa.

In occasione
di questi tragici eventi,
la popolazione si raccomandava
a tutti i santi, faceva voti
e prometteva offerte alle chiese.
Si suonava
la campana a martello
per chiamare gente
che corresse ai ripari,
mentre le donne
invocavano l’aiuto di Dio.

Più tardi diventerà
uno dei luoghi processionali
delle rogazioni della Pieve
di S. Giovanni di Fassa.

Bepi Grosselli –
Roberta Gampiccolo,
«Chiesette alpine nel Trentino»,
Vita Trentina Editrice,
Trento 2008, p. 17.

Foto: Chiesetta Madonna delle Vette
in Val S. Nicolò / vitatrentina.it

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