Benedetto XVI visto da Guerriero

Benedetto XVI visto da Guerriero
Ragione, fede e amore
L’eredità di Joseph Ratzinger

 

Benedetto XVI visto da Guerriero – L’opera
che contiene in nuce il pensiero,
la teologia e l’amore,
e in un certo senso dunque anche l’eredità
che Joseph Ratzinger Benedetto XVI
lascia alla Chiesa e all’intera umanità
è il Dio della fede e il Dio dei filosofi.

Il piccolo volume riproduce la lezione magistrale
tenuta dal giovane teologo
nel giorno dell’inizio della sua attività accademica
presso l’università di Bonn nel 1954.

Il luogo dell’incontro
della visione filosofica
e di quella religiosa
è la ricerca della verità.
Tale ricerca deve essere applicata
con grande serietà tanto nel campo naturale,
quanto in quello religioso.

Quando questo avviene
le due ricerche sono destinate
a incontrarsi e a collaborare.

Benedetto XVI visto da Guerriero

Benedetto XVI visto da Guerriero – La ricerca filosofica
nasce dalla dignità dell’uomo e della sua ragione
che vuole comprendere la sua origine
e il suo destino.

La ricerca teologica conduce alla fede
nel Dio Creatore, nel Dio personale
che ha a cuore la sorte della sua creatura,
gli viene incontro,
l’ama fino a condividerne la natura,
a intessere con lei un dialogo d’amore.

Di qui la grande e ineliminabile differenza
tra pensiero umano e pensiero rivelato
all’origine di un dialogo
che non può essere mai superato o eliminato.

Nella filosofia è l’uomo che cerca Dio
a spiegazione del cosmo e di se stesso,
nella religione, in particolare in quella cristiana,
è Dio che si rivela all’uomo
e offre non solo un pensiero
ma comunione e amore.

Benedetto XVI visto da Guerriero

Benedetto XVI visto da Guerriero – Lo stesso
Ratzinger scriveva nel 2004
che questo filo conduttore
è presente tanto nella sua opera più famosa,
Introduzione al cristianesimo,
quanto in quelle successive.

Da parte mia mi permetto di aggiungere
che questa impostazione è presente
anche nel Catechismo della Chiesa cattolica,
che venne realizzato sotto la sua direzione,
e nella sua enciclica più famosa Dio è amore.

Se l’equilibrio tra ragione e fede
è stato il filo conduttore
della sua ricerca teologica,
questo non vuol dire
che egli non fosse un uomo
profondamente innamorato.

Benedetto XVI visto da Guerriero

Benedetto XVI visto da Guerriero – Al contrario
vale per lui quanto Pascal
scriveva nel suo Memoriale:
«Fuoco. Dio d’Abramo, Dio d’Isacco,
Dio di Giacobbe».

Senza dimenticare
quell’equilibrio fin qui descritto
Ratzinger fu un uomo profondamente innamorato.

Sotto la patina di delicatezza e di riserbo
con la quale si presentava,
egli nutriva affetto, comprensione e amore
che preservò in ogni situazione
e fase della sua vita.

Vi era anzitutto l’amore per Dio,
che con il trascorrere degli anni
divenne sempre più amore tenero
e appassionato per Gesù
che cercò di trasmettere ai fedeli
con la sua opera Gesù di Nazaret,
composta in gran parte durante il suo pontificato.

Vi era poi l’amore per la famiglia,
per il papà Joseph, suo omonimo,
e la mamma Maria,
per il loro esempio e la vita cristiana
trasmessa soprattutto con la preghiera:

«Pregavamo insieme tutti i giorni
prima e dopo ogni pasto,
il mattino, il mezzogiorno e la sera,
ma soprattutto dopo pranzo,
quando esprimevamo
le nostre richieste particolari».

Il padre Joseph, inoltre,
poche ore dopo la sua nascita
lo condusse in chiesa per il battesimo.
Era Sabato Santo
ed egli fu sempre grato per questa scelta
che a suo dire collocava la sua esistenza
come immersa nel mistero pasquale.

Benedetto XVI visto da Guerriero

Benedetto XVI visto da Guerriero – Dal canto suo,
mamma Maria fu particolarmente attenta
nel crescere ed educare
il più piccolo dei suoi tre figli.

L’affetto per i genitori
fu accompagnato da quello per i fratelli:
Maria e Georg.

La prima, Maria,
visse costantemente con lui
dalla sua nomina
a professore di teologia a Bonn
e poi nei suoi spostamenti successivi
in Germania e in Italia,
fino alla morte nel 1991.

Sulla sua tomba Joseph fece scrivere:
«Per 34 anni ha servito il fratello Joseph
in tutte le tappe del suo percorso,
con instancabile dedizione,
bontà e umiltà».

Con il fratello Georg, Joseph figlio condivise
l’ingresso in seminario, l’amore alla musica
che relativamente spesso indusse i due giovani
a recarsi in bici nella vicina Salisburgo
per partecipare ai concerti mozartiani,
e l’ordinazione sacerdotale
ricevuta nello stesso giorno.

L’amore per il fratello venne testimoniato
fino all’ultimo quando, già Papa emerito,
volle recarsi in Germania
per un ultimo saluto
nonostante l’avanzata condizione di infermità.

Benedetto XVI visto da Guerriero

Benedetto XVI visto da Guerriero – Vi era poi
l’amore per il suo paese,
la Germania.

A dire il vero Papa Benedetto
si considerava anzitutto bavarese,
amante dei luoghi,
delle tradizioni della Baviera.

Qui egli ebbe modo di essere introdotto
alla riforma liturgica, all’epoca agli inizi,
di accompagnare mamma Maria
ai santuari mariani di Maria Brunn
e Altötting dove si recò in particolare nel 1934
in occasione della canonizzazione
di san Corrado da Parzham.

A Frisinga studiò teologia
e venne ordinato sacerdote.

A Monaco fece i primi passi
nella cura d’anime
precisamente nella stessa parrocchia
dove alcuni anni prima
era presente padre Alfred Delp,
ucciso dai nazisti
a causa della sua testimonianza cristiana.

Regensburg, infine, la tappa conclusiva
del suo insegnamento teologico,
egli la considerava l’approdo definitivo
della sua vita.
Qui abitava già il fratello,
divenuto direttore del famoso coro
dei Passeri di Regensburg.

Qui si fece edificare una casa
al fine di trascorre il resto dei suoi giorni
insieme con il fratello e la sorella.

Benedetto XVI visto da Guerriero

Benedetto XVI visto da Guerriero – Allargando
brevemente lo sguardo alla Germania
bisogna subito aggiungere che se Ratzinger
rivendicava la sua origine bavarese
egli fu successivamente
professore a Bonn, Münster e Tubinga.

Il suo affetto, dunque,
si estese all’intero Paese,
a tutta una generazione
di professori e studenti amici,
all’intera Germania.

Va anche aggiunto
che nei suoi anni di insegnamento
egli costituì lo Schülerkreis,

un gruppo di studenti
che si riuniva presso di lui
per informarlo delle loro ricerche,
degli sviluppi del pensiero
in campo letterario, filosofico e teologico.

A questi incontri egli rimase fedele
dopo il suo approdo a Roma,
e anche negli anni del pontificato.

Dalla Baviera, dunque,
il suo affetto si estese all’intera Germania
e anche all’Europa
e ai Paesi dell’America latina.

Benedetto XVI visto da Guerriero

Benedetto XVI visto da Guerriero – L’approdo
a Roma nel 1981
avvenne per la volontà di Giovanni Paolo II
che lo aveva conosciuto
durante il concilio Vaticano II
e nutriva grande stima e affetto nei suoi confronti.

Come scriveva a conclusione
della sua autobiografia in occasione
del suo settantesimo compleanno nel 1997:

«Da allora – si riferiva al 1981 –
io ho portato il mio bagaglio a Roma
e ormai da diversi anni
cammino con il mio carico
per le strade della Città eterna».

Non immaginava
che sarebbe stato chiamato
a succedere a Giovanni Paolo II
e a rimanere nella capitale italiana
per la vita.

Roma è diventata così la città
dove egli ha vissuto più a lungo,
imparando a conoscere i romani,
l’Italia e gli italiani.

Mi confidava
in occasione di una mia visita
subito dopo il suo trasferimento
al monastero Mater Ecclesiae
dopo le sue dimissioni:

«Cosa vuole,
io ho qui i miei libri,
i fedeli compagni di una vita,
da qui vedo ogni giorno il cupolone.
Da qui sono in comunione con l’intera Chiesa.
Questo è per me già l’inizio del paradiso».

Benedetto XVI visto da Guerriero

Benedetto XVI visto da Guerriero – Vi era
Inoltre l’amore per la cultura italiana.

Nelle ultime opere,
perfino nella sua prima
e più importante enciclica,
viene citato il versetto conclusivo
della Commedia di Dante:
«L’amor che move il sole e l’altre stelle».

Non si può concludere questa rapida rassegna
senza un accenno
all’amore di Papa Benedetto
per la Chiesa universale.
Ne diede ampia prova
nella partecipazione come perito
al Vaticano II.

Scriveva al riguardo il teologo Congar
nel suo diario conciliare:
«Per fortuna c’è Ratzinger.
È ragionevole, modesto,
disinteressato, di buon aiuto».

Benedetto XVI visto da Guerriero

Benedetto XVI visto da Guerriero – Amava,
in particolare, la fede dei semplici.
Di questi egli scriveva:
«I poveri e i semplici di cuore
sono il tesoro più prezioso della Chiesa».

E invitava gli amici teologi
ad averne parimenti rispetto e affetto:
il servizio alla loro fede
è quanto di meglio si può fare
per il rinnovamento della Chiesa.

Con lo stesso spirito diresse la redazione
del Catechismo della Chiesa cattolica,
che venne portato a termine
in un tempo relativamente breve
e venne accolto favorevolmente
dai fedeli del mondo.

L’identica raccomandazione egli ha poi rivolto
ai sacerdoti ai quali ricordava
che il loro compito principale
era quello di restare alla presenza di Dio
e nello stesso tempo di essere
al servizio dei fedeli al fine di mantenere viva
la fiaccola della fede e della speranza.

Benedetto XVI visto da Guerriero

Benedetto XVI visto da Guerriero – Come
già accennato,
dopo le dimissioni il Papa emerito
si stabiliva nel monastero Mater Ecclesiae
in Vaticano.

Più volte mi ha confidato
di non ritenere che l’attesa
dell’incontro con il Signore
sarebbe durata così a lungo.

Personalmente sono convinto
che il Signore gli abbia chiesto
un ultimo sacrificio,
un’ultima testimonianza
a favore dell’unità della Chiesa,
in particolare, a favore della Chiesa
del suo Paese, la Germania.

Benedetto XVI visto da Guerriero

Benedetto XVI visto da Guerriero – Un’ultima
parola va detta
a testimonianza della stima e dell’affetto
che univa Papa Benedetto e il suo successore
Papa Francesco.

Soprattutto nei primi tempi
Papa Francesco si recava spesso a salutarlo,
gli chiedeva consiglio e preghiera.

A sua volta Papa Benedetto
lo accoglieva con il rispetto
dovuto al Pontefice in carica
e nelle sue preghiere
non mancava di chiedere al Signore
di sostenerlo nel suo ministero universale.

Elio Gueriero, «Ragione, fede e amore.
L’eredità di Joseph Ratzinger», in
“L’Osservatore Romano”,
Edizione straordinaria, 31 dicembre 2022, p. 14.

Foto: Benedetto XVI (Joseph Aloisius Ratzinger) /
insiemenews.it

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