Trasformata dalla grazia
Trasformata dalla grazia – La lettera vivente
di Dio, che sei tu, Maria,
comincia con una parola così vasta
da racchiudere in sé, come un seme,
tutta quanta la tua vita.
È la parola «grazia».
«Entrando da lei (l’angelo Gabriele) disse:
“Gioisci,
tu che sei stata trasformata dalla grazia»,
e di nuovo:
«Non temere, Maria:
hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,18.30).
***
L’angelo, nel salutarti,
non ti chiama con il tuo nome Maria,
ma ti chiama semplicemente
«trasformata dalla grazia»;
non dice: “Gioisci, Maria”,
ma dice: «Gioisci,
tu che sei stata trasformata dalla grazia».
Nella grazia è la tua identità più profonda.
Tu sei colei che è «cara» a Dio.
Sono molte le città, le cattedrali
e i santuari della cristianità
dove ti si venera con il titolo di
«Santa Maria delle grazie».
È uno dei titoli più cari al popolo cristiano.
***
Perché non fare un passo avanti
e non scoprire un titolo ancora più bello,
ancora più necessario:
«Santa Maria della Grazia», al singolare?
Perché,
prima di chiederti di ottenerci le grazie,
non chiediamo di ottenerci la Grazia?
Le grazie che ti si chiedono
e per cui si accendono candele,
e si fanno voti e novene,
sono in genere grazie materiali,
per questa vita;
sono le cose che Dio dà in sovrappiù
a chi cerca prima il Regno di Dio,
cioè la Grazia.
***
Trasformata dalla grazia – Quale gioia
ti diamo, o Maria,
e quale progresso realizziamo
nella devozione per te,
se, senza disprezzare il titolo
di “Santa Maria delle grazie”,
ci mettiamo a onorarti e invocarti
come ti ha rivelato la Parola di Dio:
come «Santa Maria della Grazia»!
(Mio adattamento del pensiero
di p. Raniero Cantalamessa).
Foto: Maria Mater Ecclesiae (mosaico)
Piazza San Pietro, Vaticano / vaticannews.va