Rave party

Rave party, in 500 sui monti

Rave party – Ad Arezzo sgomberato dopo 24 ore
maxi-raduno di giovani da tutta Italia
richiamati dal tam-tam sui social.
La discoteca all’aperto
era stata allestita sull’Alpe di Poti
nell’ex stabilimento delle acque.
Identificati i partecipanti

Rave party – Alla fine è durato meno di 24 ore
ma le intenzioni dei partecipanti
erano di portarlo avanti per giorni,
come è già successo
nei tempi scorsi in Italia
in altri eventi abusivi simili.

Nella notte di capodanno
un rave party non autorizzato
ha adunato nel monte di Poti,
subito fuori Arezzo, in Toscana,
circa 500 giovani, forse di più,
provenienti un po’ da tutta Italia.

Il tam tam si era diffuso via internet
nei giorni immediatamente precedenti.

Ma già dalla tarda serata del 31 dicembre
era iniziato il via vai di auto,
furgoni e camper,
al fine di raggiungere il luogo del ritrovo.

Un ritrovo situato, peraltro,
nei pressi dell’isolato stabilimento
per l’imbottigliamento
di acqua minerale “Fontemura”,
abbandonato da circa venti anni
e immerso nel verde dei boschi
che caratterizzano la zona.

Un via vai che ha subito dato nell’occhio,
visto che si tratta di un’area collinare,
poco frequentata e caratterizzata
da strade strette e sterrate
al fine di raggiungere
pochi gruppi di case sparse.

Subito sono partite le segnalazioni
da parte dei residenti preoccupati
dagli inusuali problemi al traffico
e dalle troppe persone che,
poiché avevano sbagliato strada,
in cerca del rave,
si riversavano nelle frazioni limitrofe.

Sul posto, già verso le 23,
sono intervenuti Carabinieri, Polizia di Stato,
Guardia di Finanza, Polizia Municipale
e Vigili del Fuoco di Arezzo
con dei posti di blocco
e così controllare l’accesso al monte di Poti,
presidiare l’assembramento e identificare i ragazzi.

La tempestività dell’intervento
ha ridotto sensibilmente
il numero dei partecipanti.

Il tutto, precisamente nella notte delle feste
e dei veglioni cancellati,
delle discoteche chiuse dal decreto
e, soprattutto, nel picco
della risalita dei contagi
a causa della diffusione
della variante Omicron.

A causa del contagio, infatti,
migliaia di persone
si trovano in quarantena.

E nel mentre anche ad Arezzo
è una delle città più colpite d’Italia
negli ultimi giorni
(739 casi per 100mila abitanti,
il 31 dicembre).

Un 74enne, residente nella zona,
indispettito a seguito di essere rimasto
imbottigliato nel traffico
è stato anche ferito a un sopracciglio
dopo aver ricevuto, nel corso di un diverbio
con il conducente di un camper,
una sportellata.

A dire la verità, il responsabile
si è presentato di seguito
spontaneamente agli agenti
dichiarando che si sarebbe trattato
di un fatto del tutto accidentale,
mentre la discussione era in corso.

A parte questo episodio,
non sono stati segnalati particolari disordini,
anche se non sono mancati
momenti di tensione
tra i giovani partecipanti al rave
e le Forze dell’Ordine.

«Nel corso della notte
non ci siamo accorti di nulla»
– racconta Ida Tiezzi della fraternità
di San Lorenzo a Pomaio,
situata a un paio di chilometri
di curve più sotto -.

«La mattina del primo gennaio,
– aggiunge –
quando con don Sergio Carapelli
ci siamo recati nella frazione di Molinelli
per la Messa, abbiamo subito notato
dell’insolita immondizia,
ben oltre il consueto.

Inoltre, abbiamo visto
un camper fuori strada
e incontrato, lungo la via,
diversi giovani,
qualcuno messo un po’ meglio,
altri scombinati proprio bene.

A metà mattinata,
nonostante la nebbia,
c’era ancora
un bel via vai di gente».

La musica, a tutto volume,
è stata, infatti, “sparata”
per almeno venti ore,
fino al pomeriggio
del primo gennaio.

La musica
si è quasi subito spenta
intorno alle 17 di ieri.

Era questo, infatti,
l’ultimatum della questura
e gli ultimi 200 partecipanti
sull’Alpe di Poti
sono piano piano andati via,
identificati dalle forze dell’ordine.

Come è stato detto,
sarebbe dovuta
andare avanti a lungo.
Molti, in effetti,
non volevano mollare,
spiegano le forze dell’ordine,
ma, alla fine, hanno ceduto.

Ad ogni modo,
saranno presi provvedimenti
dalle autorità competenti,
peraltro sanzioni e denunce.
Le identificazioni, infatti,
riguardano numerose persone.

Un episodio, questo del rave party,
che ricorda quanto accaduto
a cavallo di Ferragosto.

Allora, migliaia di giovani,
provenienti da mezza Europa,
si erano radunati nei pressi di Viterbo
per una festa all’insegna
di musica e sballo senza sosta.

Sei giorni di raduno non autorizzato
e soprattutto costellato
di tanti episodi di inciviltà,
microcriminalità e disordine,
proseguiti poi,
nei giorni seguenti allo sgombero,
anche in zone limitrofe.

Il rave party sul monte di Poti
ricorda anche quanto avvenuto
all’inizio del novembre scorso
tra Nichelino e Borgaretto,
alle porte di Torino.

Si è trattato di una festa non-stop,
durata tre giorni
in un’area abbandonata,
che portò all’identificazione
di 3mila giovani.

Luca Primavera, «Rave party,
in 500 sui monti», in “Avvenire”,
domenica 2 gennaio 2022, p. 15.

Foto: I controlli della polizia
al rave party sull’Alpe di Poti,
la montagna sopra Arezzo /
iltirreno.gelocal.it

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