McKay

McKay. L’errore fatale di non guardare in alto

McKay. Nelle feste natalizie 2021, un regalo molto speciale
è arrivato dallo sceneggiatore americano premio Oscar Adam McKay
con il suo film Don’t look up (Non guardare in alto),
interpretato da un cast d’eccezione
che annovera, tra tante altre, stelle del calibro di:
Leonardo di Caprio, Jennifer Lawrence e Meryl Streep.

Lo shock che questa “folle” storia provoca nello spettatore
è qualcosa di completamente nuovo
che impone a tutti un’attenta riflessione
su alcuni drammatici paradossi del nostro tempo.

Nel racconto di Oscar Adam McKay,
una grande cometa punta dritta sul nostro pianeta
e gli scienziati comprendono immediatamente
che l’evento può distruggere per sempre la vita sulla terra.

Il disperato appello dei ricercastori,
prima alla politica, poi ai media e infine alle persone,
non scatena però le reazioni attese.

L’intera società sembra rapita da un farneticante delirio collettivo,
che gli fa elaborare il pericolo con frenetica superficialità,
come si divora un hamburger tra un appuntamento di lavoro e l’altro.

La politica lo tratta come un argomento elettorale, prima pericoloso
e da tacere, poi conveniente e da sfruttare per il consenso elettorale.

Non meno imbarazzanti i mezzi di comunicazione di massa,
che trattano la minaccia come un contenuto da vendere,
del quale esaltare la capacità d’intrattenimento,
ma stando attenti a nascondere la gravità della cosa,
perché potenzialmente in grado di far cambiare canale allo spettatore ansioso.

Da ultimo, le persone reagiscono alla tragedia
con la superficialità tipica dei social network,
trattando il tema e i protagonisti come gli elementi di uno show mediatico,
da commentare e criticare a distanza,
senza mai collegarlo ad un rischio reale per le proprie vite.

Nonostante l’assurdità di questo drammatico scenario, nel film di McKay
la tenacia degli scienziati riesce ad ottenere l’attivazione di una,
ancorché poco convinta, missione di soccorso.

Tutto sembrerebbe finalmente aver preso la giusta direzione,
quando arriva il colpo di scena:
gli shuttle, partiti dalla terra per andare a deviare la cometa,
tornano improvvisamente indietro.

Uno degli uomini più ricchi di sempre aveva infatti scoperto
che nell’asteroide si trovavano metalli preziosi, il cui esaurimento sul pianeta
stava rallentando la produzione di telefonini e altre tecnologie digitali.

Essendo un forte finanziatore della politica,
il miliardario non aveva avuto alcuna difficoltà a fermare la missione
sostituendola con un’altra che attenuava l’impatto dell’asteroide sulla terra
con gravi perdite umane ritenute accettabili
perché in grado di assicurare ancora più ricchezza e benessere per tutti.

Troppo forte l’idea del denaro che viene dallo spazio,
troppo grande la fede in un miliardario che promette di condividerla.
E così politica, media e popolazione non esitano un solo istante
a sposare il folle piano criminale del miliardario
e mettere nuovamente da parte l’allarme ormai disperato degli scienziati.

Questo almeno fino a quando la cometa non diventa visibile ad occhio nudo.
È solo allora infatti che, per quanto ormai troppo tardi,
l’umanità comincia finalmente ad elaborare il pericolo.

Anche di fronte a morte certa però, la popolazione si divide
tra chi decide di “guardare in alto” – e accettare il proprio destino
rivolgendo almeno l’ultimo sguardo agli affetti più cari –
e chi resta aggrappato al delirio collettivo
di una giostra mediatica senza coscienza, rispondendo ciecamente
all’invito di politici e miliardari a “non guardare in alto”!

Qualcuno potrebbe bollare il film di McKaycome simpatico e surreale.
Ma ad uno sguardo attento non sfuggirà quanto certi paradossi
siano drammaticamente reali nella società del ventunesimo secolo.

Viviamo un tempo in cui la scienza
lancia continui appelli al buon senso di tutti
per i gravi rischi del cambiamento climatico.
Le specie animali e vegetali si estinguono ad una velocità
cento volte superiore a quella naturale
e il pericolo di danni irreversibili sul clima
minaccia la sopravvivenza stessa del genere umano.

Il riscaldamento globale è un dato oggettivo e misurabile
di cui sono già visibili a tutti – come la cometa di McKay – i fenomeni più eclatanti:
desertificazione; scioglimento dei ghiacciai
con conseguente perdita di interi territori;
esponenziale riduzione della biodiversità;
fame e povertà generate da modelli economici predatori;
imponenti migrazioni climatiche.

Eppure la politica continua a trattare l’evento come un argomento elettorale;
i mezzi di comunicazione di massa trattano la minaccia
come un contenuto da vendere; la gente elabora questo pericolo
con la superficialità tipica dei social network,
ignorando i rischi per la propria stessa vita.

Guardare il film di Oscar Adam McKay
aiuta ad apprezzare in modo nuovo l’opportunità straordinaria
che Papa Francesco offre alle donne e agli uomini dei nostri anni,
invitando tutti a “guardare in alto” prima che sia troppo tardi.

Aiuta a capire quanto non sia affatto scontata
l’esistenza di una voce dalla eco planetaria come la sua,
alla quale non stanno mai a cuore gli interessi materiali di un sistema tecnocratico,
quanto piuttosto la qualità delle nostre vite e il futuro dei nostri figli.

Sta a noi allora accogliere questo messaggio di speranza
e diventare protagonisti del nostro tempo,
partecipando la grande conversione ecologica
alla quale la storia ci chiama con forza,
evitando alla nostra generazione l’imperdonabile
e fatale errore di “non guardare in alto”.

Pierluigi Sassi, «L’errore fatale di non guardare in alto.
Considerazioni attorno al film ”Don’t look up”»,
in “L’Osservatore Romano”, lunedì 3 gennaio 2022, p. 9.

Foto: Cast del film di Oscar Adam McKay, Don’t look up / vogue.it

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