La Chiesa donne con uomini

La Chiesa donne con uomini
L’ultimo saggio della biblista francese Anne-Marie Pelletier:
riparare il rapporto, non limitarsi a un faccia a faccia armato tra i sessi

 

La Chiesa donne con uomini – Nel 2018
il premio Nobel per la Pace
è stato assegnato congiuntamente
a un uomo e a una donna,
osserva la teologa e biblista francese
Anne-Marie Pelletier,
vincitrice del premio Ratzinger nel 2014.

La donna è Nadia Murad che,
come tante altre donne yazide
vittime dell’Isis,
è stata rapita, ridotta in schiavitù
e sottoposta
a violenze sessuali abominevoli.

Dopo essere riuscita a fuggire
grazie all’aiuto
di una famiglia musulmana di Mosul,
e dopo essere stata accolta in Germania,
ha deciso di dedicarsi
alla difesa del suo popolo.

L’uomo è Denis Mukwege,
medico congolese
che aiuta le donne della regione di Kivu,
nella Repubblica Democratica del Congo,
vittime di stupri di guerra e di mutilazioni.

«Insieme – scrive la Pelletier –
sono testimoni di una resistenza di umanità
più potente delle forze malvagie
che umiliano, asserviscono e distruggono…».

La Chiesa donne con uomini

Questo duplice premio Nobel,
contrappunto di un’attualità che mette in luce
«una vera internazionale dell’umiliazione delle donne»,
indica un’occasione da cogliere:

quella di non limitarsi a
«una faccia a faccia armato tra i sessi»
o «alla sola promozione della parità
nella condivisione dei poteri e delle responsabilità».

Perché,
ed è questa la pietra angolare del suo saggio
L’Église, des femmes avec des hommes,
(Le Cerf, 2019),

«la verità finale della nostra umanità sessuata
è l’acquiescenza alla nostra comune dignità,
che fa degli uomini e delle donne
dei partner e dei collaboratori,
alla ricerca comune della vita felice
che culmina nella loro celebrazione reciproca».

Una verità antropologica
«che riguarda tutta l’umanità,
ma che entra direttamente in contatto
con ciò che è in gioco nella salvezza
che la fede professa
mettendo l’alleanza
al centro del rapporto con Dio».

Per la Pelletier è dunque urgente
riparare la relazione uomo-donna.
Si tratta di un lavoro in profondità
in cui la Chiesa può e deve essere profetica.
Non foss’altro perché Gesù dà l’esempio,
nel contesto che gli è proprio,
di un modo di relazionarsi con le donne inedito.

La Chiesa donne con uomini

Ma come può essere profetica?

Rispondendo, come fa Anne-Marie Pelletier,
all’appello di Papa Francesco a elaborare
una teologia «intrinsecamente femminile».

«Non si tratta di saturare di femminile
la verità teologica», precisa la teologa.
«Sarebbe solo riprodurre in simmetria
la tradizione maschile precedente.

Si tratta di un’altra necessità,
quella di accedere a una visione plenaria,
dunque bifocale,
delle cose dell’umanità e delle cose di Dio,
che non è soltanto una giustizia,
ma anche una richiesta di principio,

dal momento che la riflessione
fa riferimento a Scritture che,
fin dalla loro prima menzione dell’umanità,
la definiscono
attraverso la sua qualità d’immagine di Dio
e l’articolazione al suo interno
della differenza dei sessi».

Il che implica al contempo
una presenza più incisiva delle donne
negli ambiti di riflessione
e di decisione della Chiesa
e una riflessione profonda
sul «segno della donna»:

poiché non possono
essere ordinate al sacerdozio,
osserva la teologa,
le donne ricordano
che il sacramento del battesimo
non può essere superato.

La Chiesa donne con uomini

«Restituire al sacerdozio battesimale
la sua centralità – prosegue –
non significa che questa
possa privarsi di una struttura ministeriale,
dando una testa al corpo ecclesiale
e assicurando una funzione di presidenza,
che si occupi del servizio dell’unità e della carità.

Il problema da affrontare riguarda piuttosto
il posto rispettivo di ognuno dei due sacerdozi
e la loro giusta articolazione
per il bene della vita dei cristiani.

Nel caso specifico,
si tratta di far sì
che le provocazioni dei tempi
portino a esplicitare in modo nuovo
la funzione e la necessità
del sacerdozio ministeriale».

Sacerdozio che si deve intendere
sia come «visibilità di Colui
che ha promesso ai suoi discepoli:
“Sarò con voi tutti i giorni
fino alla fine del mondo”»,

sia come «supplenza visibile
dell’invisibilità di Cristo
entrato ormai nella sua Gloria»,
in questo nostro tempo «penultimo».

La Chiesa donne con uomini

Ecco, dunque,
il possibile e potente «segno della donna»
esplicitato come annuncio del Regno.

Purché tale segno possa dirsi
ed essere visto.

Ne va, allo tempo stesso,
della fedeltà al Vangelo
e della credibilità della parola cristiana
nel mondo.

Marie Cionzynska, «La Chiesa donne con uomini.
L’ultimo saggio della biblista francese
Anne-Marie Pelletier: riparare il rapporto,
non limitarsi a un faccia a faccia armato tra i sessi»,
in “Donne Chiesa Mondo”
Mensile de “L’Osservatore Romano”,
ottobre 2019, n. 83, pp. 4-5.

Foto: Papa Francesco saluta Nadia Murad
durante l’udienza generale in piazza San Pietro
(3 maggio 2017) / domradio.de

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