Faleiro

Faleiro nell’India più oscura

 

La tragica vicenda di Padma e Lalli,
«Le brave ragazze»
del titolo dell’opera della scrittrice,
simbolo di tutte le donne oppresse

Faleiro – «“Se le ragazze
non fossero morte,
quali misure avreste preso
per tutelare l’onore della famiglia?”,
gli aveva chiesto la donna.
“Le avremmo uccise”,
aveva risposto lui”».

Le parole sono solo in apparenza di fantasia.
Tutto in Le brave ragazze di Sonia Faleiro
(Neri Pozza, pagine 334, euro 22,00),
è drammaticamente reale.

Il fine dell’autrice,
scrittrice e giornalista di inchiesta,
del resto, è di fare
la «cronaca di una morte come tante»,
come si legge nel sottotitolo.
Come troppe.

Faleiro

Nella vicenda di Padma e Lalli,
16 e 14 anni,
trovate appese all’albero di un frutteto,
nel villaggio di Katra, nell’Uttar Padesh,
il 27 maggio 2014,
si legge in controluce l’orrore quotidiano
con cui sono costrette a fare i conti le indiane.

Il gigante asiatico,
con un Pil doppio rispetto al Canada,
è una potenza internazionale.

Eppure tuttora è considerato
uno dei luoghi peggiori
– nel 2012 occupava addirittura
il vertice della classifica –
al mondo dove nascere donna.

Quell’anno,
il feroce stupro di una studentessa
in un bus di Nuova Delhi
ha mostrato al mondo
la tragica condizione femminile
nascosta dietro i lustrini della modernità.

«La crescita economica del Paese
aveva portato a un aumento del reddito,
e la vigilia del raccolto, il 26 maggio,
era entrato in carica un nuovo primo ministro,
il carismatico Narendra Modi,
con il suo slogan travolgente:
presto arriveranno giorni buoni.

In attesa di quel futuro migliore,
la maggior parte delle famiglie di Katra
viveva senza elettricità, senza gas,
senza acqua corrente né servizi igienici».

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Nell’India rurale la miseria strangola tutti.
Il laccio che stringe le donne, però,
è ancora più soffocante:
una serie di divieti non scritti
ne sancisce la discriminazione.

«Basanta era un’adolescente esausta
con una gracile bimbetta di un anno.
Cucinava e puliva per l’intera famiglia (…)

Una volta sbrigate tutte le possibili faccende
della casa semi-vuota,
Basanta si lasciava cadere a terra.
Le mosche le si posavano addosso,
attirate dal sudore
che trapelava dalla stoffa sottile
del corpetto sudicio».

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È stato questo sistema di esclusione
ad uccidere Padma e Lalli,
cugine inseparabili, compagne
di avventure e di piccole ribellioni
con cui cercavano di sfuggire
alla condanna atavica alla sopportazione
che grava sulle indiane.

A pronunciarla sono gli stessi genitori.

Perciò, per queste ultime, «la prima sfida
è riuscire a sopravvivere alla propria famiglia»,
spiega Faleiro che, nella primavera del 2015,
è tornata in India da Londra

per realizzare una scrupolosa inchiesta
sulla tragedia durata tre anni
e basata su centinaia di interviste
e migliaia di documenti.

Il risultato è un libro crudo e poetico,
in bilico tra reportage e romanzo.

Parlando della condizione femminile,
Le brave ragazze denuncia
l’oppressione e l’ingiustizia
che impediscono agli esseri umani
di sviluppare il proprio potenziale.

Non si tratta, però, di una realtà immutabile.
«La gente ha necessità
di acqua pulita e cibo sostanzioso,
di case sicure e servizi igienici.
Ha necessità di istruzione,
di posti di lavoro e empowerment
– conclude Faleiro -.

E i giovani meritano il diritto
di sperare e sognare».

Lucia Capuzzi, «Faleiro nell’India più oscura»,
in “Avvenire”, martedì 3 gennaio 2023, p. 21.

Foto: Copertina di «Le brave ragazze»
di Sonia Faleiro / neripozza.it

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