Fede è fatica

Fede è fatica

 

Fede è fatica – É difficile credere,
ma è ancora più difficile
conservare la fede nel quotidiano,
nel frastuono della vita,
in mezzo a tante difficoltà.

Ogni giorno dobbiamo pregare
perché la nostra fede,
il nostro modo di agire
siano conformi alla legge di Dio.

La fede non è una realtà di un momento,
ma lo è di ogni attimo.

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Fede è fatica – Santa Teresa di Couderc,
fondatrice del Cenacolo, dice:
«Che cosa importa
se i miei piedi nudi e feriti
riempiono i miei zoccoli di sangue…
Ricomincerei volentieri il cammino:
ho trovato cosi bene il Signore».

Anche noi, quindi,
non siamo esonerati dal camminare.

Gentile Fuochi da «Fede è fatica»;
in «Regina Martirum»,
Torino, 2° semestre 1989, p.55.

***

Fede è fatica – Così, ora,
la mia fede vacilla.
È come uno straccio
legato in cima al palo del telegrafo.
Lo sbattono tutti i venti del dubbio,
lo schiaffeggiano senza pietà.
Che cos’è il bene
e dove incomincia il male?

Il nostro direttore di scuola,
Anagnostu, non è più qui
a spiegarmelo.

Vorrei poter vedere il Signore,
per supplicarlo di ridarmi la fede.
Una fede qualsiasi:
in Lui, nel Bello o nel Brutto.

Il mio affanno chiama
dal fondo del ricovero gridando:
«Signore, Signore!
Vieni in soccorso
alla mia mancanza di fede!».

E, se Egli non può darmi
nessun’altra fede,
che mi consolidi almeno
nella mia incredulità.
Perché,
fra tutte le infermità dell’anima,
la più terribile è il dubbio.

Stratis Myrivilis, da «Quaderni di guerra
del sergente Costula», ed. Mondadori,
Verona, 1965,
tr. Alessandro Manganaro, p. 175.

***

Fede è fatica – Un’ultima domanda:
a chi ha poca fede, a chi l’ha smarrita,
a chi si sente incerto,
lei come intellettuale cattolico,
convinto e convincente,
che cosa direbbe?

Di leggersi il Vangelo
in grande solitudine, senza chiedere
troppi consigli e spiegazioni.
Occorre prendere
un contatto diretto con esso.

Quelli che sono stati distolti dalla fede
da polemiche religiose
o da letture d’altro genere,
si prendano in mano il Vangelo,
se lo leggano con avidità.

Li troveranno la più grande,
anzi l’unica vera rivoluzione
di tutti i tempi,
che consiste in questo:
Dio, attraverso Gesù, suo Figlio,
si mette a nostro servizio
e si fa tutto in tutti.

Chi, invece,
ha considerato il Vangelo
come un fatto di potere alternativo,

come sono state
tutte le altre rivoluzioni della storia
– compresa quella francese
e quella sovietica –

non ha mai capito niente del Vangelo,
anzi ha fatto la più grande offesa
al volto di Cristo.

Italo Alighiero Chiusano,
da «Le ragioni della mia speranza»,
di Antonio Ugenti; in «Madre e Regina»,
maggio 1988, p. 19

***

Fede è fatica – Vado perdendo
la sicurezza di una volta.
In questo turbinio di mutamenti
non ci sono più punti di riferimento.

Perché non confessarlo?
Talvolta,
pare che non abbia mai avuto fede.
Che fare?

Gane Antonio

***

Fede è fatica – Come si fa
a non partecipare alla sua sofferenza
e non condividere i suoi interrogativi
che, forse, oggi più che mai,
sono patrimonio di tanti?

Il mutamento cui fa cenno,
può anche esser maturazione:
perciò, non va rifiutato a priori.

Piuttosto, bisognerà convincersi
che la fede non è una polizza
per tutta la vita,
ma diviene,
cioè si matura e si fa evolvere
con l’andare dell’età.

I nostri tempi
hanno messo in discussione
principi saldi e certi:
pare che oggi
ci siano meno certezze
e più sofferta fede.

Ma non bisogna scoraggiarsi;
non bisogna concludere
di non avere mai avuto fede.

Probabilmente,
c’è bisogno di una purificazione,
per vincere la monotonia che,
non raramente,
produce incoscienza ed abitudine.

Interrogarsi non è male,
se le risposte impegnano positivamente
le nostre coscienze.

padre Luigi Monaco,
da «Corrispondenza con i lettori»;
in «Campania serafica»,
Napoli, ottobre 1989, p. 190.

Foto: Achill Island, Irlanda
(© lucafabbian / iStock /
Getty Images Plus)

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