La ginnastica del desiderio

La ginnastica del desiderio

 

II desiderio amplia
le nostre capacità recettive.

La ginnastica del desiderio – Che cosa
saremo dunque,
allorché potremo godere questa visione?
Che cosa ci è stato promesso?
«Noi saremo simili a lui,
perché lo vedremo come è» (1 Gv 3,2).

La lingua si è espressa meglio che ha potuto,
ma il resto bisogna immaginarlo con la mente.

Infatti, che cosa ha rivelato
lo stesso Giovanni
a paragone di Colui che è,
o che cosa possiamo dire noi creature
che siamo cosi lontane dalla Sua grandezza?

***

La ginnastica del desiderio – Ritorniamo perciò
a soffermarci sulla sua unzione,
su quella unzione
che ci insegna interiormente
quanto non siamo capaci
di esprimere in parole.

E poiché ora
non potete avere questa visione,
vostro compito è desiderarla.

L’intera vita del fervente cristiano
è un santo desiderio.

Ciò che poi desideri,
ancora non lo vedi,
ma vivendo di sante aspirazioni
ti rendi capace di essere riempito
quando arriverà il tempo della visione.

Se tu devi riempire un recipiente
e sai che sarà molto abbondante
quanto ti verrà dato,
cerchi di aumentare
la capacità del sacco, dell’otre
o di qualsiasi altro contenitore adottato.

Ampliandolo,
lo rendi più capace.
Allo stesso modo si comporta Dio.

***

La ginnastica del desiderio – Facendoci attendere,
intensifica il nostro desiderio,
col desiderio dilata l’animo
e, dilatandolo, lo rende più capace.

Cerchiamo, quindi,
di vivere in un clima di desiderio
perché dobbiamo essere riempiti.

Considerate l’apostolo Paolo,
che dilata il suo animo,
per poter ricevere ciò che verrà.

Dice infatti: «Non che io
abbia già raggiunto il fine
o che io sia perfetto;
non penso di avere già raggiunto
la perfezione, o fratelli» (Fil 3,13).

Ma allora che cosa fai, o Paolo,
in questa vita,
se non hai raggiunto
la soddisfazione del tuo desiderio?

«Questo soltanto so:
dimentico del passato
e proteso verso il futuro,
corro verso la mèta

per arrivare al premio
che Dio ci chiama
a ricevere lassù,
in Cristo Gesù» (Fil 3, 13-14).

Paolo ha dichiarato
di essere proteso verso il futuro
e di tendervi pienamente.

Era consapevole
di non essere ancora capace
di ricevere «quelle cose
che occhio non vide,
né orecchio udì, né mai entrarono
in cuore di uomo» (1 Cor 2,9).

***

La ginnastica del desiderio – In questo
consiste la nostra vita:
esercitarci col desiderio.
In effetti, la nostra vita
è una ginnastica del desiderio.

Il santo desiderio sarà tanto più efficace
quanto più strapperemo le radici
della vanità ai nostri desideri.

Già abbiamo detto altre volte
che, per essere riempiti,
bisogna prima svuotarsi.
Tu devi essere riempito dal bene,
e quindi devi liberarti dal male.

Supponi che Dio
voglia riempirti di miele.
Se sei pieno di aceto,
dove metterai il miele?

Bisogna liberare il vaso
da quello che conteneva,
anzi occorre pulirlo.

Bisogna pulirlo
magari con fatica e impegno,
se occorre,
perché sia idoneo a ricevere qualche cosa.

***

La ginnastica del desiderio – Quando diciamo
miele, oro, vino, ecc.,
non facciamo che riferirci
a quell’unica realtà
che vogliamo enunziare,
ma che è indefinibile.
Questa realtà si chiama Dio.

E quando diciamo Dio,
che cosa vogliamo esprimere?
Queste due sillabe sono
tutto ciò che aspettiamo.

Perciò, qualunque cosa
siamo stati capaci di spiegare,
è al di sotto della realtà.

Protendiamoci verso di lui,
perché ci riempia quando verrà:
«Noi saremo simili a lui,
perché lo vedremo come egli è» (1 Gv 3,2).

Aug., In Jo. Ep. Tr. 4,6,
NBA XXIV, pp. 1717.1719.

Foto: Sant’Agostino
e il mistero della Trinità /
lalucedimaria.it

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