Bach

Bach – L’anno di Bach, quinto evangelista
La sacralità dei suoi capolavori è universale

 

Nel 2000 si è ricordato
il grande compositore
morto 250 anni prima

Bach – È nato il 21 marzo del 1685,
ma sarà il 28 luglio di quest’anno
che il mondo della cultura osserverà,
anche se idealmente,
qualche minuto di «riflessione»,

per ricordare
i due secoli e mezzo esatti
dalla morte (1750) dell’Erzkantor
(Gran direttore di cappella),
come viene ricordato ufficialmente
Johann Sebastian Bach,

per il quale
– nessun altro compositore
ha avuto tale onore –
si sono profusi,
e si continua a farlo, elogi:
tutti al superlativo.

In Germania, la sua patria,
è stato proclamato l’«Anno Bach»,
e questo Bach jahr è attualmente
in tensione tra arte, commercio e culto.

Puntualmente, come era da attendersi,
nel mondo intero è iniziata la gara
per presentare
– in volumi, articoli, cassette e cd –
l’incredibile attività musicale
di questo infaticabile
genio del pentagramma:

basti pensare
– come è stato documentato –
che ogni giorno riempiva di note
più di venti pagine di partiture.

***

Bach – Libri, dunque,
e riproduzioni della sua musica.
Alcuni titoli, in traduzione italiana,
ai volumi freschi freschi,
usciti in Germania,
presso diverse case editrici:

«Manuale Bach», «Lessico Bach»,
«Bach, chi è?», «La vera vita
di Johann Sebastian Bach»,
«Bach ed io», «Johann Sebastian Bach:
la vita e l’opera» e via dicendo.

Forse il saggio più significativo,
per i 250 anni dalla scomparsa
del Thomaskantor (altra definizione
che vuol dire Maestro di cappella
della chiesa dedicata a San Tommaso, a Lipsia,
il celeberrimo luogo di attività del Maestro)

è la pubblicazione di una raccolta di lettere
che illuminano – finora quasi sconosciuta –
la vita privata di Bach.

Si tratta di lettere di un lontano parente
del compositore, di nome Johann Elias Bach
(1705-1755), che visse, dal 1737 al 1742,
in casa del musicista, ne fu segretario privato
e maestro dei suoi figli.

***

Bach – Tra le riproduzioni musicali,
un cd dal titolo «The very Best of Bach»
(«Il particolarmente bello in Bach»),
nel quale gli interpreti
non sono solo rinomati artisti,
come Yehudi Menuhin, ma esponenti
delle varie generazioni e scuole.

Esecuzioni dei quattro Magnificat
scritti a Lipsia,
vengono ora dal Giappone,
promosse da Masaaki Zuzuki,
direttore artistico del «Collegium Bach»,
in Giappone:

non si poteva sottolineare,
con più forza persuasiva
– è stato scritto a questo proposito –
«l’universalità musicale
del grande tedesco».

***

Bach – Le manifestazioni
sono state aperte ad Arnstadt
con un solenne servizio religioso
nella Bachkirche (Chiesa Bach).

Bach
Chiesa di San Tommaso (Thomaskirche) a Lipsia, luogo di culto luterano, principalmente conosciuto per essere stato il luogo in cui Johann Sebastian Bach lavorò come maestro di cappella, del quale ospita le spoglie mortali /Foto di Krzysztof Golik in it.wikipedia.org

In questa città della Turingia,
il giovane musicista,
tra il 1703 e il 1707,
aveva avuto il suo secondo «lavoro»
come organista:
un quinquennio registrato dai suoi biografi
come wilde Jahre, «anni scapestrati».

Il nostro aveva suonato
all’organo della Chiesa nuova,
come si chiamava al suo tempo
e poi intitolata in suo onore.

Tra i tanti tasselli,
per commemorare la data della sua morte,
quello della diocesi di Fulda
(dove si venerano le reliquie
del primo evangelizzatore
delle tribù germaniche,
San Bonifacio).

A Fulda artisti locali e stranieri,
presenteranno, in quattordici concerti,
le opere per organo del compositore:
preludi e corali noti e meno noti.

Anche in questo caso,
una dimostrazione della vastissima produzione
del Thomaskantor per il «re degli strumenti».

La direttrice dell’istituto
di musica sacra, a Fulda,
Edith Harmsen,
ha dichiarato in proposito:

«Per eseguire
tutta la produzione di Mendelssohn
sarebbero bastate solo due sere».

***

Per questi concerti sono stati scelti
strumenti particolarmente adatti
-nei registri e nel caratteristico suono –
per la musica del barocco Bach:
organi romantici, venuti in seguito,
sono meno idonei per tale musica.

Da segnalare che le esecuzioni
si terranno in chiese cattoliche
e protestanti, al di là, quindi,
della specifica confessione religiosa,
«nel segno di un accentuato ecumenismo»,
ha dichiarato la signora Harmsen,

anche perché «Johann Sebastian Bach
è stato compositore
sia per i cattolici che per i protestanti».

E in corso, a Berlino,
un programma scientifico
per salvare le partiture di Bach
dall’autodistruzione:
altro omaggio stupendo
nella ricorrenza dei due secoli e mezzo
dalla sua dipartita da questo mondo.

Si tratta di una tecnica, unica,
di «raddoppio» dei manoscritti.

Alcune pagine dell’opera di Bach
sono talmente in cattivo stato
– come passaggi della
«Passione secondo San Matteo»
che non si possono assolutamente più utilizzare
e le semplici misure di conservazione
non servono a salvare tali testimonianze
del patrimonio culturale mondiale.

È il parere di Antonius Jammers.
direttore della biblioteca nazionale di Berlino:
biblioteca che possiede ben 7.784 pagine
delle composizioni musicali del Thomaskantor.

***

Bach – Di questa mole di «documenti»,
quasi il 20 per cento è gravemente danneggiata
e solo un terzo «soffre»
di un processo normale di invecchiamento.
Un invecchiamento, viene spiegato,
che si traduce in un autentico
«cannibalismo» dei manoscritti.

Bach utilizzava
un inchiostro gallico ferroso
che, ossidandosi, libera un acido
oltremodo aggressivo della carta.

Con il tempo,
la scrittura aumenta di spessore,
l’inchiostro si espande,
le note…. tracimano le une sulle altre,
fino a diventare una massa indistinta
e interi manoscritti
possono diventare illeggibili.

Dal 1994,
le partiture sono state collocate
in una sala a temperatura
e umidità costanti:
una misura, però,
che non era sufficiente
per i manoscritti maggiormente deteriorati.

Fu allora che i responsabili della biblioteca
si decisero per un metodo di salvataggio,
realizzato da due restauratori dell’ex-Ddr,
la Germania comunista d’un tempo;
Gunter Muller e Wolfgang Waechter.

Il processo consiste
nel ricostruire identicamente,
senza alterazioni,
il documento su un nuovo supporto.

A tale scopo,
la partitura viene premuta
tra due fogli spalmati di gelatina,
che prendono, granello su granello,
l’impronta del manoscritto.

I «negativi» vengono poi fissati
su una nuova pagina.

***

«Ciò sembra un miracolo»
ha dichiarato Hartmut Boehrenz,
direttore del laboratorio
dove si compie, a Berlino,
tale restauro.

Si pensa di poter realizzare il tutto
entro tre anni,
con una spesa di un milione di euro,
offerti da grandi imprese,
tedesche e non, e da privati.

Erzkantor,
menestrello del buon Dio,
quinto evangelista:
c’è, in tutte queste definizioni
una interessante aspirazione
a «santificare» Johann Sebastian Bach.

Fuori dubbio
l’ottica umana per capirlo
è la sua arte, tutta dedicata
-secondo le sue parole –
alla lode di Dio
(Lobe Gottes).

È noto che suo compito – e dovere –
del tutto naturale, a Lipsia,
è stato quello di comporre
e far eseguire musica di chiesa:
anche se la sua patria
-in fatto a note –
è stata forse quella strumentale.

***

Discendente da una famiglia
di noti musicisti,
Johann Sebastian Bach nasceva
ad Eisenach, in Turingia.

Dopo la morte del padre,
crebbe nella casa del fratello maggiore.

Terminata la scuola
e la formazione musicale,
presso religiosi, a Luneburg,
nel 1702, ottiene il primo incarico
come organista a Weimar.
Poi passa a Arnstadt, Muhlhausen,
Kothen, con la stessa mansione.

Era uno dei massimi virtuosi del tempo
e ricercato esperto nel valutare,
ed esaminare gli organi da chiesa.

***

Quale organista e creatore
di opere di ispirazione religiosa,
Bach fu riscoperto
solo verso la metà del secolo XIX.

La sua libertà musicale,
per così dire,
l’ebbe nei sei anni
durante i quali fu maestro
della cappella di corte a Kothen.

Si trovava bene in quella località,
tanto che pensava
di poter concludere là i suoi giorni.

Lasciò, tuttavia, la cittadina
allora di tremila abitanti,
dopo il matrimonio del suo signorotto,
il principe Leopold von Anhalt-Kothen,
con una principessa
della Casa Anhalt-Bernburg

e la musica perse sempre più
la sua importanza, a quella corte.

***

Approdò a Lipsia,
dove ebbe l’incarico
di comporre musica sacra
per le quattro chiese della città.
In più doveva dirigere il coro
e istruire singoli futuri musicisti.

Nei primi anni
del suo soggiorno a Lipsia,
vide la luce gran parte
delle sue cantate spirituali,
delle quali 220 sono giunte fino a noi:

«Magnificat», «Johannes-Fassion»,
parti della Messa in si minore
(opera monumentale di intensa spiritualità)
e la «Mattheus-Passio».

***

Bach non è mai stato un… carrierista.
Al suo tempo,
l’epoca del barocco,
non era separabile la sfera spirituale
da quella mondana:

per questo tutta la vita e l’opera
furono rivolte a Dio,
e nelle composizioni si riflette
la sua profonda religiosità,
nello spirito di Lutero.

Lavoratore indefesso,
non fu mai ricco.
La sua seconda moglie,
Anna Maddalena
(era rimasto vedovo)
morì nel 1760 a Lipsia.

***

Johann Sebastian Bach
spirava due secoli e mezzo fa,
diventato ormai cieco,
dopo aver dettato, dal letto,
il suo ultimo corale che e una preghiera:

«Mi presento con umiltà
al tuo trono, o Dio,
pregandoti di volgere, pietoso,
lo sguardo verso di me,
povero peccatore.

Tu sei il mio intercessore, sempre,
la mia salvezza, la mia consolazione
e la mia gioia:
solo per i tuoi meriti
posso essere qui tranquillo
e, in cielo, beato…».

Paolo Vicentin, «L’anno di Bach,
quinto evangelista. La sacralità
dei suoi capolavori è universale»,
in “L’Arena”, domenica 30 aprile 2000,
p. 7.

Foto: Johann Sebastian Bach,
l’immagine più celebre del celebre musicista /
radiovocecamuna.it

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