Angela

Angela da Foligno (1248-1309) – Vedova. Mistica del Terz’Ordine – 4 gennaio

Angela nasce a Foligno (PG), nel 1248 da una famiglia benestante.
Sappiamo poco dei suoi genitori e dell’educazione che essi le impartirono.
Non conosciamo nemmeno il nome di quello che fu il suo marito e dei suoi figli.
Dai suoi scritti appare come una persona dotata di una certa cultura,
mentre i biografi la descrivono come una donna piccola, ma di bell’aspetto;
non priva di vanità e di orgoglio;
intelligente e volitiva; sensibile ed emotiva;
ambisce essere notata e ammirata,
come lei stessa riconoscerà nell’autobiografia.

Nulla fa credere però che la sua condotta sia scandalosa:
semplicemente, indulge alla vanità
e si può capire come,
al momento della conversione,
ciò le appaia di estrema gravità.

Di fatto non abbandona mai la pratica della fede,
la frequenza della chiesa e dei sacramenti,
anche se sono atti compiuti più per abitudine, con superficialità.

Vive tutta la sua vita nella casa paterna,
situata nelle vicinanze della chiesa di san Francesco d’Assisi.

Molto probabilmente rimane orfana di padre molto presto,
quand’è ancora bambina,
perché non è mai nominato.

Da bambina è chiamata Lella.

Secondo le usanze si sposa giovanissima,
con un ricco signorotto, dal quale ha dei figli.

Nel 1285, all’età di 37 anni, la prima, decisiva svolta.
Foligno è una città con forte presenza di persone consacrate:
vi sono i religiosi agostiniani, i servi di Maria, i francescani e i domenicani,
inoltre vi sono vari monasteri femminili
e molteplici movimenti laicali e terzi ordini.

Un ricco e nobile signore del luogo, tale Pietro Crisci, lascia tutti i suoi beni,
per dedicarsi a una vita di austera povertà come terziario francescano,
vivendo da recluso nella torre campanaria del duomo.

Lella resta colpita dalla sua serenità e si sente attratta a seguirne l’esempio.

Molto devota di san Francesco
e fin da piccola frequentatrice della chiesa dedicata al santo di Assisi,
vi si reca per cercare un confessore;
non avendolo trovato, si reca in duomo,
dove sta predicando fra’ Arnaldo da Foligno,
frate minore conventuale e suo cugino,
al quale fa una confessione sincera e completa,
sentendosi finalmente tutta perdonata.

Il cambiamento di vita interiore si rivela anche nello stile di vita esteriore
ora improntato all’umiltà, al nascondimento, alla preghiera assidua,
senza rinunciare a grandi mortificazioni nel cibo,
nelle acconciature e nei vestiti.

I suoi familiari non condividono affatto questo repentino cambiamento di vita
e la ostacolano in tutti i modi.
È presa per pazza e sbeffeggiata.
Il marito non la capisce affatto,
la madre è una donna leggera e vanitosa,
i figli non la riconoscono più, e si sentono trascurati.

Angela allora prega per essere liberata da questi condizionamenti.

Ben presto le muoiono marito, figli e madre;
così, rimasta vedova e sola,
vende tutti i suoi averi, compresa una villa e un grande podere,
chiamato “Il casaletto”, presso la città di Foligno,
distribuendo il ricavato ai poveri per essere “tutta di Dio”.

Entra a far parte del Terz’Ordine Francescano
e, nel 1291, a 43 anni, dopo il prescritto anno di prova,
fa la sua professione.

Ha per compagna un’amica, tale Masazuola (o Piccola Masa),
con cui condivide una sorta di vita comunitaria,
comprese le visite agli ammalati e lebbrosi nell’ospedale di san Feliciano.

Avvicinandosi la festa di san Francesco (4 ottobre),
Angela chiede al santo di poter vivere in modo perfetto la Regola professata
e decide di compiere un pellegrinaggio ad Assisi insieme ad altri.

Nei pressi di Spello,
con il gruppo degli altri pellegrini
si ferma davanti a una cappellina dedicata alla Santissima Trinità
e si sente, anche fisicamente, inondata dalla presenza della Santissima Trinità.

Giunti ad Assisi, dopo aver visitato la basilica inferiore,
il gruppo sale in quella superiore.
Appena entrati, lo sguardo di Angela è attratto dalla vetrata di sinistra:
essa raffigura san Francesco che si abbevera al sacro costato di Cristo.
Subito dopo avverte che è restata sola:
la percezione dell’inabitazione della Santissima Trinità è scomparsa,
e sente come un grande vuoto, una profonda desolazione.

Angela comincia a gridare; urla come impazzita:
«Amore non conosciuto, perché, perché, perché?
Per qual motivo te ne vai? Perché mi lasci sola?
Per qual ragione mi abbandoni? Perché?!?».
E continua, stramazzata sulla soglia della basilica,
gridando parole incomprensibili.

Accorrono i frati,
arriva anche suo cugino, fra’ Arnaldo,
allora della fraternità del sacro convento.

Lo scandalo suscitato nella gente è tanto
che fra’ Arnaldo le proibisce di tornare ad Assisi.

Nel capitolo provinciale dei frati minori, nel maggio del 1292,
fra’ Arnaldo è trasferito da Assisi a Foligno.

Una volta trasferito,
vuole farsi raccontare dalla cugina
tutto quello che le è successo nel pellegrinaggio di Assisi.
Si convince, allora, che Angela aveva avuto una forte esperienza mistica,
non era dunque una esaltata, tanto meno una isterica.

Egli mette per iscritto,
traducendo parola per parola in un latino piano e limpido,
quanto Angela espone nel “vulgare suum”:
nasce così il “Memoriale” o “Diario”,
in cui Angela racconta la sua esperienza.

Nel frattempo, nella vita di Angela si alternano visioni estatiche,
prove fisiche e morali, dubbi laceranti, agguati diabolici
e ostacoli di ogni genere al suo incontro con Gesù.

Contemporaneamente, intorno a lei,
si va formando un folto gruppo di ammiratori e di seguaci,
attratti dalla straordinarietà delle sue esperienze mistiche e dalla sua dottrina.

La sua fama, col tempo, varca i confini dell’Umbria:
anche all’estero ci si rivolge a lei per chiarimenti, consigli,
per sciogliere dubbi, per trovare conforto e spiegazioni al dolore.

Quella che lei esercita è una sorta di “maternità spirituale”
che le era stata promessa durante una visione:
«Tu avrai dei figli», le era stato detto.

Tra i moltissimi beneficiati ci sono persone di alta levatura intellettuale:
uno di questi è fra Ubertino da Casale,
che nel suo “Arbor vitae crucifixae Jesu
ricorda così l’incontro avuto con lei presumibilmente verso il 1298:
«Nel venticinquesimo anno di età conobbi la madre reverenda
e santissima Angela da Foligno, vero angelo in terra.
A lei Gesù mostrò i difetti del mio cuore
e i suoi benefici segreti in maniera tale
che io non potevo dubitare che fosse Cristo a parlare in essa».

Frutto di questa attività apostolica della santa
sono le sue «Istruzioni salutifere» e le «Lettere».

Qui Angela dimostra un peculiare equilibrio,
riuscendo da una parte a calmare il dubbio zelo
di alcuni suoi figli spirituali in tema di povertà
e, dall’altra, a smascherare i “frati del libero spirito”,
i falsi mistici del tempo,
richiamando tutti alle virtù fondamentali della perfezione,
della carità e dell’umiltà,
senza le quali qualsiasi povertà perde di valore.

Per celeste rivelazione
le è dato di conoscere in anticipo che sta per concludersi la sua avventura terrena:
per questo lascia ai suoi figli spirituali un testamento sotto forma di lettera,
che sintetizza, con chiarezza e profondità, il suo insegnamento.

Gli ultimi giorni della sua esistenza sono riportati nella “Istruzione” trentaseiesima.
Essi iniziano il 29 settembre del 1308, festa di san Michele arcangelo.
Già malata, Angela ha la visione di una schiera innumerevole di angeli
che la invitano a prepararsi all’incontro con lo Sposo celeste.

L’aggravamento della malattia dura per tre mesi,
durante i quali non viene tramandato nessun episodio particolare.
Ella, è scritto, «viveva più del solito assorta nell’abisso di Dio:
non parlò più che raramente».

Già prossima a morire, esattamente il giorno prima, ripete di frequente:
«Padre nelle tue mani raccomando l’anima e lo spirito mio».
E sente rispondersi:
«Quel che è rimasto impresso nel tuo cuore durante tutta la tua vita,
è impossibile che non vi resti nel momento della morte».

Nelle ultime ore di agonia cessano tutti i dolori
e vive in una grande pace fisica e spirituale,
pregustando la promessa beatitudine.

Si addormenta nel Signore il 4 gennaio del 1309 a Foligno,
e lì è sepolta, nella chiesa di San Francesco
ed ora santuario di Sant’Angela da Foligno.

Già prima della morte, le è attribuito dal popolo,
in modo non ufficiale, il titolo di santa.
Clemente XI, il 7 maggio 1701, concede Messa ed Ufficio propri in suo onore.
Infine, il 9 ottobre 2013, Papa Francesco,
accogliendo la relazione del Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi,
iscrive Angela da Foligno nel catalogo dei Santi,
estendendone il Culto liturgico alla Chiesa universale.

La sua festa liturgica è il 4 gennaio, giorno della sua nascita al cielo.

Foto: Sant’Angela da Foligno / assisiofm.it

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