Restare

Restare

Era notte e silenzio, lei mi aspettava…
Accesi la luce e la vidi: candida come la neve.
Taceva. Era immobile.
Morsa dal cavalletto non poteva fuggire.
Mi misi a sedere,
un gesto meccanico mi fece intingere il pennello
nella massa di colore,
poche pennellate e fummo due.
Quell’uomo mi guardava con sfida,
come per rimproverarmi di averlo creato…
Dissi: «È successo anche a me!».
«Non è la stessa cosa – rispose -.
Tu mi condanni ad essere te,
io non ti conosco…
Non voglio restare!».
«Ti dirò chi sono, ci rispetteremo…».
A questo punto andò via la luce,
non lo vedevo ma sentivo la sua presenza.
Gli parlai al buio, dissi di me…
Una risata fragorosa mi fece quasi paura…
Mi ripresi, e continuai spietato:
lo ferii nell’orgoglio, nell’amore e nell’io.
Lo udii piangere e gemere…
Ma non mi toccava,
ero risoluto,
dovevo arrivare fino in fondo…
Volevo sapere!
Tornò la luce.
Suonarono le ore del tempo…
Alzai lo sguardo fino a incontrare il suo.
«E allora?».
Rispose:
«Firma, resto con te!».

Umberto Verdirosi, «L’Evento», in Id., “Dietro la tela”, Ed. La Recita, Roma 1983, p. 15.

Foto: Umberto Verdirosi, Autoritratto, (olio su tela, cm. 100 x 80) / umbertoverdirosi.it

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