Liberi di scegliere

Liberi di Scegliere 
La rete della solidarietà e il patto educativo
vincono sulla criminalità

Liberi di Scegliere – Da quando
è stato istituito nel 2018
circa 90 giovani
hanno scelto espressamente
di crescere lontano
dai condizionamenti criminali,
scegliendo così,
una volta diventati maggiorenni,
un nuovo percorso di vita.

Liberi di Scegliere – Durante il 2021,
altri otto figli di ’ndrangheta
sono stati allontanati definitivamente
dal loro nucleo familiare.

Ad accoglierli, innanzitutto,
la rete del Protocollo
Liberi di Scegliere.

Si tratta di un vero e proprio
patto educativo che, ad oggi,
assicura effettivamente
a circa 90 minori
la possibilità di crescere lontano
da valori criminali.

Tutto ciò al fine di poter
poi scegliere,
quando saranno diventati maggiorenni,
che percorso di vita seguire.

Il Procuratore Roberto di Palma
ha presentato il Bilancio sociale
della Procura della Repubblica
presso il Tribunale per i minorenni
di Reggio Calabria.

Egli ha sottolineato con soddisfazione
i risultati di quella che indubbiamente
è la punta di diamante
dell’azione giudiziaria minorile reggina.

Questi mesi, infatti,
sono cruciali al fine di verificare
la tenuta del Protocollo:
i primi minorenni
che sono stati coinvolti anni or sono,
adesso, iniziano a diventare maggiorenni.

Durante il 2021, uno di loro
ha espressamente chiesto
di rimanere nella rete,
nonostante abbia raggiunto
la maggiore età.

E ciò al fine di terminare
un’esperienza di avviamento
all’attività lavorativa
ed emendarsi così
dalla condotta criminale
della propria famiglia
di origine.

Questa è certamente la prova
che Liberi di scegliere
garantisce un’effettiva libertà di scelta
e soprattutto offre reali garanzie
di costruire una vita lavorativa
lontana da condizionamenti mafiosi.

Il protocollo è stato siglato
il 02 febbraio 2018.

Da allora i minori delle coppie di genitori
a cui è sospesa la responsabilità genitoriale,
e le donne di ‘ndrangheta o di mafia
che liberamente decidono di lasciare
il loro territorio e le famiglie in cui vivono,
trovano effettivamente un aiuto da una rete
di magistrati, di psicologi e di formatori.

Non solo sono accolti con amore
ma anche ascoltati e accompagnati
da persone che hanno principalmente
la sensibilità necessaria
al fine di indicare loro
un possibile percorso di rinascita,
oltre la logica mafiosa.

Il protocollo di intesa è sottoscritto
dai Ministeri della Giustizia, dell’Interno,
dell’Istruzione, delle Pari Opportunità;
insieme al Tribunale per i minorenni,
e alle Procure per i minorenni, distrettuale
di Reggio Calabria, nazionale antimafia
e anche da Libera.

Inoltre, è sostenuto soprattutto
dalla Conferenza episcopale italiana
coi fondi 8Xmille.

Il protocollo di intesa
si propone anzitutto di aiutare
e accogliere donne e minori
che vogliono uscire
dal circuito mafioso.

Tutto ciò attraverso
la promozione di una rete
di protezione e di sostegno
al fine di tutelare e assicurare
una concreta alternativa di vita
ai minori e alle loro madri,
provenienti da famiglie mafiose.

Una sfida certamente importante
che segna senza ombra di dubbio
una svolta storica
in un territorio assai difficile
come quello calabrese.

Davide Imeneo, «Liberi di Scegliere,
la rete della solidarietà
e il patto educativo
vincono sulla criminalità»,
in “Avvenire”,
domenica 2 gennaio 2022, p. 11.

Foto: Roberto Di Palma,
procuratore della Repubblica
presso il Tribunale per i minorenni
di Reggio Calabria /
avveniredicalabria.it

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