Diana Salvatori

Diana Salvatori

Diana Salvatori – «Io,
abbandonata su un passeggino,
adesso però voglio aiutare
i bambini cresciuti come me»
Da Terni la storia di Diana,
19 anni, nata in Ucraina

Diana Salvatori – «Brava piccola,
ci sono passata anche io,
so cosa significa.
Ma non ti abbattere e sii forte».

Diana Salvatori condivide sui social
la storia pubblicata da Avvenire
sulla bambina ucraina
lasciata dai genitori adottivi
alla babysitter,
che adesso potrà essere riadottata
da una nuova famiglia.

Il contesto è certamente diverso,
ma lei in quella storia
rivede la sua stessa sofferenza.
Come Serenella,
anche Diana Salvatori è Ucraina.

Non è nata da madre surrogata
ma la madre biologica l’ha abbandonata
nel passeggino di un parco, a Kharkiv.

Oggi ha quasi 20 anni,
sfoggia un sorriso bellissimo
che le incornicia i capelli biondi
e vive a Terni con i suoi genitori adottivi
Emiliana e Leonardo.

I quali anzi l’hanno strappata
alle sofferenze di una infanzia
che ogni tanto le riaffiora
con dei flash:

«Ricordo l’orfanotrofio
dove sono stata portata
dopo che in ospedale
mi hanno salvato la vita – spiega -.

Dormivamo per terra,
mangiavamo pochissimo:
succo di pomodoro al mattino,
una minestra a pranzo, niente a cena.
Non ci cambiavano quasi mai i vestiti.

Queste cose poi mi sono rimaste
quando nel 2004 sono venuta in Italia:
mia madre ha dormito a lungo con me
in terra sul materasso,
al fine di farmi abituare al letto.
E il cibo lo nascondevo nelle tasche,
per paura che finisse».

Diana Salvatori è cresciuta col desiderio
di ritrovare la sua famiglia biologica.
Ha cominciato le sue ricerche in rete
ed è riuscita a mettersi in contatto
col fratello maggiore Nikolaj.

L’incontro però
è arrivato solo lo scorso ottobre,
in un programma della tv ucraina:

«Ho scoperto e abbracciato un fratello
dopo 19 anni; è stato emozionante
e bellissimo – dice – e poi
abbiamo incontrato un altro fratello
che non sapevamo di avere,
Vyatcheslav».

Ma non è finita:
«Abbiamo anche scoperto di avere
una sorellina più piccola, Sofia.
Ma non sappiamo dove sia».

Tutti adottati da famiglie diverse
e abbandonati
dalla stessa madre biologica,
Valentina, tossicodipendente:

«Di mio padre invece
so solo il nome, Aleksandr
e che è stato in prigione», spiega Diana.

Uno dei suoi fratelli
è persino scappato
al fine di sfuggire alle botte:
«Lo hanno ritrovato
dentro la metro,
aveva 4 anni».

Sofia sarebbe stata adottata in Italia
ma i suoi genitori adottivi
non le avrebbero ancora rivelato
questa situazione:

«Sappiamo che è nata nel 2009 o 2010.
So che per adesso lei non sa niente,
ma io tuttavia continuo a cercarla.

Ai suoi genitori dico:
svelatele la verità,
ne ha diritto lei
e vorremmo ritrovarci insieme noi,
che non ci meritiamo il distacco
e la sofferenza per le colpe
della nostra madre biologica».

Intanto, mamma Emiliana
se la stringe forte: «Mi dice
che sono la sua vita – commenta Diana Salvatori -.
Quando sono andata via un mese in Ucraina
senza di lei, ha sofferto».

Fresca diplomata alla scuola alberghiera,
Diana Salvatori ha le idee chiare:
«Vorrei iscrivermi all’università
e diventare psicologa,
per aiutare i bambini che hanno avuto
gli stessi problemi miei».

Chi la sente parlare
non direbbe mai
che è nata in Ucraina
ma non è stato sempre così:

«Ero piccola
e l’italiano è molto diverso dall’ucraino,
ci ho messo un po’ per impararlo.

Anche per questo motivo
ho subito atti di bullismo.
Mi dicevano “orfana di m.,
non ti vuole nessuno,
tua madre ti ha abbandonata.
Torna al tuo Paese”.

Questo succedeva alle elementari,
quindi quei bambini
lo hanno imparato dai genitori.
Alle medie le cose non sono però migliorate
ed anzi oltre agli insulti dei compagni
sono arrivati anche quelli di una maestra».

Sul suo futuro afferma:
«Da un lato vorrei tornare in Ucraina,
perché i miei fratelli mi mancano,
dall’altro lato qui ho i miei genitori adottivi
che mi hanno dato tutto.

Ho solo il passaporto italiano,
per ora non posso avere
anche quello ucraino.
Voglio studiare,
trovarmi un lavoro,
poi vediamo.

E soprattutto,
voglio trovare Sofia:
io e i miei fratelli
la pensiamo ogni giorno,
così come i nostri genitori adottivi.

Il 13 febbraio faccio 20 anni,
trovarla e scoprire che faccia ha
sarebbe il regalo più bello».

Emanuele Lombardini, «Io, abbandonata
su un passeggino, ora voglio
aiutare i bambini cresciuti come me.
Da Terni la storia di Diana,
19 anni, nata in Ucraina», in “Avvenire”,
domenica 2 gennaio 2022, p. 11.

Foto: Diana Salvatori / umbriaon.it

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