Adozione

Adozione e Affido: buona alternativa ai figli in provetta

Adozione – Una vita spensierata e frenetica
all’insegna e alla luce delle tre esse:
successo, salute, spasso.

L’importante è effettivamente
consumare a ritmo frenetico
i gradini della carriera,
al fine di arrivare in alto in fretta,
sempre più in fretta.

Come si dice: farsi una posizione.
Consumare pillole, creme,
sedute in palestre.

A questo punto hai il fiatone
e devi svagarti e rifiatare.
Luoghi esotici naturalmente,
quelli che più facilmente ti consentono
di sostenere una brillante conversazione
in società.

Le tre esse, dunque,
della giovane coppia.

Al fine di sposarsi si sono sposati.
Ma un figlio certamente no,
non ci si pensa neppure.
Sarebbe logicamente
un ostacolo, un inciampo.
Il figlio ti costringe a frenare.
E la salute? La linea?

Ci sono pertanto donne
che non comprendono
quanta femminilità e dolcezza
esprima il pancione
di una mamma in attesa.
Si vedono solo e del tutto “grasse”.

La giovane coppia rampante
non ci pensa proprio a un figlio.
Fino a quando non sente risuonare
nella testa un curioso tic-toc.

Il timer ti suggerisce:
hai quarant’anni,
non senti il bisogno di essere padre?
Di essere madre?

Certo che la coppia ne sente il bisogno.
E buon per lei se non sorgono problemi.
Perché gli anni pesano
e lo biologia se ne infischia delle tre esse,
lei ha leggi precise.

E quando il figlio non arriva,
la coppia viene presa dall’affanno.
Ma come,
non riusciamo ad avere figli?
Ne abbiamo sicuramente “diritto”!

Diritto.
Come alla carriera, al salutismo,
ai viaggi e alle seratine.

Il figlio come
«un modo al fine di realizzarmi».
Il figlio, in fin dei conti,
come un oggetto,
un bene di consumo.

In nome di questo diritto,
alcune coppie non esitano
a pasticciare con le provette, a volte
senza neppure porsi troppe domande
sulla natura e la tecnica dei procedimenti.

Nessuno, crediamo,
ha il diritto di scrutare
nelle coscienze di questa coppia.
Ma l’operazione in sé
non può essere approvata.

Siamo sempre nella logica consumista,
di un supposto “diritto”
che non misura conseguenze
e natura delle azioni.
Figuriamoci i doveri.

Il figlio,
per alcune di queste coppie,
appare come il toccasana.
Colui che riempie
il crescente senso di vuoto.
Che fa da collante.

Ma quale respiro
potrà mai avere
un progetto di fecondità
tanto utilitaristico?

La vita, infatti, non si acquista
e non si possiede.
La vita, invece, si dona
e si riceve in dono.

Perché, allora,
invece che infilarsi nel vicolo ambiguo
della fecondazione assistita,
non scegliere la strada
dell’adozione o dell’affido?

Divenire genitori, ad esempio,
di un bambino sfortunato,
al fine di restituirgli la “fortuna”,
ossia un padre e una madre,
è una fecondità del tutto diversa,
alternativa,
senz’altro coraggiosa.

Indubbiamente un colpo d’ala
per un matrimonio
che voglia uscire dal vicolo cieco,
spiccando il volo.

Editoriale: “Affido e adozione
buona alternativa ai figli in provetta”,
in “Noi. Genitori & Figli”,
Mensile di vita familiare,
Supplemento ad “Avvenire” del
28 marzo 1999, n. 18, Anno III, p. 3.

Foto: Adozione e Affido / superpapa.it

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