Spes non confundit2

Spes non confundit2
Bolla di indizione del
Giubileo Ordinario dell’Anno 2025
II Parte, capp. 5-7

 

Francesco
Vescovo di Roma
Servo dei Servi di Dio
a quanti leggeranno questa Lettera
La speranza ricolmi il cuore

Un cammino di speranza

Spes non confundit2
5. Da questo
intreccio di
speranza e pazienza

appare chiaro
come la
vita cristiana
sia un cammino,

che ha bisogno
anche di
momenti forti

per nutrire
e irrobustire
la speranza,

insostituibile
compagna
che fa
intravedere
la meta:

l’incontro
con il Signore
Gesù.

Mi piace pensare
che un percorso
di grazia,
animato
dalla spiritualità
popolare,

abbia preceduto
l’indizione,
nel 1300,
del primo Giubileo.

Non possiamo
infatti
dimenticare
le varie forme

attraverso cui
la grazia
del perdono

si è riversata
con abbondanza
sul santo Popolo
fedele di Dio.

Ricordiamo,
ad esempio,
la grande
“perdonanza”

che San
Celestino V
volle concedere

a quanti
si recavano
nella Basilica
di Santa Maria
di Collemaggio,
a L’Aquila,

nei giorni 28
e 29 agosto 1294,

sei anni prima
che Papa
Bonifacio VIII
istituisse
l’Anno Santo.

La Chiesa
già sperimentava,
dunque,
la grazia giubilare
della misericordia.

E ancora prima,
nel 1216,
Papa Onorio III
aveva accolto
la supplica
di San Francesco

che chiedeva
l’indulgenza
per quanti
avrebbero visitato
la Porziuncola

nei primi
due giorni di agosto.

Lo stesso
si può affermare
per il pellegrinaggio
a Santiago
di Compostela:

infatti
Papa Callisto II,
nel 1122,
concesse di celebrare
il Giubileo
in quel Santuario

ogni volta
che la festa
dell’apostolo
Giacomo
cadeva di domenica.

È bene
che tale modalità
“diffusa”
di celebrazioni
giubilari
continui,

così che
la forza
del perdono
di Dio
sostenga

e accompagni
il cammino
delle comunità
e delle persone.

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Non a caso
il pellegrinaggio
esprime un
elemento fondamentale
di ogni
evento giubilare.

Mettersi
in cammino
è tipico

di chi va
alla ricerca
del senso
della vita.

Il pellegrinaggio
a piedi favorisce
molto
la riscoperta

del valore
del silenzio,

della fatica,
dell’essenzialità.

Anche
nel prossimo anno
i pellegrini
di speranza

non mancheranno
di percorrere
vie antiche
e moderne

per vivere
intensamente
l’esperienza giubilare.

Nella stessa città
di Roma,
inoltre,
saranno presenti
itinerari di fede,

in aggiunta
a quelli tradizionali
delle catacombe
e delle Sette Chiese.

Transitare
da un Paese
all’altro,
come se
i confini
fossero superati,

passare
da una città
all’altra
nella contemplazione
del creato
e delle opere d’arte

permetterà
di fare tesoro
di esperienze
e culture differenti,

per portare
dentro di sé
la bellezza che,

armonizzata
dalla preghiera,

conduce
a ringraziare Dio
per le meraviglie
da Lui compiute.

Le chiese giubilari,
lungo i percorsi
e nell’Urbe,
potranno
essere oasi
di spiritualità

dove ristorare
il cammino
della fede

e abbeverarsi
alle sorgenti
della speranza,

anzitutto
accostandosi
al Sacramento
della Riconciliazione,

insostituibile
punto di partenza
di un reale
cammino
di conversione.

Nelle Chiese
particolari
si curi
in modo speciale

la preparazione
dei sacerdoti
e dei fedeli
alle Confessioni

e l’accessibilità
al sacramento
nella forma
individuale.

***

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A questo pellegrinaggio
un invito particolare
voglio rivolgere
ai fedeli
delle Chiese Orientali,

in particolare
a coloro
che sono già
in piena comunione
con il Successore
di Pietro.

Essi,
che hanno
tanto sofferto,
spesso
fino alla morte,

per la loro fedeltà
a Cristo
e alla Chiesa,

si devono sentire
particolarmente
benvenuti
in questa Roma
che è Madre
anche per loro

e che custodisce
tante memorie
della loro presenza.

La Chiesa Cattolica,
che è arricchita
dalle loro
antichissime liturgie,

dalla teologia
e dalla spiritualità
dei Padri,
monaci e teologi,

vuole esprimere
simbolicamente
l’accoglienza loro
e dei loro fratelli
e sorelle ortodossi,

in un’epoca
in cui già vivono
il pellegrinaggio
della Via Crucis,

con cui
sono spesso
costretti a lasciare
le loro terre
d’origine,
le loro terre sante,

da cui
li scacciano
verso Paesi
più sicuri
la violenza
e l’instabilità.

Per loro
la speranza
di essere amati
dalla Chiesa,

che non
li abbandonerà,
ma li seguirà
dovunque andranno,

rende
ancora più forte
il segno del Giubileo.

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6. L’Anno Santo 2025
si pone in continuità
con i precedenti
eventi di grazia.

Nell’ultimo
Giubileo Ordinario
si è varcata la soglia
dei duemila anni
della nascita
di Gesù Cristo.

In seguito,
il 13 marzo 2015,
ho indetto
un Giubileo
Straordinario

con lo scopo
di manifestare
e permettere
di incontrare

il “Volto
della misericordia”
di Dio [3],

annuncio centrale
del Vangelo
per ogni persona
in ogni epoca.

Ora è giunto
il tempo
di un nuovo Giubileo,

nel quale
spalancare
ancora
la Porta Santa

per offrire
l’esperienza viva
dell’amore di Dio,

che suscita
nel cuore
la speranza certa
della salvezza
in Cristo.

Nello stesso tempo,
questo Anno Santo
orienterà il cammino

verso un’altra
ricorrenza
fondamentale
per tutti i cristiani:

nel 2033,
infatti,
si celebreranno
i duemila anni
della Redenzione

compiuta
attraverso
la passione, morte
e risurrezione
del Signore Gesù.

Siamo così
dinanzi a un
percorso segnato
da grandi tappe,

nelle quali
la grazia di Dio
precede
e accompagna
il popolo

che cammina
zelante nella fede,
operoso nella carità
e perseverante
nella speranza
(cfr. 1 Ts 1,3).

***

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Sostenuto
da una così
lunga tradizione

e nella certezza
che questo
Anno giubilare
potrà essere
per tutta la Chiesa

un’intensa
esperienza
di grazia
e di speranza,

stabilisco che
la Porta Santa
della Basilica
di San Pietro
in Vaticano

sia aperta
il 24 dicembre
del presente
anno 2024,

dando così inizio
al Giubileo
Ordinario.

La domenica
successiva,
29 dicembre 2024,
aprirò
la Porta Santa

della mia cattedrale
di San Giovanni
in Laterano,

che il 9 novembre
di quest’anno
celebrerà
i 1700 anni
della dedicazione.

A seguire,
il 1° gennaio 2025,
Solennità
di Maria Santissima
Madre di Dio,

verrà aperta
la Porta Santa
della Basilica
papale di Santa
Maria Maggiore.

Infine, domenica
5 gennaio

sarà aperta
la Porta Santa
della Basilica
papale di
San Paolo
fuori le Mura.

Queste ultime
tre Porte Sante
saranno chiuse
entro domenica
28 dicembre
dello stesso anno.

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Stabilisco
inoltre
che domenica
29 dicembre 2024,

in tutte
le cattedrali
e concattedrali,

i Vescovi diocesani
celebrino
la santa Eucaristia
come
solenne apertura
dell’Anno giubilare,

secondo il Rituale
che verrà predisposto
per l’occasione.

Per la celebrazione
nella chiesa
concattedrale,

il Vescovo potrà
essere sostituito
da un suo Delegato
appositamente
designato.

Il pellegrinaggio
da una chiesa,
scelta
per la collectio
verso la cattedrale

sia il segno
del cammino
di speranza che,
illuminato
dalla Parola di Dio,
accomuna i credenti.

In esso
si dia lettura
di alcuni brani
del presente
Documento

e si annunci
al popolo
l’Indulgenza
Giubilare,

che potrà
essere ottenuta
secondo
le prescrizioni

contenute
nel medesimo
Rituale
per la celebrazione
del Giubileo

nelle Chiese
particolari.

Durante
l’Anno Santo,

che nelle
Chiese
particolari
terminerà
domenica
28 dicembre 2025,

si abbia cura
che il Popolo
di Dio
possa accogliere
con piena
partecipazione

sia l’annuncio
di speranza
della grazia
di Dio

sia i segni
che ne attestano
l’efficacia.

Il Giubileo
Ordinario
terminerà
con la chiusura
della Porta Santa

della Basilica
papale
di San Pietro
in Vaticano

il 6 gennaio 2026,
Epifania
del Signore.

Possa la luce
della speranza
cristiana
raggiungere
ogni persona,

come messaggio
dell’amore di Dio
rivolto a tutti!

E possa
la Chiesa
essere
testimone
fedele

di questo
annuncio
in ogni parte
del mondo!

Segni di speranza

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7. Oltre
ad attingere
la speranza
nella grazia
di Dio,

siamo chiamati
a riscoprirla
anche nei
segni dei tempi
che il Signore
ci offre.

Come afferma
il Concilio Vaticano II,
«è dovere
permanente
della Chiesa

di scrutare
i segni dei tempi
e di interpretarli
alla luce del Vangelo,

così che,

in modo adatto
a ciascuna
generazione,

possa rispondere
ai perenni
interrogativi
degli uomini

sul senso
della vita
presente e futura
e sulle loro
relazioni
reciproche» [4].

È necessario,
quindi,
porre attenzione
al tanto bene
che è presente
nel mondo

per non cadere
nella tentazione
di ritenerci
sopraffatti
dal male
e dalla violenza.

Ma
i segni dei tempi,
che racchiudono
l’anelito
del cuore umano,

bisognoso
della presenza
salvifica di Dio,

chiedono
di essere
trasformati
in segni
di speranza.

[3] Cfr. Francesco,
Misericordiae Vultus,
Bolla di indizione
del Giubileo Straordinario
della Misericordia,
11 aprile 2015 nn. 1-3.

[4] Concilio Ecumenico
Vaticano II,
Costituzione Pastorale
Gaudium et spes

sulla Chiesa nel mondo
contemporaneo,
7 dicembre 1965,
n. 4.

*** *** *** ***

Foto: Copertina di
“Spes non confundit”
di Papa Francesco /
ibs.it

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