Discorso 2

Discorso 2
Agli Operatori della Comunicazione
Aula Paolo VI
Lunedì, 12 maggio 2025

 

Discorso 2
Buongiorno!

Good morning,
and thank you
for this
wonderful reception!

They say
when they clap
at the beginning
it doesn’t
matter much…

If you are
still awake
at the end,
and you
still want
to applaud…

Thank you
very much!

[traduzione italiana:
Buongiorno
e grazie per questa
bellissima accoglienza!

Dicono che quando
si applaude all’inizio
non vale granché!

Se alla fine
sarete ancora svegli
e vorrete
ancora applaudire,
grazie mille!]

***

Discorso 2
Fratelli e sorelle!

Do il benvenuto a voi,
rappresentanti
dei media
di tutto il mondo.

Vi ringrazio
per il lavoro
che avete fatto
e state facendo
in questo tempo,

che per la Chiesa
è essenzialmente
un tempo di Grazia.

Discorso 2

Nel “Discorso
della montagna”
Gesù ha proclamato:
«Beati
gli operatori di pace»
(Mt 5,9).

Si tratta
di una Beatitudine
che ci sfida tutti
e che vi riguarda
da vicino,

chiamando ciascuno
all’impegno
di portare avanti
una comunicazione
diversa,

che non ricerca
il consenso
a tutti i costi,

non si riveste
di parole aggressive,

non sposa
il modello
della competizione,

e non separa mai
la ricerca
della verità
dall’amore
con cui umilmente
dobbiamo cercarla.

La pace
comincia
da ognuno di noi:

dal modo
in cui guardiamo
gli altri,
ascoltiamo gli altri,
parliamo degli altri;

e, in questo senso,
il modo in cui
comunichiamo
è di fondamentale
importanza:

dobbiamo
dire “no”
alla guerra
delle parole
e delle immagini,

dobbiamo
respingere
il paradigma
della guerra.

***

Discorso 2
Permettetemi
allora
di ribadire oggi

la solidarietà
della Chiesa
ai giornalisti
incarcerati

per aver cercato
di raccontare
la verità,

e con queste parole
anche chiederne
la liberazione
di questi giornalisti
incarcerati.

La Chiesa
riconosce
in questi testimoni

– penso a coloro
che raccontano
la guerra anche
a costo della vita –

il coraggio di chi
difende la dignità,
la giustizia
e il diritto
dei popoli
a essere informati

perché solo
i popoli informati
possono fare
scelte libere.

La sofferenza
di questi giornalisti
imprigionati
interpella
la coscienza
delle Nazioni

e della comunità
internazionale,

richiamando
tutti noi

a custodire
il bene prezioso
della libertà
di espressione
e di stampa.

Grazie,
cari amici,
per il vostro
servizio
alla verità.

Discorso 2

Voi siete stati
a Roma
in queste settimane
per raccontare
la Chiesa,

la sua varietà
e, insieme,
la sua unità.

Avete accompagnato
i riti
della Settimana Santa;

avete poi raccontato
il dolore
per la morte
di Papa Francesco,
avvenuta però
nella luce della Pasqua.

Quella stessa
fede pasquale
ci ha introdotti
nello spirito
del Conclave,

che vi ha visti
particolarmente
impegnati
in giornate faticose;

e, anche
in questa occasione,

siete riusciti
a narrare
la bellezza
dell’amore di Cristo

che ci unisce tutti
e ci fa essere
un unico popolo,
guidato
dal Buon Pastore.

***

Discorso 2
Viviamo
tempi difficili
da percorrere
e da raccontare,

che rappresentano
una sfida
per tutti noi
e che
non dobbiamo fuggire.

Al contrario,
essi chiedono
a ciascuno,

nei nostri
diversi ruoli
e servizi,

di non cedere mai
alla mediocrità.

La Chiesa
deve accettare
la sfida del tempo

e, allo stesso modo,
non possono
esistere

una comunicazione
e un giornalismo
fuori dal tempo
e dalla storia.

Come ci ricorda
Sant’Agostino,
che diceva:

“Viviamo bene
e i tempi
saranno buoni”
(cfr Discorso 311).

Noi siamo i tempi.

Discorso 2

Grazie, dunque,
di quanto avete fatto
per uscire
dagli stereotipi
e dai luoghi comuni,

attraverso i quali
leggiamo spesso
la vita cristiana
e la stessa vita
della Chiesa.

Grazie, perché
siete riusciti
a cogliere
l’essenziale
di quel che siamo,

e a trasmetterlo
con ogni mezzo
al mondo intero.

***

Discorso 2
Oggi,
una delle sfide
più importanti

è quella
di promuovere
una comunicazione

capace di farci uscire
dalla “torre di Babele”
in cui talvolta
ci troviamo,

dalla confusione
di linguaggi
senza amore,
spesso ideologici
o faziosi.

Perciò,
il vostro servizio,
con le parole
che usate

e lo stile
che adottate,
è importante.

La comunicazione,
infatti,
non è solo
trasmissione
di informazioni,

ma è creazione
di una cultura,
di ambienti umani
e digitali

che diventino
spazi di dialogo
e di confronto.

E guardando
all’evoluzione
tecnologica,
questa missione
diventa ancora
più necessaria.

Penso,
in particolare,
all’intelligenza
artificiale

col suo
potenziale
immenso,

che richiede,
però,
responsabilità
e discernimento

per orientare
gli strumenti
al bene di tutti,

così che possano
produrre benefici
per l’umanità.

E questa
responsabilità
riguarda tutti,
in proporzione
all’età
e ai ruoli sociali.

Discorso 2

Cari amici,
impareremo
con il tempo
a conoscerci
meglio.

Abbiamo vissuto
– possiamo dire insieme –
giorni davvero speciali.

Li abbiamo,
li avete condivisi
con ogni mezzo
di comunicazione:

la TV, la radio,
il web, i social.

Vorrei tanto
che ognuno di noi
potesse dire di essi
che ci hanno svelato
un pizzico del mistero
della nostra umanità,

e che
ci hanno lasciato
un desiderio
di amore e di pace.

Per questo
ripeto a voi
oggi
l’invito fatto
da Papa Francesco

nel suo ultimo
messaggio
per la prossima
Giornata Mondiale
delle Comunicazioni
Sociali:

disarmiamo
la comunicazione
da ogni pregiudizio,
rancore,
fanatismo e odio;

purifichiamola
dall’aggressività.

Non serve
una comunicazione
fragorosa, muscolare,

ma piuttosto
una comunicazione
capace di ascolto,
di raccogliere
la voce dei deboli
che non hanno voce.

Disarmiamo
le parole
e contribuiremo
a disarmare la Terra.

Una comunicazione
disarmata e disarmante
ci permette
di condividere
uno sguardo diverso
sul mondo

e di agire
in modo coerente
con la nostra
dignità umana.

Voi siete
in prima linea
nel narrare
i conflitti
e le speranze
di pace,

le situazioni
di ingiustizia
e di povertà,

e il lavoro silenzioso
di tanti
per un mondo migliore.

Per questo
vi chiedo
di scegliere
con consapevolezza
e coraggio

la strada
di una comunicazione
di pace.

Grazie a tutti voi.
Che Dio vi benedica!

Foto: Papa Leone XIV /
lapresse.it

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