Castello di Issogne2
II Parte
Castello di Issogne2
Entrando
nel palazzo
ci si trova
in un cortile.

Sulle facciate
che si affacciano
su di esso
si trova
il cosiddetto
“Miroir
pour les enfants
de Challant”,
una sequenza
di stemmi
affrescati
che raffigurano
i diversi rami
dei Challant
e le principali
alleanze
matrimoniali
della casata.
Il cortile
è quasi
interamente
lastricato.

Dal cortile,
attraverso
alcuni gradini
e due grandi
volute in muratura,
(quanto rimane
della cinta muraria
del maniero più antico),
si accede
ad un giardino,
organizzato
secondo
i dettami formali
del giardino
all’italiana,
con gli ovvi limiti
imposti dalle
relativamente
ridotte dimensioni
dello spazio disponibile.
Anche le sue pareti
erano interamente
affrescate,
con le immagini
dei grandi letterati
della classicità
greca e romana
e con le figure
degli eroi
ed eroine
della mitologia,
della Bibbia
e della storia,
di cui rimangono
ormai poche tracce.

Al centro del cortile
si trova la celebre
fontana del melograno.
Si tratta
di una vasca
ottagonale
in pietra
decorata
con gli stemmi
della famiglia
Challant.
che evoca i battisteri
paleocristiani.
Dal pozzo
sorge un albero
di melograno,
realizzato
in ferro battuto.
Curiosamente
l’albero presenta
i frutti
del melograno,
simbolo
di prosperità,
mentre
il fogliame
è quello
di un’altra pianta:
la quercia,
simbolo
della fortezza
d’animo
e della longevità.
Tra i rami,
sbucano
quattro zampilli,
che evocano
i quattro fiumi
del paradiso
terrestre,
sovrastati
da altrettanti
piccoli draghi.
Questi ultimi
erano gli attributi
iconografici
di due santi,
Giorgio
e Margherita
di Antiochia,
e probabilmente
rappresentavano
la firma
dei committenti
Giorgio di Challant
e Marguerite
de La Chambre.

Castello di Issogne2
Il lato est del cortile
è occupato
da un porticato,
con le arcate
a tutto sesto
e soffitto
con volta
a crociera.
L’incrocio
dei costoloni
è segnato
dallo stemma
degli Challant.
Sulle pareti
del porticato
si possono ammirare
gli affreschi
che rappresentano
un corpo di guardia
e, particolarmente
interessanti,
le sette lunette
che rappresentano
le botteghe artigiane.
Nel porticato
sono ospitate
anche due panche
in legno di noce.
Queste fanno parte
degli arredi originari
di stile tardogotico
del castello.
Castello di Issogne2
Gli affreschi
nelle lunette
del porticato
rappresentano
la vita quotidiana
del borgo:
il corpo di guardia,
la bottega del fornaio
e del beccaio,
il mercato di frutta
e verdura,
il sarto,
lo speziale
e il pizzicagnolo.

La lunetta
del corpo di guardia
mostra alcuni soldati
seduti ad un tavolo
intenti a giocare
a carte o a tric trac,
uno sta bevendo
con una prostituta
e alcuni
stanno litigando,
mentre le loro armi
o armature
(balestre e alabarde,
corazze)
sono appese
ad una rastrelliera
addossata
alla parete.
Questo affresco
è importante
anche perché
vi si trova
un graffito
che identifica il
“Metro Colin pintr”
(maestro Colin pittore)
come autore
dell’opera.
La lunetta del
fornaio e del beccaio
rappresenta il primo
intento a infornare
il pane
ed il secondo
che gira lo spiedo
mentre un gatto
cerca di rubargli
la carne.
Ciò che vi
è raffigurato,
in realtà,
è una boutique
du patissier.
Nel medioevo
il pasticciere
non cucinava dolci
ma pasticci salati,
e, infatti, nell’affresco
si stanno realizzando
delle sorte di moderne
tourtières canadesi,
sformati
di pasta sfoglia
al cui interno
venivano messe
frattaglie insaporite
con abbondanti spezie
per migliorarne
il sapore.

Castello di Issogne2
La lunetta
del mercato
mostra
un’affollata
vendita di frutta
e verdura
con numerosi
clienti e venditori
abbigliati
nei costumi
dell’epoca.
Nella bottega
del sarto
si misurano
e si tagliano
pezze di tessuto.

L’affresco
dello speziale
(farmacista
dell’epoca)
si presenta
molto ricco
di particolari,
riconducibili alle
diverse “categorie”
della medicina
del tempo:
quella ufficiale
(appese ci sono
spugne soporifere,
intrise di etere, usate
per le operazioni
chirurgiche);
quella popolare,
rappresentata
da piante ed erbe,
e dai fiaschi
foderati di paglia
con vari distillati:
acquavite, viola,
giglio e melissa;
e infine
quella devozionale,
rappresentata
dagli oggetti ex-voto
appesi all’ultimo
ripiano, in alto.
Nella bottega
del pizzicagnolo
sono infine
raffigurati formaggi
(tra cui la fontina
e il seras)
e due botti
contenenti
probabilmente
acciughe
in salamoia.
All’epoca,
non solo tutti
i venerdì,
ma anche
tutto l’avvento
e tutta la quaresima,
non si mangiava
la carne
quindi si necessitavano
grandi quantità
di pesce e latticini
per sostituirla.
Castello di Issogne2
Dal cortile,
è possibile accedere
ad un ala
del complesso
che contiene
la prigione
e ad altri locali
di servizio,
tutti coperti
con volte a botte.
Adiacente
all’ingresso
a questo corpo
si apre la scala,
coperta
con volta
rampante a botte,
che conduce
ai sotterranei
del castello,
in cui si trovano
le cantine.
Per curiosità
si ricordia che
l’inventario
del 1565
riporta i locali
del sotterraneo
denominandoli
nell’ordine:
première cave;
petit cave
à la suite
de la précedente;
troisième cave
et membre
ou l’on tient
le fromage;
cave du coté
du four,
prè du verger
du soleil couchant;
cellier à gauche.
Sul giardino,
invece,
si affaccia
la foresteria,
in origine destinata
agli uomini d’arme,
divisa
in due ambienti
di cui il maggiore
coperto con volte
a crociera:
si tratta della
salle du jardin
e della chambre
du jardin.
Entrambi
gli ambienti
sono dotati
di camino
e hanno accesso
anche
dall’esterno
del castello.

Il piano terreno
Castello di Issogne2
Una porta posta
sotto al porticato
conduce alla sala
da pranzo,
sormontata
da una copertura
a volta.
Nel 1565,
era conosciuta
come poyle
(termine che,
in francese antico,
significa
stanza riscaldata).
Infatti,
riceveva calore
dal cammino
dell’attigua cucina
che faceva
le vesti di una stufa.
Nel cinquecento
vi si trovavano
panche
in legno d’abete
intagliate
e disposte su tre lati.
Davanti
c’era un tavolo
in legno di noce
e un’arca
in legno di abete.
Oggi sono
state aggiunte
delle riproduzioni
dei suppellettili
dell’epoca,
per lo più
vasellame
in ceramica
e metallo,
posate e vetri.
I mobili
qui presenti
sono invece
dei rifacimenti
risalenti all’ottocento,
ma ispirati
ai modelli originari.

La sala da pranzo
è collegata
alla cucina
tramite
un passavivande
aperto nella parete
sotto la cappa
di un grande camino.
La cucina è divisa
in due parti
da una doppia arcata
e da una cancellata
in legno.
La zona
più ampia,
adiacente alla
sala da pranzo,
è dotata di un
grande camino,
di un forno,
e di due ripostigli
ricavati nelle mura,
mentre l’altra zona
di dimensioni
più piccole
comprende
un camino
di dimensioni
minori
e un acquaio.
Nella zona più ampia
accedevano i signori
del castello,
mentre
quella più piccola
era riservata
alla servitù.
La cucina,
come la sala
da pranzo,
è coperta con volte
che poggiano
su un fitto
intreccio
di costoloni
in pietra a vista,
i quali si dipartono
da peducci
a forma d’angelo.
Nella cucina
sono conservati
alcuni arredi
originari.
Tra questi
la panca più lunga,
il tavolo da pranzo
e la catena tripla
appesa al
camino monumentale.
Stoviglie e utensili
sono invece
riproduzioni
come nella sala
da pranzo.
Castello di Issogne2
Sul lato nord,
si trova
la cosiddetta
“sala della giustizia”.
Nei documenti
dell’epoca
è chiamata
“salle basse”,
ovvero stanza bassa
(situata cioè
al pianoterra),
in contrapposizione
agli appartamenti
signorili
posti al primo piano.
È una grande sala
a pianta
rettangolare,
con le pareti
completamente
affrescate.
Gli affreschi della sala,
sono attribuiti
al maestro di Wuillerine,
un artista ritenuto
di scuola franco-
fiamminga,
come si può dedurre
dalla presenza
nei paesaggi di tetti
molto spioventi
e di mulini a pale
tipici dei paesi
del nord Europa,
Qui, il pittore
ha dipinto un loggiato
molto particolare
con colonne
in marmo
e in cristallo,
inframezzate da drappi
in finto cuoio impresso,
che dilatano lo spazio
e ingrandiscono
la stanza.
Gli affreschi culminano
con il giudizio di Paride,
nei cui panni è raffigurato
il committente delle opere
Giorgio di Challant.
Il soffitto è realizzato
in legno
con la travatura
lasciata a vista
e adiacenti
alle pareti
dei lati lunghi
vi sono stalli
intagliati in legno

Sulla parete di fondo
della sala si trova
un grande camino
in pietra,
decorato sulla cappa
con un grifone
e un leone
che sorreggono
lo stemma
dei Challant.
Dalla cucina
si accede
direttamente
alla scala
di servizio
e da qui, tramite
un disimpegno,
si accede ai locali
(non visitabili
dal turista),
che ospitano
la dispensa,
le stanze
degli addetti
alla cucina
e dello speziale.
Primo piano
Castello di Issogne2
Al pian terreno,
adiacente alla
“sala della giustizia”,
vi è una scala
a chiocciola
in pietra (viret)
che permetteva
ai signori Challant
di raggiungere
i piani nobili
del castello.
Per i domestici,
invece,
era riservata
una scala di servizio
adiacente alle cucine.

Al primo piano
si trova la cappella,
un ambiente
lungo e stretto,
coperto
da una serie di volte
a crociera,
che lo dividono
in cinque campate.
Una cancellata
in legno divide
in due il locale,
separando
la parte riservata
ai Signori
da quella destinata
alla servitù.
Gli stalli in legno
addossati alle pareti
sono copie
ottocentesche
fatte realizzare
da Vittorio Avondo,
mentre l’altare
a sportelli
è l’originale
del castello.
Le ante del
polittico d’altare
e gli affreschi
della cappella
sono attribuite
al Maestro Colin,
lo stesso artista
realizzatore
delle lunette
del porticato
nel cortile.
Castello di Issogne2
Si passa poi
alla cosiddetta
“Camera
di Marguerite
de La Chambre”.
la stanza privata
prima di Marguerite
de La Chambre,
moglie di
Luigi di Challant,
e poi di Mencia
di Braganza,
moglie di
Renato di Challant.
La stanza
è coperta
da un soffitto
in legno
con la
travatura a vista.
In cima alle pareti,
tra una trave
e l’altra del soffitto,
si trovano alcuni fregi
raffiguranti lo stemma
di Marguerite.
L’arredo essenziale
della stanza comprende
un grande camino
in pietra
e un letto
a baldacchino.
Accanto alla
camera da letto
si trova
l’oratorio privato
di Marguerite
de la Chambre,
una piccola
stanza quadrata
coperta da una
volta a crociera.
L’oratorio
è interamente
affrescato,
Uno degli affreschi
ritrae la stessa
Marguerite
de La Chambre
in preghiera
insieme alle due nuore
e alle tre figlie.
Si passa poi
a una grande
sala rettangolare
coperta da
un soffitto in legno,
denominata
“chambre de Savoie”.
In fondo alla sala
vi è un grande
camino in pietra
sul quale sono dipinti
lo stemma dei Savoia
– da cui l’originario
nome della sala –
e l’unione degli stemmi
delle famiglie Challant
e La Palud,
in virtù del matrimonio
tra Amedeo di Challant Verey
e Anne de La Palud,
genitori di
Giorgio di Challant.
La sala è attualmente
arredata secondo
la sistemazione di
Vittorio Avondo,
che qui raccolse
la sua collezione
di armi e armature
antiche,
ed è per questo
chiamata “sala d’armi”.
Secondo piano
Castello di Issogne2
In corrispondenza
delle stanze
di Marguerite
de La Chambre
si trovano qui
i locali riservati
a Giorgio di Challant.

La sua camera,
detta anche “camera
di San Maurizio”,
per via del soffitto
a cassettoni
decorato con le croci
dell’Ordine dei
Cavalieri
di San Maurizio,
è arredata
in modo analogo
alla sottostante
camera
di Marguerite
de la Chambre
e comprende un letto
a baldacchino,
una credenza
e una seggetta.
La stanza era scaldata
da un grande
camino in pietra
decorato
con lo stemma
di Giorgio di Challant
sorretto da
un grifone e un leone.
Dalla camera di
Giorgio di Challant
si accede
al suo oratorio privato,
collocato
in corrispondenza
di quello di Marguerite.
Anche in questo caso
si tratta di un
piccolo locale
a pianta quadrata,
coperto da una volta
a crociera
e completamente
affrescato.

Accanto ad esso
e al di sopra
della sala d’armi,
si trova la stanza
detta
“del re di Francia”.
Il nome deriverebbe
dall’aver
probabilmente ospitato
il re di Francia
Carlo VIII
durante il suo passaggio
in Italia nel 1494.
Nel XVI secolo
questa era
la camera nuziale
di Renato di Challant
e di sua moglie
Mencia del Portogallo.

La stanza è coperta
da un soffitto
a cassettoni in legno
decorato da gigli
dello stemma
reale francese.
Inoltre è dotata
di un camino
che reca sulla cappa
lo scudo della
dinastia francese
dei Valois,
e di un letto
a baldacchino.

Castello di Issogne2
Oltrepassando la sala
del re di Francia
attraverso una serie
di disimpegni
si raggiunge
la “camera della torre”,
posizionata nell’angolo
di nord ovest
del maniero.
Si pensa che questa
sia il donjon della
casaforte vescovile
del XII secolo.
Questa stanza
domina la valle
e permette
di includere
all’interno
del raggio visivo
ben tre castelli:
Verrès, Arnad
e Challand-Villa.
Ciò conferma
il fatto che
questa camera
era utilizzata
per le segnalazioni
verso e da
gli altri castelli.
Curiosità del castello
Castello di Issogne2
Una caratteristica
particolare del castello
sono i graffiti lasciati
nel corso dei secoli
da visitatori,
ospiti del castello
servitori e
dagli stessi
castellani.
A prima vista
sembrerebbero
degli atti vandalici.
In realtà, sono
un’importante
testimonianza
di una usanza
tipica dei tempi,
quando gli ospiti
erano soliti lasciare
la propria firma,
una data,
un proprio pensiero
sulle pareti
di chi li ospitava.
Le scritte sono
soprattutto
in francese,
latino o italiano.

La prima,
situata proprio
sulla porta
che si attraversa
per entrare sullo
scalone principale
dice:
“Tous ceulx
que maldise d’autruy
et rapporte
nentre ceans nous
luy deffendons lapporte
car que d’austruy
mal dira le diable
l’empourtera
(tutti quelli che
dicono male degli altri
o lo riportano,
non vi diamo
il permesso di entrare
perché chi degli altri
male dirà
il diavolo se lo prenderà).

La seconda
è una grande scritta
in caratteri gotici
proprio sulla porta
del magazzino
delle tappezzerie,
che recita appunto:
“La garderobe
de la tapisserie”.
Quando
c’erano ospiti
le tappezzerie,
arazzi e tendaggi,
venivano esposte
oppure conservate qui.
Di significativa
importanza, poi,
il perfetto
stato di conservazione
dei pavimenti
risalenti al 1400
giunti a noi
praticamente
intatti,
mentre si può notare
l’erosione e fragilità
dei grezzi pavimenti
risalenti
ad epoche successive
intorno al 1800.
Foto: Castello di Issogne /
vdaconvention.it