Discorso 2

Discorso 2
Incontro di Leone XIV con il Collegio Cardinalizio
Sabato, 10 maggio 2025

 

Discorso 2
Tante grazie,
Eminenza.

Prima di
prendere i posti
cominciamo
con una preghiera,

chiedendo
che il Signore
continui
ad accompagnare
questo Collegio

e soprattutto
tutta la Chiesa
con questo spirito,
anche entusiasmo,
però
di profonda fede.

Preghiamo
insieme
in latino.
Pater noster…
Ave Maria…

Discorso 2

Nella prima parte
di questo incontro
c’è un piccolo
discorso

con le riflessioni
che vorrei
condividere
con voi.

Ma poi ci sarà
una seconda parte,
un po’
come l’esperienza
che molti di voi
avete chiesto,

di una specie
di condivisione
con il Collegio
Cardinalizio

per poter sentire
quali consigli,
suggerimenti,
proposte,
cose molto concrete,

di cui
si è già parlato
un po’
nei giorni
prima del Conclave.

***

Discorso 2
Fratelli Cardinali!

Saluto e ringrazio
tutti voi
per questo incontro
e per i giorni
che lo hanno preceduto,

dolorosi
per la perdita
del Santo Padre
Francesco,

impegnativi
per le responsabilità
affrontate insieme

e al tempo stesso,

secondo
la promessa
che Gesù stesso
ci ha fatto,

ricchi di grazia
e di consolazione
nello Spirito
(cfr Gv 14,25-27).

Discorso 2

Voi,
cari Cardinali,
siete i più stretti
collaboratori
del Papa,

e ciò mi è
di grande conforto

nell’accettare
un giogo
chiaramente
di gran lunga
superiore
alle mie forze,

come a quelle
di chiunque.

La vostra presenza
mi ricorda che
il Signore,

che mi ha affidato
questa missione,

non mi lascia solo
nel portarne
la responsabilità.

So
prima di tutto
di poter contare
sempre, sempre
sul suo aiuto,
l’aiuto del Signore,

e, per sua Grazia
e Provvidenza,
sulla vicinanza vostra

e di tanti fratelli
e sorelle
che in tutto
il mondo
credono in Dio,

amano la Chiesa
e sostengono
con la preghiera
e con
le buone opere
il Vicario di Cristo.

***

Discorso 2
Ringrazio
il Decano
del Collegio
Cardinalizio,

Cardinale
Giovanni Battista Re

– merita un applauso,
almeno uno
se non di più -,

la cui sapienza,

frutto
di una lunga vita
e di tanti anni
di fedele servizio
alla Sede Apostolica,

ci ha molto aiutato
in questo tempo.

Ringrazio
il Camerlengo
di Santa
Romana Chiesa,

Cardinale Kevin
Joseph Farrell

– credo che è
qui presente -,

per il prezioso
e impegnativo
ruolo

che ha svolto
nel tempo
della Sede Vacante
e della Convocazione
del Conclave.

Rivolgo
il mio pensiero
anche ai
fratelli Cardinali

che,
per ragioni
di salute,
non hanno potuto
essere presenti

e con voi
mi stringo
a loro
in comunione
di affetto
e di preghiera.

Discorso 2

In questo momento,
ad un tempo triste
e lieto,
provvidenzialmente
avvolto dalla luce
della Pasqua,

vorrei che
guardassimo assieme
alla dipartita
del compianto
Santo Padre
Francesco

e al Conclave
come a un evento
pasquale,

una tappa
del lungo esodo
attraverso cui

il Signore
continua a guidarci
verso la pienezza
della vita;

e in questa
prospettiva

affidiamo al
«Padre
misericordioso
e Dio di ogni
consolazione»
(2 Cor 1,3)

l’anima
del defunto
Pontefice
e anche
il futuro
della Chiesa.

***

Discorso 2
Il Papa,
a cominciare
da San Pietro
e fino a me,

suo indegno
Successore,

è un umile
servitore
di Dio
e dei fratelli,

non altro
che questo.

Bene
lo hanno mostrato
gli esempi
di tanti miei
Predecessori,

da ultimo
quello di Papa
Francesco stesso,

con il suo stile
di piena dedizione
nel servizio

e sobria
essenzialità
nella vita,

di abbandono
in Dio
nel tempo
della missione

e di serena fiducia
nel momento
del ritorno
alla Casa
del Padre.

Raccogliamo
questa preziosa
eredità
e riprendiamo
il cammino,

animati
dalla stessa speranza
che viene dalla fede.

Discorso 2

È il Risorto,
presente
in mezzo a noi,
che protegge
e guida la Chiesa

e che continua
a ravvivarla
nella speranza,
attraverso l’amore

«riversato
nei nostri cuori
per mezzo dello
Spirito Santo
che ci è stato
donato» (Rm 5,5).

A noi spetta
farci docili
ascoltatori
della sua voce

e fedeli ministri
dei suoi disegni
di salvezza,

ricordando
che Dio ama
comunicarsi,

più che
nel fragore
del tuono
e del terremoto,

nel «sussurro
di una brezza
leggera» (1 Re 19,12)

o, come alcuni
traducono,
in una
“sottile voce
di silenzio”.

È questo
l’incontro
importante,
da non perdere,

e a cui educare
e accompagnare
tutto il santo
Popolo di Dio
che ci è affidato.

***

Discorso 2
Nei giorni scorsi,
abbiamo
potuto vedere
la bellezza

e sentire la forza
di questa
immensa comunità,
che

con
tanto affetto
e devozione

ha salutato e pianto
il suo Pastore,

accompagnandolo
con la fede
e con la preghiera
nel momento del suo
definitivo incontro
con il Signore.

Abbiamo visto
qual è la vera
grandezza
della Chiesa,

che vive
nella varietà
delle sue membra
unite all’unico Capo,
Cristo,

«pastore e custode»
(1 Pt 2,25)
delle nostre anime.

Essa è il grembo
da cui anche noi
siamo stati generati

e al tempo stesso
il gregge
(cfr Gv 21,15-17),
il campo
(cfr Mc 4,1-20)
che ci è dato

perché
lo curiamo
e lo coltiviamo,
lo alimentiamo
con i Sacramenti
della salvezza

e lo fecondiamo
con il seme
della Parola,

così che,

solido nella concordia
ed entusiasta
nella missione,

cammini,
come già
gli Israeliti
nel deserto,

all’ombra
della nube
e alla luce
del fuoco
di Dio
(cfr Es 13,21).

Discorso 2

E in proposito
vorrei che
insieme, oggi,

rinnovassimo
la nostra
piena adesione,
in tale cammino,

alla via
che ormai
da decenni

la Chiesa
universale
sta percorrendo
sulla scia del
Concilio Vaticano II.

Papa Francesco
ne ha richiamato
e attualizzato
magistralmente
i contenuti

nell’Esortazione
apostolica
Evangelii gaudium

di cui voglio
sottolineare
alcune istanze
fondamentali:

il ritorno
al primato
di Cristo
nell’annuncio
(cfr n. 11);

la conversione
missionaria
di tutta
la comunità
cristiana (cfr n. 9);

la crescita
nella collegialità
e nella sinodalità
(cfr n. 33);

l’attenzione
al sensus fidei
(cfr nn. 119-120),

specialmente
nelle sue forme
più proprie
e inclusive,

come
la pietà popolare
(cfr n. 123);

la cura amorevole
degli ultimi,
degli scartati
(cfr n. 53);

il dialogo
coraggioso
e fiducioso
con il mondo
contemporaneo

nelle sue
varie componenti
e realtà (cfr n. 84;
Concilio Vaticano II,
Cost. Past. Gaudium
et spes, 1-2).

Si tratta
di principi
del Vangelo

che da sempre
animano
e ispirano
la vita

e l’opera
della Famiglia
di Dio,

di valori
attraverso i quali
il volto misericordioso
del Padre
si è rivelato

e continua
a rivelarsi
nel Figlio
fatto uomo,

speranza ultima
di chiunque
cerchi
con animo sincero

la verità, la giustizia,
la pace e la fraternità
(cfr Benedetto XVI,
Lett. Enc. Spe salvi, 2;
Francesco, Bolla
Spes non confundit,3).

***

Discorso 2
Proprio
sentendomi chiamato
a proseguire
in questa scia,

ho pensato
di prendere
il nome
di Leone XIV.

Diverse
sono le ragioni,
però
principalmente
perché il Papa
Leone XIII,

con la storica
Enciclica
Rerum novarum

affrontò
la questione sociale
nel contesto
della prima grande
rivoluzione industriale;

e oggi la Chiesa
offre a tutti
il suo patrimonio
di dottrina sociale

per rispondere
a un’altra
rivoluzione industriale
e agli sviluppi
dell’intelligenza artificiale,

che comportano
nuove sfide
per la difesa
della dignità umana,
della giustizia
e del lavoro.

Discorso 2

Fratelli carissimi,
vorrei concludere
questa prima parte
del nostro incontro
facendo mio

– e proponendo
anche a voi –

l’auspicio che
San Paolo VI,
nel 1963, pose
all’inizio del suo
Ministero petrino:

«Passi
su tutto il mondo
come una
grande fiamma
di fede e di amore

che accenda
tutti gli uomini
di buona volontà,

ne rischiari le vie
della collaborazione
reciproca,

e attiri
sull’umanità,
ancora e sempre,
l’abbondanza
delle divine
compiacenze,

la forza stessa
di Dio,

senza l’aiuto
del Quale,
nulla è valido,
nulla è santo»
(Messaggio

all’intera
Famiglia Umana
Qui fausto die,
22 giugno 1963).

Siano questi
anche
i nostri sentimenti,

da tradurre
in preghiera
e impegno,

con l’aiuto
del Signore.
Grazie!

Foto: Leone XIV
durante l’incontro
con i Cardinali /
avvenire.it

Lascia un commento