Eucaristia 2

Eucaristia 2
Introduzione
Messa o Eucaristia?

 

Eucaristia 2
Le parole di cui
ci serviamo

per indicare
le persone,
le cose
o le istituzioni
non sono indifferenti.

Lo sanno
i genitori che
devono scegliere
un nome
per i loro figli.

Quanta cura
vi mettono,

sapendo che
i loro ragazzi,
le loro figliole,
dovranno portare
quel nome
per tutta la vita.

Eucaristia 2

Per indicare la Cena
che Gesù fece
con i suoi discepoli
la vigilia
della sua morte
e risurrezione

e che egli
ha ordinato
di ripetere
in “sua memoria”,

sono stati impiegati
molti nomi
nel corso dei secoli.

Ciascuno di essi
esprime
a modo suo
un aspetto
del mistero
dell’Eucaristia.

***

Eucaristia 2
1. “Cena del Signore”.
Nella Prima lettera
ai Corinzi

l’apostolo Paolo
parla di
“cena del Signore”
(1 Cor 11,20).

Con
questa espressione
ricorda che
tale Cena

è stata istituita
da Cristo,
che ora
è risuscitato.

Senza dubbio
intende
anche segnalare

che la Cena
del Signore
celebra
la vittoria
di Cristo
sulla morte.

Eucaristia 2

2. “Frazione del pane”.
San Luca invece
parla della
“frazione del pane”,

riportando
l’esperienza vissuta
dai discepoli
di Emmaus
(Lc 24,30).

La formula
si riferisce
a un gesto
compiuto da Gesù
durante
l’ultima cena,

e l’avvenimento
che l’evangelista
racconta

fa pensare che
il banchetto eucaristico
è un luogo privilegiato
dove il Risorto
viene incontro ai suoi,
per manifestarsi loro.

***

Eucaristia 2
3. “Eucaristia”.
La parola
“Eucaristia”,

che il Concilio
Vaticano II
ha rimesso
in onore,

è molto antica.

La usano
sia
l’evangelista Luca
sia
l’apostolo Paolo,

affermando che
nella Cena
Cristo ha
“reso grazie”
sul pane e sul vino

(“eucharistèsas”,
dal verbo greco
“eucharìstein”,

da cui viene
la parola “Eucaristia”,
che significa
“azione di grazie”)
(cfr Lc 22,19
e 1 Cor 11,24).

Questa parola
si ritrova
in un documento,
forse coevo
dei Vangeli sinottici

– la “Didachè”

per indicare
ciò che più tardi
si chiamerà
la “Messa”.

Esso mette in risalto
il fatto che
la Cena del Signore
rende grazie a Dio
per tutti i suoi benefici,

e particolarmente
per la morte
e la risurrezione
di Gesù.

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4. “Oblazione”.
La parola “oblazione”
è stata pure utilizzata
per indicare l’Eucaristia.

Mette
in primo piano
la dimensione
di “offerta”
che ha la Messa:

offerta
incessante ed eterna
di Cristo
e offerta della Chiesa
insieme con Lui.

***

Eucaristia 2
5. “Sacrificio”.
Il termine “sacrificio”
è stato ugualmente
utilizzato.

Esso ricorda
in modo particolare
che la sera
della Cena
Cristo si è donato
interamente,

si è “sacrificato”
per noi,

quando ha offerto
ai suoi discepoli
se stesso
da mangiare
nel pane
e da bere nel vino.

***

Eucaristia 2
6. “Messa”.

La parola “Messa”
è in uso
dopo il secolo IV.

Etimologicamente
significa “congedo”.

Si è scelto
dunque
l’ultima parola
della messa
(«Ite, missa est!»)
per indicare
l’azione intera.

Eucaristia 2

Riguardo
a queste molteplici
denominazioni,

impiegate
nel corso dei secoli,

si devono fare
due osservazioni:

1. La Cena
del Signore ha
una ricchezza tale
che una sola parola
non può contenerla
e esprimerla tutta.

2. Bisogna rallegrarsi
che dopo il
Concilio Vaticano II
si parli di Eucaristia
piuttosto
che di Messa.

La parola “Eucaristia”
si trova negli scritti
del Nuovo Testamento

e attira l’attenzione
su una dimensione
fondamentale
della Cena

che i credenti
condividono
in nome di Cristo
e con Lui:
l’“azione di grazie”.

O Maria
con qualunque nome
chiamiamo
la Cena del Signore,

insegnaci e aiutaci
a parteciparvi,
gustarla,
viverla
con amore

per l’amore
di Cristo
che essa ricorda
e attualizza per noi,

Foto: Interno
della chiesa di
San Carlo Borromeo
alla Clarina, Trento

prima
dell’introduzione
dei banchi /
Foto personale
col cellulare

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