Les Misérables 1
Esplorazione di un capolavoro
La compagnia «Innuendo» mette in scena il musical
ispirato al romanzo di Victor Hugo
Il tema del perdono è il fulcro dell’opera
e permea di sé
sia le relazioni tra i personaggi
che la vicenda del protagonista
La descrizione degli emarginati
sottolinea la necessità di riforme
per costruire una società più giusta
Les Misérables 1
È uno dei musical
più celebri e longevi
della storia del teatro
Les Misérables
(I Miserabili).
Basato sull’omonimo
romanzo di Victor Hugo,
l’opera
– con musiche di
Claude-Michel Schönberg
e testi di Alain Boublil –
ha debuttato
nel 1980 in Francia
e nel 1985 a Londra,
divenendo
un fenomeno globale
che continua
a riempire i teatri
di tutto il mondo.
La compagnia
Innuendo di Foligno,
diretta
da Lorenzo Dionigi,
sta portando in scena
questo classico
dei palcoscenici
internazionali
per la prima volta
in lingua italiana.
«Tradurre
un’opera teatrale
nella lingua
del pubblico,
permette
di rendere il testo
più accessibile
e facilita
il coinvolgimento
degli spettatori
con la storia
e i suoi valori»,
spiega Lucia Dionigi,
fondatrice
della compagnia,
attrice,
nonché traduttrice
del libretto inglese
di Herbert Kretzmer.
Les Misérables 1
La vicenda
intreccia
narrazione storica,
riflessione sociale
e profondi
aspetti morali
e spirituali
in una rete,
complessa
di sofferenza,
speranza
e redenzione:
da qui
l’esigenza di
una traduzione
italiana,
per permettere
una migliore
connessione
emotiva
con i temi
e i personaggi
rappresentati.
***
Les Misérables 1
Ambientata
nella Francia
del XIX secolo,
la storia segue
le vicende
di Jean Valjean,
un ex galeotto,
e degli altri
protagonisti
le cui esistenze
si intrecciano
in un dedalo
di dolore,
speranza
e salvezza.
Il tema
del perdono
è il fulcro
di tutta l’opera
e permea
sia le relazioni
tra i personaggi
che l’esperienza
personale
di Valjean stesso.
Les Misérables 1
Il sipario
si apre proprio
con Valjean
(interpretato
magistralmente
da Matteo Angeletti)
che, appena uscito
di prigione,
ruba l’argenteria
al vescovo Myriel
(Matteo Conti),
il quale però
lo perdona,
offrendogli
anche dei
candelabri
d’argento.
Questo gesto
di misericordia
non solo lo salva
dalla cattura,
ma cambia
radicalmente
la sua vita,
ispirandolo
a diventare
un uomo giusto
e dedito al bene:
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Les Misérables 1
«Come
è possibile ora
che lui mi perdoni
e veda in me
un uomo buono,
un innocente?
Di Dio la luce,
non un delinquente»,
si chiede,
riflettendo sul fatto
che «il peccato
è un’onta che ora
io cancellerò
e Jean Valjean
più non sarò.
Jean Valjean
è niente ormai.
Oggi muore
Jean Veljan,
un uomo nuovo
io sarò».
Pur vivendo
una lotta interiore,
l’uomo si affida
progressivamente
a una forza superiore
veicolata dal perdono,
vero strumento
di trasformazione,
capace di opporsi
al legalismo
inflessibile
dell’ispettore
Javert
(Dimistri Pianese),
che gli dà
accanitamente
la caccia:
«Credi sia pazzo,
dimmi un po’,
anni passati
a rincorrerti.
L’uomo
lo sai
non cambia mai,
un uomo come te».
Les Misérables 1
Nonostante
l’aridità
e la mancanza
di compassione
del commissario,
il riscatto sociale,
morale e spirituale
attraversa l’intera
narrazione.
Jean Valjean
cerca di riscattare
la propria esistenza,
lasciandosi alle spalle
il passato criminale
e dedicandosi
ad azioni virtuose,
come
il prendersi cura
di una giovane
operaia sfruttata,
Fantine
(Alessandra Curti),
e successivamente
di sua figlia
Cosette
(Sara Chianella).
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Les Misérables 1
Il suo percorso
è profondamente
umano e spirituale,
poiché implica
la lotta costante
contro il peccato
e la tentazione
di cadere
nella disperazione.
Oltre
al protagonista
anche gli altri
personaggi
intraprendono
percorsi di riscatto,
affrontando
sfide personali
e morali in grado
di condurli verso
la redenzione:
Fantine,
pur nella miseria
e nella vergogna,
rimane una figura
di amore sacrificale,
condannata
a soffrire
senza colpa.
Cosette passa
da una condizione
di oppressione
a una vita di felicità
e amore.
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Les Misérables 1
Hugo denuncia
le ingiustizie
della società francese
del XIX secolo,
evidenziandone
la povertà e
l’emarginazione.
La descrizione
dei miserabili,
i poveri
e gli emarginati,
sottolinea la necessità
di riforme e solidarietà
per costruire
una società più giusta.
Il commissario Javert,
invece,
incarna il fallimento
del riscatto:
dinanzi a Jean Valjean
che gli risparmia la vita,
incapace di conciliare
il senso di giustizia
con la misericordia,
sceglie il suicidio:
«Com’è possibile ora
che la sua bontà
risuoni in me.
Un uomo
che era un delinquente,
mi ha dato la vita
in cambio di niente».
Les Misérables 1
I Miserabili dunque
non è solo
uno spettacolo,
ma
un’esperienza teatrale
che celebra
la resilienza
dell’animo umano
e la capacità
di trovare speranza
anche nelle circostanze
più difficili.
Con le sue musiche
e il suo messaggio,
continua
a emozionare
generazioni
di spettatori,
mantenendo vivo
il ricordo
del capolavoro
di Victor Hugo.
La compagnia Innuendo
replicherà lo spettacolo
il 4 e il 5 gennaio 2025,
presso il teatro del Pavone,
gioiello settecentesco
nel cuore di Perugia
recentemente
riaperto al pubblico.
Elena Buia Rutt, «Jean Valjean,
i candelabri e l’ uomo nuovo»,
in “L’Osservatore Romano”,
giovedì2 gennaio 2025, p. 12.
Foto: La Compagnia Innuendo
mette in scena
il musical ispirato
a I Miserabili di Victor Hugo /
osservatoreromano.va