Uomini non burattini
Uomini non burattini. Casa, lavoro, casa, mangiare, dormire, lavorare
e ripetere per giorni, per settimane, per mesi e per anni
questa sequenza
interrotta ogni tanto da un periodo di ferie
o da ciò che noi chiamiamo o vogliamo chiamare “divertimento”.
Tutta qui la vita?
È tutto qui il nostro goderci la vita?
Tutta qui la nostra grandezza di uomini?
Ma certo, si dice.
Così guadagniamo dei soldi,
in questo modo ci facciamo un nome,
così acquistiamo un prestigio,
in questo modo diveniamo importanti,
così… siamo felici.
Non ci sono dubbi!
È questa favola che ci attira,
che altri ci raccontano per addormentarci
– siamo sempre bambini che aspettano la nonna o la mamma
che racconta la storia accanto al letto per entrare nel sonno e continuare a sognare! –
o che noi stessi ci raccontiamo per darci un tono,
per sentirci forti e grandi,
ed entrare nel personaggio.
Ma, a lungo andare, la favola si logora e svanisce,
la bella storia arriva al suo termine,
il sonno si interrompe
e appare la realtà:
appare il nonsenso di questa vita,
si evidenzia il vuoto, il buio,
la sterilità di giorni, mesi, anni vissuti così!
Allora c’è un moto di rabbia,
un sussulto di violenza contro di noi e contro gli altri:
si cerca un colpevole su cui scaricare
tutta l’amarezza che avvelena il cuore,
si diventa irascibili
e forse si arriva anche a qualche gesto più vistoso.
Credo che molti episodi di contestazione e di intolleranza
che ritmano la nostra vita sociale,
e anche tanti momenti di urto, di litigio,
di incomprensione al di dentro delle nostre famiglie
e anche tra amici,
nascono precisamente da questa situazione di noia
che cerca una uscita e tenta un diversivo.
Ma che cosa sostiene o genera
questa catena di avvenimenti sempre uguali?
Che cosa c’è dentro a questo ingranaggio,
a che cosa serve?
È impossibile che tutto si limiti
a un susseguirsi di gesti, di incontri, di scontri,
subito bruciati nel correre del tempo.
Siamo persone, siamo uomini e non macchine, e non burattini.
C’è qualcosa di molto grande dentro di noi:
perché non andare a cercarlo?
Può sembrare faticoso e duro svolgere questa ricerca,
perfino può anche sembrare inutile,
tempo sprecato per scopi irraggiungibili
o per scopi vani
subito cancellati dal correre della vita umana.
Ma è certo che il senso del nostro vivere,
e la nostra libertà di uomini
la guadagniamo soltanto
allorché raggiungiamo il centro di noi stessi,
quando realmente guardiamo dentro noi stessi.
È lì che scopriamo
la sorgente misteriosa del nostro esistere.
Foto: Lago del Barbellino, Valbondione (BG) / pinterest.it