Tradimenti

Tradimenti senza infedeltà?

Tradimenti – Fedeltà non significa soltanto
evitare i rapporti extraconiugali
ma anche non permettere che altre cause,
come una dedizione univoca
e spropositata al lavoro,
le interferenze della famiglia d’origine,

e, talvolta, una malintesa e quasi morbosa
dedizione ai figli finiscano per inaridire
la ricchezza dell’intesa matrimoniale
sgretolando così, giorno dopo giorno,
la saldezza della coppia.

Tradimenti – Lui, lei, l’altro.
Il solito triangolo a luci rosse?
No, non pensate a qualcosa di proibito.

L’altro, in questo caso,
non è obbligatoriamente una persona.

È piuttosto una situazione,
un’abitudine, una condizione di vita
che, piano piano, s’insinua
tra moglie e marito,
mettendone a rischio
la reciproca fedeltà.

L’accordo si sgretola
senza quasi che i due
se ne accorgano;
dapprima cominciano i dubbi,
poi si arriva alle accuse palesi

«Tu mi tradisci!».

Ma come è possibile senza un partner?
Tradimento non è sinonimo
di rapporto extra coniugale?

No, nella maggior parte dei casi
i tradimenti all’interno della coppia
non sono di carattere sessuale.

Contrariamente agli ultimi dati diffusi dall’Asper
(l’associazione per lo studio, l’analisi psichica
e la ricerca in sessuologia) – secondo cui
il 70 per cento degli uomini
e l’80 per cento delle donne
tradiscono il partner –

a mettere in crisi i legami di coppia
non è sempre un terzo incomodo.

Anzi.
«Esistono tante forze dentro di noi
che portano “fuori” dalla coppia
e che ci fanno affermare che,
se eticamente la fedeltà è incontestabile,
dal punto di vista biologico e del costume,
la questione non è così cristallina»,

spiega Stefano Cirillo, psicologo milanese
del “Nuovo centro per lo studio della famiglia”.

Parlando di forze disgreganti
non bisogna pensare a motivazioni complesse
come il negativo influsso culturale dei mass media,
o invece il relativismo etico
che impregna la nostra società.

Il rischio è rappresentato
da realtà più semplici ma più vicine
e quindi più direttamente influenti.
Gli esperti ne classificano almeno tre.

Tradimenti – LA FAMIGLIA D’ORIGINE

Cominciamo dalla famiglia d’origine.
un elemento preoccupante
già per la saggezza biblica.

Per tre volte, nella Genesi,
si dice che l’uomo
lascerà suo padre e sua madre
al fine di formare una nuova famiglia.

Non è consueta questa insistenza
ma, spiega lo psicologo,
è comprensibile al fine di ribadire
che il legame di coppia
dev’essere considerato più importante
della famiglia d’origine.

Cinquemila anni dopo
un terapeuta della coppia, James Framo,
ci dice più o meno la stessa cosa:
«Ogni relazione che non funziona
dipende da un mancato svincolo
dalla famiglia d’origine».

In sostanza, se tra marito e moglie
qualcosa non va per il verso giusto,
bisogna pensare a un conflitto irrisolto
con papà e mamma.

«A parere di qualche terapeuta
– riprende Cirillo – questa è addirittura
l’unica vera causa dei fallimenti matrimoniali.

Io sarei un po’ più cauto.
Sottolineare l’esigenza
di svincolarsi dalla famiglia d’origine
non significa mettere da parte
i genitori e dimenticarsene.

Vuol dire soltanto
riconoscere delle gerarchie affettive.
La prima preoccupazione
dev’essere per la nuova famiglia».

Le difficoltà, secondo gli esperti,
sorgono quando dalla famiglia d’origine
non si è ricevuto abbastanza.

Lo psicologo Alfredo Canevaro
ha coniato la metafora delle valigie vuote
al fine di spiegare che le carenze affettive
dell’infanzia e della giovinezza
si ripercuotono, con effetti disastrosi,
sul legame di coppia.

Tradimenti – IL LAVORO

Il secondo tradimento
è di carattere prevalentemente maschile.
È infatti quasi sempre l’uomo
a trovare nel lavoro il quesito
sulla propria identità.

«Come rispondono gli uomini
alla richiesta di presentarsi?
Sono un medico, sono un avvocato,
sono un giornalista.
Mai nessuno che dica:
sono un padre o un marito»,
osserva ancora lo psicologo.

Non si tratta di colpevolizzare nessuno.
Certe costruzioni sociali e culturali
sono difficili da smantellare.

Ma perché non cominciare
a definire se stessi
a partire dai propri ruoli familiari?
Da sempre invece siamo abituati
a pensare che l’uomo “deve” lavorare,
mentre la donna può stare anche a casa.

Certezze oggi molto discusse,
ma la transizione appare ancora lunga.

Forse perché le coppie a “doppia carriera”
si rivelano poi sul piano familiare,
nella maggior parte dei casi,
autentici disastri?

«Non solo -risponde Cirillo –
ma perché manca l’abitudine
a ragionare su un piano di reciprocità.

Affinché il lavoro
non sia più un tradimento
occorre che marito e moglie
comincino a considerarlo
un problema di entrambi.

Armonizzare lavoro e famiglia
è la grande sfida dei prossimi anni».

I FIGLI

Ma come?
Il tradimento può nascere anche dai figli?

Ripetiamo:
non bisogna pensare a nulla di incestuoso.
Ma quando il figlio
assume il ruolo del “terzo incomodo”
– come surrogato consolatorio ad un rapporto
che va declinando – i problemi cominciano
ad essere molto gravi.

«Intanto sono facilmente prevedibili
per questi ragazzi delle gravi patologie.

Sto curando in questo periodo
un ragazzo tossicomane che, a 24 anni,
continua a dormire nel lettone con la mamma,
relegando il padre nella sua cameretta.
Un caso limite, ma che fa pensare».

Al fine di evitare situazioni simili
occorre preservare lo spazio di coppia.
Non bisogna dimenticare, infatti,
che ci si è scelti
e che sulla saldezza della coppia
si fonda la famiglia.

Quindi il sodalizio tra marito e moglie
va nutrito ritagliandosi un piccolo spazio fisso
nell’affollato mosaico di impegni familiari.

«Le giovani coppie
dovrebbero cercare di non dimenticarlo
se vogliono evitare che i figli vengano usati,
quasi sempre inconsapevolmente,
al fine di vendicarsi di un coniuge
che ha trovato altri interessi
al di fuori della coppia».

Luciano Moia, «Tradimenti senza peccato?»,
in “Noi. Genitori & Figli”,
Mensile di vita familiare,
Supplemento ad “Avvenire” del
28 marzo 1999, n. 18, Anno III, pp. 8-11.

Foto: Crisi di coppia / noticiartec.com

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