Pete Seeger

Pete Seeger
Un tempo per la pace in musica

 

Il 27 gennaio di dieci anni fa
moriva il cantautore statunitense
Pete Seeger

Pete Seeger
Dieci anni fa,
il 27 gennaio,
a 94 anni,

se ne andava Pete Seeger,
padre di tutti i cantautori,
patrimonio dell’Umanità.

Per oltre mezzo secolo
fu sostenitore
ed interprete appassionato
degli ideali liberal
dei democratici americani.

L’alto valore morale
del suo impegno artistico,
sociale, e politico

incoraggiò
ed influenzò
molte generazioni
in tutto il pianeta.

Pete Seeger

Autore prolifico,
fra il 1944 e il 2012
pubblicò
un centinaio di album;

diede
migliaia di concerti
in giro per il mondo;

insegnò il banjo
e aiutò
diversi giovani cantautori
a emergere

(fra cui Bob Dylan
e Don McLean,
al quale nel 1974 fece
da background vocalist
nella bellissima
Homeless Brother).

Incise un’ampia
e fondamentale Antologia
della canzone folk americana,
per voce e chitarra:

essa racconta la storia
della grande nazione americana
– dall’epopea del west
allo sviluppo industriale,
alla grande depressione –

dal punto di vista
della gente comune.

(In Italia
negli stessi anni
Roberto Murolo
incideva la sua
Antologia
della canzone napoletana).

Oggi queste incisioni
sono la base
della formazione musicale
dei bambini americani.

***

Pete Seeger
Da questo punto di vista
colpisce
la coincidenza temporale
della sua morte
con il Giorno della Memoria,

si potrebbe dire infatti
che Pete Seeger
è stato lui stesso
“la memoria” del suo Paese,

raccogliendo
e raccontandone la storia
in maniera incessante,
sino alla fine
della sua lunga vita.

Pete Seeger

L’essenza del suo messaggio
di speranza, inclusione,
e impegno era:
«Ce la faremo. Insieme!».

We shall overcome!
fu la sua bandiera.

Faceva il possibile
per dare voce
a chi non ne aveva:

agli operai,
privati dei diritti sindacali;

ai senza tetto;
a vagabondi;
ai pescatori;
e ai migranti
clandestini sfruttati.

Negli anni ‘70
leggeva ai suoi concerti
una poesia

– filtrata
clandestinamente
dalle prigioni cilene –
di Victor Jara,
cantautore “desaparecido”
e poi assassinato dai militari.

I confini
del suo abbraccio erano…
il mondo.

Amava cantare
in tutte le lingue
(un po’
come Giovanni Paolo II),

apprendere e rilanciare
i ritmi di tutte le culture.

***

Pete Seeger
L’inclusione, per Pete,
era innanzitutto
inter-generazionale.

Negli anni ‘80 e ‘90
si esibiva con il giovane
Arlo Guthrie,
figlio dell’amico Woody.

Una volta
presentò così al pubblico
la sua band:

«Oggi abbiamo sul palco
tre generazioni di Seeger,
Guthrie, ecc.
Spero che la stessa cosa
avvenga tra voi…
dico bene?».

E in Sweet Rosyanne
provoca il pubblico:

«La signora
sarà anche anziana,
ma stasera
noi la riporteremo
alla vita!».

Le sue esibizioni
erano eventi
concepiti per cantare
tutti insieme.

Negli ultimi anni
scriveva canzoni
e dava concerti
per, e con, i bambini.

Il suo obiettivo
era sempre incoraggiare,
non insistere su una fede:
l’ideologia può essere
inutilmente divisiva.

D’altronde
la mancanza di Fede
non nasce, spesso,
dal non osare sperare?

***

Pete Seeger
Negli anni ‘60 e ‘70
partecipò intensamente
al movimento di protesta
contro la guerra in
Viet-Nam;

scrisse diverse canzoni
sul tema della pace;
e fu considerato
«pacifista».

Ma negli anni ‘40
appoggiò la guerra
a Hitler.

E nel 1966
(Bring Them Home)
ribadiva:

«Se però un esercito
invade la mia terra/
mi troverai
sulla linea del fuoco».

Perché “Pace e Amore”
non è la nostra Realtà,
è solo l’utopia:

il Regno
verso cui dirigersi;
non è bene
fare confusione.

Perciò musicò
la Parola dell’Ecclesiaste:

«C’è un tempo
per ogni cosa
sotto il cielo…

C’è un tempo per nascere
e un tempo per morire,
un tempo per piantare
e un tempo per sradicare.

Un tempo per uccidere
e un tempo per curare,
un tempo per demolire
e un tempo per costruire…

Un tempo per la guerra
e un tempo per la pace!».

Con il titolo
Turn turn turn!,
nella versione folk-rock
dei Byrds,
raggiunse il primo posto
nelle classifiche americane.

Pete Seeger

Le canzoni
di Pete Seeger
sono sempre con noi:

belle,
perché prive
di effetti speciali,
ed effimeri orpelli.

Lo stile sincero
solleva
al di sopra del tempo
la sua eredità artistica:
essa ispira oggi
più che mai.

Questo personaggio
non allineato,
ambientalista,
sospettato di marxismo,

che si è battuto per la pace,
per i diritti dei lavoratori,
e per le libertà,

escluso
dai circuiti televisivi
del suo Paese,
negli anni ‘50
quasi fuorilegge,

ha molto
da offrire oggi
a un mondo
spesso sfiduciato

e poco incline
a raccogliere
le sfide (collettive)
del presente.

Piergiorgio Gawronski,
«Un tempo
per la pace in musica», in
“L’Osservatore Romano”,
mercoledì 31 gennaio 2024,
p. 6.

Foto: Pete Seeger /
concord.com

Lascia un commento