Lamentele

Lamentele – Dalle lamentele alla speranza
Mercoledì, 3 aprile 2013
Cappella della Domus Sanctae Marthae

 

Lamentele – Le lamentele fanno male al cuore.
Inoltre, sono cattive;
e non soltanto quelle contro gli altri
«ma anche quelle contro noi stessi,
quando tutto ci appare amaro».

Con queste considerazioni sulla vita quotidiana
Papa Francesco ha reso attuale
l’episodio dei discepoli di Emmaus
– narrato dall’evangelista Luca (24,13-35) –
durante l’omelia tenuta mercoledì,
3 aprile, durante la consueta messa
nella cappella della Domus Sanctae Marthae.

Alla celebrazione eucaristica,
questa mattina, hanno partecipato i dipendenti
della Domus Romana Sacerdotalis.

Il Pontefice nel commentare il Vangelo
si è soffermato dapprima
sullo smarrimento dei discepoli
a causa della morte del maestro
così da pensare – ha detto il Papa –
«fosse bene andarsene dalla città.

Ma, poveretti parlavano sempre di quello, no?
e si lamentavano.
Si può dire che questo sia un po’
il giorno delle lamentele».

Ma questi discorsi non facevano altro
che farli chiudere in loro stessi.
E in cuor loro pensavano:
«Noi avevamo avuto tanta speranza,
ma tutto è fallito».

E in questa situazione, ha detto il Pontefice,
«cucinavano la loro vita
nel succo delle loro lamentele,
e andavano avanti così».

Da qui il riferimento a tutti noi.
«Io penso – ha aggiunto pertanto –
tante volte che anche noi,
quando succedono cose difficili,
anche quando ci visita la Croce,
corriamo questo pericolo
di rinchiuderci nelle lamentele».

Eppure, anche in quel caso
il Signore «è vicino a noi,
ma non lo riconosciamo.
Cammina con noi.
Ma non lo riconosciamo.
Ci parla anche, e noi non sentiamo».

Il lamento è per noi come «una sicurezza:
questa è la mia verità, il fallimento.
Non c’è più speranza».

E con questi pensieri
anche i discepoli continuavano a camminare.

E «Gesù cosa faceva?
Ebbe pazienza nei loro confronti.
Prima li ascolta, poi spiega loro lentamente.
E poi, alla fine, si fa vedere».

Gesù – ha poi aggiunto – «fa così con noi.
Anche nei momenti più oscuri,
lui è sempre con noi,
cammina con noi.
E alla fine ci fa vedere la sua presenza».

Tornando successivamente alle lamentele,
che «sono cattive»
perché «ci tolgono la speranza»,

Papa Francesco ha esortato a non entrare
«in questo gioco di vivere di lamenti»
perché la presenza del Signore si è resa evidente
«quando ha spezzato il pane»
e i discepoli hanno potuto vedere «le piaghe»,
poi «lui è scomparso».

Bisogna pertanto avere speranza e fiducia in Dio
che «ci accompagna sempre nel nostro cammino»
anche nelle ore più oscure.

«Siamo sicuri, siamo sicuri – ha concluso –
che il Signore mai ci abbandona:
sempre è con noi,
anche nel momento difficile.

E non cerchiamo rifugio nelle lamentele:
ci fanno male al cuore».

Le parole di Papa Francesco, Omelie del mattino,
nella Cappella della Domus Sanctae Marthae,
vol. 1, 22 marzo – 6 luglio 2013,
LEV, Città del Vaticano, 2015, pp. 23-24.

Foto: Copertina di Omelie del mattino
di Papa Francesco, vol. 1,
Libreria Editrice Vaticana,
Città del Vaticano 2013 / foto dal cellulare

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