Il treno

Il treno

 

Il treno – Qualche volta
è bello andare in treno!
Sedersi, mettersi a leggere
e poi seguire con l’occhio
lo scorrere di prati, di strade, di case,
l’inseguirsi di paesaggi nuovi e diversi
eppure simili e ripetuti più volte.

È bello andare in treno
e via via conoscere le persone
che sono con noi nello scompartimento:
magari senza parlare,
senza dirsi nulla,
neppure un saluto,

ma arrivando a cogliere
qualche elemento
della personalità di ciascuno.

Il giornale che legge il signore accanto,
o il rotocalco nelle mani dell’altro,
i sospiri o i lamenti,
le imprecazioni
quando le fermate si allungano
e i ritardi si accavallano,

il modo con cui si porge il biglietto
all’impiegato che lo richiede…
sono tutti segnali, sono espressioni
che aiutano a cogliere qualcosa
di chi viaggia con noi.
Così il tragitto è più breve.

***

Il treno – Poi, magari, si dorme,
ci si appisola
anche se si voleva pensare,
riflettere su qualcosa
che ci aveva colpito
o cercare di sciogliere qualche enigma
che da tempo ci tormenta.

Il treno ha questa capacità di cullare
e di acquietare i sentimenti del viaggiatore,
a meno di incontrare il tipo
che si sente forte e padrone
e comincia a intrattenere
tutto lo scompartimento
con qualche discorso politico.

Intanto il treno corre,
e prima o poi
raggiunge le varie stazioni
e scarica e carica
gruppi di persone.

***

Il treno – Anche la terra corre
nella sua orbita
e conduce su di sé
miliardi di uomini,

anche la terra continua a offrire
paesaggi e occasioni sempre nuovi
e porta gli uomini a incontrarsi,
a capirsi,
o a passare uno accanto all’altro
senza quasi accorgersi.

Siamo tutti
su un treno che corre
e sembra non fermarsi mai,
anche se i personaggi cambiano
e si alternano
producendo una impressione di novità
che forse non è reale.

***

Il treno – Ma dove andiamo?
Qual è l’orario di partenza e di arrivo?
Quale stazione sarà la nostra,
e scenderemo,
e ci sarà qualcuno ad attenderci,
ad accoglierci
e a condurci nella sua casa?

Oggi dove sto andando?

Devo solamente lasciarmi condurre
dal macchinista che sa dove fermarsi
e dove correre,

devo solamente scambiare due chiacchiere
con chi mi sta accanto
e poi dimenticare tutto
come se nulla fosse accaduto?

***

Il treno – Eppure
sono io che conduco il mio treno.

Sono io che decido la mia vita
e la disegno come la voglio.
Sono io che
pur nel fortuito delle circostanze,
costruisco la mia personalità.

Sono io
che guardando alla mia origine
scopro il senso più recondito
e più vero di me stesso:

sono io
che alzando lo sguardo
incontro un altro sguardo,
quello di chi mi ha creato
e mi ha chiamato a esistere.

Foto: Chiesetta del lago artificiale
del Barbellino, Valbondione (BG) /
pinterest.it

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