Benedetto XVI visto da Zuppi

Benedetto XVI visto da Zuppi
Il cristianesimo secondo Benedetto
un incontro personale che predilige i “sì”

 

Benedetto XVI visto da Zuppi – Una Cattedrale
di San Pietro affollata come raramente capita
ha accolto, ieri pomeriggio a Bologna,
la Messa in suffragio
del Papa emerito Benedetto XVI
presieduta dal cardinale Matteo Zuppi,
arcivescovo e presidente della Cei,

e concelebrata, fra gli altri,
dall’ex nunzio apostolico
monsignor Antonio Sozzo
e dal vescovo emerito di Imola
monsignor Tommaso Ghirelli.

Hanno partecipato
anche i vescovi ortodossi
Dionisios e Ambrozie,
così come la vicesindaco
Emily Clancy
e diverse autorità civili.

Segno – la presenza così numerosa,
come i tanti che hanno seguito la celebrazione
in diretta streaming sul sito diocesano –
del grande affetto che ha unito
il popolo cristiano a Benedetto XVI.

Benedetto XVI visto da Zuppi

Zuppi, nell’omelia, ha presentato la sua figura
anzitutto come quella di un uomo
e un pastore di grande fede:

«La sua costante preoccupazione
è sempre stata quella di difendere la fede,
perché essa non si omologhi al “mondo”.
Il che non significa affatto
non dialogare col mondo,
ma solo non adeguarsi a esso».

E, insieme, papa Ratzinger
«ha sempre detto no
a una fede slegata dalla vita,
che diventa una realtà lontana
e non attraente,

inoltre ha invitato ad attaccarsi
ai “sì” più che ai “no”
della fede stessa».

Ha poi ricordato
il suo invito ai cristiani
a rimanere saldi nella fede,
proprio per quanto aveva constatato
nel costante confronto
con la ragione «laica»:

«Disse che nel “groviglio di ipotesi”
portate avanti dalla scienza
e dalla riflessione
aveva visto riemergere
la ragionevolezza della fede.

Per questo,
non ha mai ridotto la verità a ideologia,
e non ha mai rinunciato a confrontarsi
con questo “groviglio di ipotesi”;

come del resto
non ha mai cercato lo scontro,
che fa credere che il dialogo
sia solo “annacquamento”
delle proprie convinzioni:

non mostrò mai
né subalternità né supponenza,
ma una fede che non fa a meno
della ragione».

Benedetto XVI visto da Zuppi

Un secondo aspetto
che Zuppi ha sottolineato
riguardo a Benedetto XVI
è stato il suo servizio
«libero da protagonismo
e personalismo, obbediente,
da umile lavoratore» nella Chiesa.

«Sapeva e professava
che la fede è sempre un incontro.

Per questo, affermava,
“chi crede non è mai solo,
né nella vita, né nella morte”
ed era costantemente preoccupato
che Dio non scomparisse
dalla vita delle persone,
perché esse non perdessero sé stesse».

Benedetto XVI visto da Zuppi

Zuppi ha anche spiegato
le scelte di papa Ratzinger,
che «non ha temuto di seguire»
la chiamata alla guida della Chiesa
«obbedendo liberamente,

e con la stessa libertà, non ha temuto
di trasformare il proprio servizio
quando capì che non poteva più svolgerlo
come era richiesto».

Il cardinale ha anche ricordato
che il momento centrale
della vita dell’allora
don Joseph Ratzinger
fu l’esperienza del Concilio,

della quale diceva che
«allora le difficoltà
erano sommerse dalla felicità,
credevamo in nuova Pentecoste».

Benedetto XVI visto da Zuppi

Cinquant’anni dopo, da Pontefice,
come ha ricordato Zuppi,
«parlava di una gioia umile e sobria,
perché si era imparato che il peccato esiste
diventando anche strutture di peccato:

e pensava forse agli abusi
o a quanto ha inquinato
la comunità ecclesiale
in questi anni».

Ma proprio questo,
ha concluso Zuppi,
lo portava a un forte invito a
«riscoprire la gioia di credere,
la sua importanza vitale
soprattutto nei “deserti spirituali”
della contemporaneità.

In questo deserti,
affermava e ci ripete,
“c’è bisogno di gente di fede
che indichi la Terra promessa,
portando con sé solo il Vangelo
e gli insegnamenti della Chiesa”».

Chiara Unguendoli, «Zuppi: il cristianesimo
secondo Benedetto un incontro personale
che predilige i “sì”», in “Avvenire”,
martedì 3 gennaio 2023, p. 7.

Foto: Benedetto XVI (Joseph Aloisius Ratzinger) /
insiemenews.it

Da sapere

Videomessaggio del presidente della Cei
sabato scorso

«Concludiamo l’anno e accompagniamo
il Papa emerito Benedetto XVI,
che conclude la sua vita,
o meglio passa a quella vita eterna
in cui ha sempre confidato».

Inizia così il videomessaggio
che sabato scorso
a poche ore dall’annuncio della morte
di Benedetto XVI
ha diffuso il presidente della Cei,
il cardinale Matteo Zuppi,
arcivescovo di Bologna,

che ha sottolineato
come papa Benedetto
avesse sempre detto
«che la vita non è una linea
che si chiude
ma che tende alla sua pienezza».

***

«Ringraziamo il Signore
per il dono del suo pensiero,
della chiarezza della sua fede,
e della semplicità
con cui aveva sempre vissuto
e con cui ha comunicato
le profondità del mistero di Dio,

come pure l’onestà personale,
l’attenzione e il rispetto per l’altro,
e ancora l’amore per l’unità della Chiesa
perché quel Concilio
cui tanto ha contribuito
venisse applicato» – aggiunge -.

Che la Chiesa si metta in viaggio,
così si auspicava.

Forti della sua testimonianza
e grati per il suo servizio,
fino alla fine,
di preghiera e di amore per la Chiesa».

«Per anni il Papa emerito Benedetto
si è affacciato alla finestra.
E quando celebrò i funerali
di san Giovanni Paolo II
celebrò questa immagine.

***

Disse: “Possiamo essere sicuri
che il nostro amato Papa
sta adesso alla finestra
della Casa del Padre,
ci vede e ci benedice.

Sì, ci benedica Santo Padre.
E noi affidiamo la tua cara anima
alla madre di Dio, tua madre”.

Siamo certi – ha aggiunto sabato Zuppi –
che il Papa emerito Benedetto
dalla Casa del Padre continua a pregare
e benedire i suoi figli

e accompagnare con la sua intercessione
il viaggio che auspicò per la Chiesa
in mezzo ai tanti pellegrini,
ai tanti uomini
che camminano in questo mondo».

Da “Avvenire”, martedì 3 gennaio 2023, p. 7.

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