Abate2

Abate2

Abate2.
Un abate ricevette, un giorno, una buona lezione da un rabbino:
«Questa notte ho fatto un sogno curioso:
mi trovavo nel paradiso degli ebrei.
C’era una gran ressa,
ma ho dovuto uscire tanta era la puzza».
«Strano! – gli rispose il rabbino -.
Anch’io ho fatto un sogno questa notte:
mi trovavo nel paradiso dei cristiani.
Era tutto un profumo.
Ma non c’era nessuno».

Durante il capitolo generale,
in un monastero di Scete,
viene affrontato un tema di attualità:
«Non c’è dubbio – inizia l’abate –
che nei villaggi a noi vicini
nascono tanti e tanti bambini;
forse troppi».
Interviene un monaco:
«Bisognerebbe riaprire la caccia alle cicogne…».

Il santo abate di un monastero di Scete
è irresistibilmente spinto alla menzogna
da un demone maligno.
«Fratelli, aiutatemi
dice un giorno al suoi monaci -.
Ogni volta che mi udite dire una bugia,
tiratemi per la tonaca».
Alcuni giorni appresso,
l’abate incontra un altro abate
che gli chiede notizie del monastero.
«La serenità e la pace regnano fra noi.
Un’unica preoccupazione:
intorno al monastero si aggira un lupo enorme,
lungo più di dieci metri».
Un monaco gli tira discretamente la tonaca.
«Beh, forse esagero un po’:
un lupo lungo cinque metri».
Un altro monaco gli tira la tonaca.
«In realtà, forse è lungo tre metri, forse due».
Al terzo monaco che gli tira la tonaca
l’abate si rivolge un po’ stizzito:
«Figliolo, non pretenderai che non abbia la coda, no?».

Da R. Kern, «Arguzie e facezie dei Padri del deserto», Gribaudi Ed., Tipolitografia Porziuncola S. Maria degli Angeli, Assisi (PG) 1995, pp. 33-34.24.29-31

Foto: Dal cellulare

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